[30/11/2010] News

Corea del Nord: «Abbiamo migliaia di centrifughe per arricchire l'uranio»

LIVORNO. La Corea del nord non si ferma con le sue provocazioni e mentre mette sulle rampe di lancio nuovi missili per contrastare le manovre congiunte Usa-Corea del sud, afferma di disporre di «Diverse migliaia di centrifughe presso un sito di arricchimento dell'uranio», naturalmente  utilizzato a scopi pacifici. L'agenzia ufficiale del regime nazional-stalinista di Pyonyang, la Kcna, riporta brani dell'editoriale di oggi del Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito del lavoro (comunista) della Corea del nord spiega: «In questo momento stiamo costruendo un reattore ad acqua leggera (...) e utilizziamo un moderno sistema per l'arricchimento dell'uranio con diverse migliaia di centrifughe».

Il regime nordcoreano conferma quindi quanto rivelato dall'analisi delle immagini satellitari: sta realizzando un reattore a nucleare di Yongbyon, in violazione degli accordi e fregandosene delle sanzioni Onu. Nei giorni scorsi, prima di cannoneggiare il 23 novembre un'isola di confine sudcoreana uccidendo 4 persone, Pyongyang aveva affermato che le centrifughe sono destinate alla produzione di uranio debolmente arricchito per alimentare un nuovo reattore ad acqua leggera in costruzione a Yongbyon. Quel che non dice il regime dinastico nazional-comunista è che la nuova installazione può facilmente produrre uranio arricchito ad uno stadio utile per fabbricare armi nucleari.

Mentre i compagni nordcoreani mostrano i muscoli nucleari, Hong Lei, il portavoce del ministero degli esteri cinese, oggi ha detto che «Nel contesto attuale, è essenziale e importante ritornare al dialogo ed ai negoziati il più velocemente possibile. La Cina spera che tutte le parti interessate si sforzeranno di diminuire le loro reciproche inquietudini nel quadro dei colloqui a 6 e che manterranno la pace e la stabilità nella penisola coreana».

Dopo lo scambio di cannonate tra le due Coree e l'escalation nucleare di Pyongyang è però molto difficile che Usa, Russia e Giappone si mettano intorno ad un tavolo con coreani e cinesi proprio mentre sono in corso le manovre militari congiunte Usa-Corea del sud nel Mar Giallo, ad un passo dai cannoni nordcoreani. Ma la Cina insiste: i colloqui potrebbero già riprendere i primi di dicembre e secondo Hong «Il punto di partenza della proposta cinese per queste consultazioni urgente è quello di ridurre le tensioni nella penisola coreana e di offrire una base di impegno e dialogo. Crediamo che tutte le parti interessate considereranno seriamente la proposta della Cina e risponderanno in maniera volontaria».

Oggi è atteso in Cina Akitaka Saiki, il capo della delegazione giapponese dei negoziati a 6 sul dossier nucleare coreano. Il funzionario giapponese incontrerà il rappresentate speciale cinese per gli affari della penisola coreana, Wu Dawei, e probabilmente i due parleranno della grande preoccupazione del governo di Tokyo per quel che succede in Corea del nord, visto come una minaccia diretta, ma anche del perché la Cina abbia confermato gli aiuti militari a Pyongyang proprio il giorno in cui i nordcoreani bombardavano il sud e minacciavano di estendere la guerra a tutti i loro "nemici".

Ieri il Rodong Sinmun ha definito le manovre militari americane-sudcorane «Una nuova provocazione per la pace e la stabilità della penisola coreana. Costituiscono un'azione criminale che potrebbe condurre la regione sul bordo di un'esplosione». Poi con la solita faccia tosta che distingue il regime nazional-comuunista ha aggiunto: «Benché la Repubblica popolare democratica di Corea e la comunità internazionale vogliano abbassare le tensioni nella penisola coreana e preservare la pace, gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea mancano di volontà e tentano di provocare un conflitto gettando olio sul fuoco».

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