[23/11/2010] News

Lituania: sversamento di 300 tonnellate di fanghi radioattivi dalla centrale in dismissione

LIVORNO. Bellona, la preziosa associazione norvegese-russa che tiene sotto controllo il buco nero del nucleare post-sovietico rivela che testimoni assicurano che lo scorso 5 ottobre la centrale nucleare di Ignalina, in Lituania, ha sversato fanghi radioattivi.

L'incidente è avvenuto durante i lavori di decomissioning del sito che utilizzava reattori nucleari Rbmk, dello stesso tipo di quelli di Chernobyl e ha provocato l'esposizione alle radiazioni del personale e una grave contaminazione delle strutture.

I gestori della centrale hanno tentato di minimizzare la portata dell'incidente, ma dopo che Bellona lo ha reso noto si è scoperto che un'inchiesta è ancora in corso e che la centrale nucleare di Ignalina (Inpp) ha promesso di pubblicare presto una relazione con i risultati dell'indagine avviata dopo l'incidente e sulla decontaminazione.

L'incidente è stato reso noto da un coraggioso giornalista-ambientalista russo, Andrei Ozharovsky, solo allora si è saputo cosa era avvenuto nel reattore nucleare Rbmk di Ignalina, a Visaginas, in Lituania, in via di smantellamento per soddisfare le norme di sicurezza dell'Unione europea. Il sito internet della centrale informa che «Un programma di dismissione dell'unità 1 dell'Inpp è stato adottato nel 2001, il reattore è stato chiuso il 31 dicembre 2004, con le disposizioni per la disattivazione dell'unità 2 che si sono aggiunte nel 2005».

Dopo la denuncia di Bellona l'addetta stampa di Ignalina, Daiva Rimasauskaite, ha fornito sul sito della centrale chiarimenti sull'incidente: «Il 5 ottobre, mentre erano in corso lavori di decontaminazione sul dispositivo di scarico, sul sistema di raffreddamento e sul sistema di bypass purification in molteplici forced circulation circuit, è avvenuta una perdita in uno dei componenti, con il risultato che i reagenti chimici utilizzati nella decontaminazione (1% di acido nitrico e permanganato di potassio) è uscita fuori dal circuito. Poiché sono in atto severe misure di sicurezza per attuare il corrente [decommissioning] progetto e che i lavori vengono eseguiti in zone sigillate equipaggiate con sistemi di drenaggio speciale, nessuno dei reagenti chimici o materiali contaminati da nuclidi radioattivi si è diffuso incontrollatamente nell'area dell'Inpp».

Inoltre lo sversamento non costituirebbe nessun pericolo per i lavoratori dell'impianto o l'ambiente e la Rimasauskaite ha assicurato a Bellona che «tutte le 300 tonnellate della soluzione radioattiva di decontaminazione fuoriuscite sono state assorbite dal sistema di drenaggio». L'addetta stampa ha addirittura negato che la cosa potesse essere considerata un incidente e lo ha definito un evento non significativo secondo la scala».

Secondo l'International nuclear event scale (Ines) dell'International atomic energy agency (Iaea), una perdita può essere considerato un incidente di livello 1 (considerevole diffusione di radioattività durante le operazioni di uno centrale nucleare), un incidente di livello 2, (considerevole diffusione di radioattività superiore ai livelli consentiti durante le operazioni in una centrale nucleare). Si ha un incidente di livello 3 se un'emissione di radiazioni provoca una seria contaminazione del sito e la conseguente esposizione della popolazione.

«Occultare informazioni su tali incidenti è a dir poco un crimine» dice Ozharovsky, ma sarebbe proprio quello che è successo secondo quanto scrive il giornale lituano in lingua russa "Litowsky Kurier" che sta indagando sulla vicenda ed ha concluso che «L'evento doveva essere considerata come un incidente» e sottolinea: «Le assicurazioni provenienti dal servizio stampa di Ignalina possono non corrispondere pienamente realtà. I lavori sono stati portati avanti nell'area housing sulla pompa collegata alla circolazione principale, con la rimozione della contaminazione radioattiva dalle apparecchiature. Dato che il circuito del reattore dell'Unità 1 era stato acceso, una rottura è avvenuta nel circuito vicino alla throttle regulator valve. Circa trecento metri cubi di "thick flushing material", una sospensione contaminante altamente radioattiva contenente acido nitrico e permanganato di potassio, è filtrata attraverso la rottura nella zona tecnologica del reattore dell'Unità.

Ma questa massa radioattiva non è andata a finire nei technological drain holes, come è affermato nella dichiarazione preparata dalla signora Rimasauskaite. Secondo informazioni non confermate, questo è stato il motivo per cui un gran numero di dipendenti dell'impianto erano impegnati in lavori di pulitura dopo l'incidente. La gente ha raccolto manualmente le sospensione radioattive filtrate, togliendole dalla technological area e "'seppellendole" nel sito. Non c'è dubbio, che lavorare con materiale contaminato ha portato queste persone ad esporsi alle radiazioni. Ma sono costrette a prendere tali rischi per la paura di perdere il lavoro».

E' quel che scrivono anonimamente anche i lavoratori nucleari di Visaginas in un loro forum su internet e sul giornale web Delfi.Lt. I lavoratori hanno messo in linea anche le foto dello sversamento di fanghi ed uno di loro spiega: «L'obiettivo del programma era quello di ridurre i livelli di radioattività emessa dalle attrezzature [multiple forced circulation circuit] attrezzature, e il decontamination ratio era previsto a 20 (in parole semplici, la radioattività doveva essere ridotta di 20 volte). Come si può vedere dalla foto, hanno raggiunto l'obiettivo pienamente, ma non hanno preso in considerazione un piccolo intoppo: che il 5% di acido nitrico, [riscaldato a una temperatura] a 90 gradi, più il permanganato di sodio all1,5% (Questo metodo è noto come Cord method), più l'effetto idraulico creato dalla circolazione [della pompa principale], può facilmente mangiarsi l'acciaio inox ... Ma quando ci sono soldi in gioco, non c'è tempo per analizzare i problemi di sicurezza, e il risultato è stato proprio quello li, sugli elementi dell'impianto, con tutti i radionuclidi provenienti dal multiple forced circulation circuit».

Le immagini dello sversamento pubblicate da Bellona, tutte riprese dal forum di Visaginas, parlano da sole. Si vedono i fanghi radioattivi che sgorgano da una tubazione mangiata dalla ruggine. L'azienda insiste (nonostante i lavoratori dicano il contrario) che tutto è andato a finire nei technological drain holes e che non ha richiesto nessuna pulizia manuale, «Anche se così fosse - sottolinea Bellona - qualcuno dovrà ancora ripulire il pavimento di cemento dei locali della centrale nucleare dove sono in atto le operazionii, contaminato in seguito ala perdita».

Il sito ufficiale di Ignalina assicura che il livello delle radiazioni di fondo nella zona in cui erano in corso i lavori, così come nelle zone adiacenti, non ha superato i limiti consentiti e che «La decontaminazione è stata attuata e tutte le altre norme e misure di sicurezza necessarie intraprese. Il personale impegnato in lavori in quei aree il 5 ottobre e 6 non ha subito alcun effetto nocivo e i lavoratori non sono stati esposti a qualsiasi dosi di radiazioni extra. Non è stata registrata nessuna emissione eccessiva di radionuclidi nell'atmosfera circostante tra il 4 e il 7 ottobre».

Secondo Bellona «La logica di tale affermazioni non è chiara: se il livello della radiazione di fondo è rimasta nella norma, perché bonificare i locali? È solo una questione di linguaggio sciatto? I dipendenti che lavorano in "quelle aree", non avrebbero subito alcuna esposizione eccessiva, ma cosa sono esattamente "quelle" aree, e per quanto riguarda gli altri settori? "Non sono state registrate emissioni eccessive di radionuclidi nell'atmosfera circostante", e dove sono finite tutte le altre emissioni?» Per Bellona è praticamente impossibile che non ci siano state radiazioni: «Immaginate trecento tonnellate di una soluzione calda radioattivo che fuoriescono direttamente da una condotta arrugginita nella zona operativa dell'impianto. Le reazioni chimiche continuano a svolgersi in questa soluzione, così come le reazioni di decadimento nucleare. I loro prodotti possono benissimo sfuggire nell'aria all'interno dei locali dell'unità del reattore, e da lì, attraverso i tubi di ventilazione, al di fuori nell'atmosfera circostante ... E' anche concepibile che ci sia davvero stata un'emissione di radiazioni ma entro i limiti autorizzati per l'esercizio in corso di un impianto nucleare? Per quanto? Per 24 ore? Per un anno? Secondo alcune informazioni, i venti che soffiano in direzione nord erano prevalenti nella zona intorno a Ignalina il 5 ottobre, e se un'emissione di radionuclidi ha avuto luogo, avrebbe potuto raggiungere la città di Daugavpils, 70 km di distanza dall'impianto, nella vicina Lettonia».

L'ufficio stampa di Ignalina assicura che le informazioni sull''incidente sono state pubblicate nei tempi previsti sul suo sito internet, una cosa praticamente impossibile da verificare, ma quel che è certo è che nessuno dei Paesi confinanti, la Bielorussia e la Lettonia, è stato avvisato di quel che stava succedendo nella vicinissima centrale nucleare di Ignalina. La Lituania non ha inviati nessun rapporto ufficiale. In Russia dell'incidente se ne è parlato solo il 26 ottobre (20 giorni dopo) e solo sul giornale on-line Regnum. Solo allora se ne è accorta anche la distratta stampa lituana, che però si è affrettata a definire la cosa «Un insignificante incidente tecnico», non così drammatico come lo avevano presentato i russi. Eppure un rapporto lituano ammette che un grosso sversamento di fanghi radioattivi è realmente avvenuto che «E' stato ripulito, è stato possibile vedere il punto in cui la perdita era accadute e che la sezione [del tubo] attraverso il quale la sostanza contaminata era trapelata era semplicemente arrugginita nel tempo ed alla fine scoppiata».

Qualcosa, più di una cosa, non torna e per Bellona il puzzo di un tentativo di insabbiamento è fortissimo

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