[31/08/2009] News toscana

Baronti (Legambiente) risponde a Bencistà: «No linea pregiudiziale contro gli impianti in sé, ma nel Piano ne sono previsti troppi»

FIRENZE. «Siamo favorevoli a ridurre il numero dei termovalorizzatori previsti nel Piano provinciale» è l'incipit della replica di Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, alla proposta lanciata dal sindaco di Greve in Chianti (vedi articolo correlato, link a fondo pagina), che in occasione di una festa del Pd ha espresso parecchi dubbi sulla realizzazione del nuovo inceneritore di Testi, ipotizzando come alternativa una centrale a biomasse e/o di utilizzare il cementificio Sacci per bruciare parte del cdr.

«Per esempio per l'area di Firenze - prosegue Baronti - noi già proponemmo un solo termovalorizzatore per tutto l'Ato, e non tutti quelli previsti. Perché se è vero, come è vero, che per gli impianti di termovalorizzazione sono stati fatti passi avanti molto importanti per ridurne le emissioni, è pur vero che di emissioni ne producono tuttora.

Quindi noi sosteniamo la politica del "meno peggio", della riduzione del danno, anche perché alternative non ce ne sono. C'è da aggiungere, su questo, che si è scoperto che i termovalorizzatori di nuova generazione comunque producono particelle con diametro inferiore a 2,5 micron, ma che queste incidono per il 3% sulla quantità presente nell'aria in regione, mentre il traffico veicolare ne produce il 60%. E allora, ci viene da interrogarci: perché tutti quelli che se la prendono con gli inceneritori per le micropolveri non se la prendono anche col traffico privato?».

Per il presidente toscano dell'associazione ambientalista, comunque, «la proposta di Bencistà va nella direzione di quello che sostiene anche Legambiente: evitare il proliferare dei termovalorizzatori, quindi farne meno di quelli previsti e comunque dimensionarli agli obiettivi di raccolta differenziata posti per i prossimi anni. Quindi siamo d'accordo con la proposta specifica. Se poi si parla anche di una generale riqualificazione ambientale dell'area di Testi, pensiamo che tramite l'innovazione tecnologica si potrà migliorare la situazione della Sacci, che lì di problemi già ce ne sono».

Piero Baronti interviene anche sulla questione del'impianto a gas, sul quale Legambiente non è pregiudizialmente contraria: «se ci vuole una diversificazione delle fonti, e alla componente rinnovabile va aggiunta allo stato attuale anche una componente fossile, il gas è adatto perché è la fonte fossile meno inquinante, e infatti come Legambiente non abbiamo detto "no" né al rigassificatore sulla costa, né al gasdotto Galsi: ma un discorso diverso, per Greve, è se si fa sia l'impianto a turbogas sia l'inceneritore.

Infine, sull'impianto a biomasse siamo d'accordo, anzi l'avevamo persino proposto anni fa: si faccia, ma purché sia un impianto piccolo e a filiera corta. Così sarebbe un piccolo impianto "a misura di ambiente". E un'altra cosa che serve è uno studio epidemiologico nell'area».

 

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