[30/11/2010] News toscana

Apea: in Toscana esperienze avanzate, ma manca il salto di qualità

FIRENZE. Le Apea (Aree produttive ecologicamente attrezzate) sono state definite dal Dlgs. 112/98 (il cosiddetto decreto Bassanini) ma in molte regioni italiane sono rimaste lettera morta perché alla legislazione nazionale non è seguita la normativa regionale e i regolamenti attuativi. Significativo il fatto che nelle aree tradizionalmente riconosciute trainanti del Paese dal punto di vista produttivo, Lombardia e nord est, non sia presente una normativa di recepimento e queste esperienze, che possiamo definire in modo sintetico di green economy, siano di fatto assenti.

In Toscana invece (anche se con qualche ritardo) a fine 2009 è stato emanato il regolamento attuativo (Dgpr 74/r che recepisce la norma nazionale) e la Delibera di giunta regionale 1245/2009 che stabilisce i "criteri per la definizione delle prestazioni ambientali delle Aree produttive ecologicamente attrezzate", che hanno sviluppato l'argomento facendo tesoro anche di qualche esperienza avanzata come quella del Macrolotto di Prato.

Le Apea quindi sono aree industriali, artigianali o miste caratterizzate dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e servizi centralizzati, idonei a garantire gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo locale e ad aumentare la competitività delle imprese insediate. Il punto sulle Apea in Toscana è stato fatto questa mattina in provincia di Firenze.

«Le Apea hanno un ruolo decisivo per lo sviluppo produttivo e per la tutela dell'ambiente in generale e anche nel nostro territorio- ha dichiarato l'assessore all'ambiente della provincia Renzo Crescioli (Nella foto)- Per ora non è ancora percepita la portata di questo strumento ma il mondo occidentale per rimanere competitivo deve puntare sulla qualità di prodotto e di processo utilizzando in modo razionale le risorse come acqua ed energia. In questo senso le Apea possono rappresentare anche un marchio di qualità utilizzabile da pezzi importanti dell'industria Toscana» ha concluso Crescioli.

L'adesione all'Apea è volontaria per le imprese quindi per funzionare deve essere evidente un vantaggio dal punto di vista dei servizi offerti ma anche economico. «Il gestore unico è il vero elemento di novità delle Apea- ha spiegato Aldo Nepi della Regione Toscana- opera su tutto il suo ciclo di vita occupandosi degli aspetti ambientali, della salute, della sicurezza garantendo la competitività. E naturalmente viene offerto un servizio. Pensiamo ad esempio alle autorizzazioni che sono uniche».

Tenere insieme sostenibilità ambientale e competitività delle imprese è la scommessa per il futuro anche in Toscana, dove non bastano i settori del turismo e le produzioni tipiche per mantenersi competitivi rispetto ai nostri concorrenti, cioè le regioni più avanzate in Europa. Le linee guida regionali sulle Apea che dovrebbero essere ultimate nei primi mesi del 2011, daranno un supporto importante alle aziende grandi e piccole che hanno intenzione di intraprendere questo percorso virtuoso. Come detto fondamentale è la figura del gestore che cura e amministra l'Apea, assicura il miglioramento delle prestazioni ambientali e garantisce alle imprese dell'Area produttiva ecologicamente attrezzata di beneficiare di economie di scala e dei risparmi della corretta gestione.

Ma questo soggetto pubblico, privato o misto che deve far presa sulle varie aziende godendo della loro fiducia e interloquire con le istituzioni locali, come viene sostenuto anche economicamente? Nell'esperienza virtuosa pratese gestita dal Conser Onlus che ha portato avanti il progetto "Go Green Apea" pare non siano stati richiesti soldi alla fiscalità generale e alle aziende ma i finanziamenti sono arrivati con il 5 per mille e sponsorizzazioni. Se il servizio offerto alle imprese e alla collettività è riconosciuto e certificato in cui sono integrati anche parametri sociali ci possono anche essere altre forme di sostegno per chi opera nel settore. Le istituzioni pubbliche a cui spetta il ruolo di pianificare, devono favorire percorsi di riqualificazione verso le Apea, di aree produttive già esistenti e sviluppare nuove politiche insediative possibili solo attraverso parametri di sostenibilità (vedi la diminuzione del consumo di suolo).

Le Apea in questo senso possono essere un modello da seguire superando anche le logiche dei distretti, ma è necessario un salto di qualità anche in termine di formazione, informazione e di marketing facendo comprendere che le maggiori attenzioni ambientali hanno riscontri positivi anche sulla competitività delle aziende guardando a nuovi paradigmi economici per fare impresa. Del resto il tempo delle "vacche grasse" in cui i costi ambientali erano esternalizzati e scaricati sulla collettività per fortuna sta, seppur lentamente, terminando.

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