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Negli Usa cresce la protesta contro gli oleodotti tossici della sabbie bituminose dell'Alberta

LIVORNO. La maggior parte degli americani non ha mai sentito parlare delle sabbie bituminose dell'Alberta, «Eppure è uno dei progetti più grandi e più distruttivi sulla Terra - dice Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa - Questo poco conosciuto mega-progetto industriale sta provocando un disastro ambientale in Canada, e ora minaccia di crearne uno anche qui, negli Stati Uniti».

Le comunità indigene dell'Alberta da tempo denunciano i danni provocati dalle sabbie bituminose alla salute umana e il massiccio inquinamento di aria ed acqua che provocano, ora la cosa comincia a preoccupare anche i vicini statunitensi. Sierra Club prova ad informarli anche con il suo nuovo rapporto "Toxic sand. Profiles from the Front Lines" pubblicato ieri e che prende di mira soprattutto il Dipartimento di Stato Usa che sta esaminando l'approvazione della gigantesca Keystone XL pipeline che dovrebbe portare il petrolio delle sabbie canadesi negli Usa, fino alla Costa del Golfo del Messico. In concomitanza con la pubblicazione del rapporto, migliaia di americani hanno partecipato a riunioni cittadine e manifestazioni che chiedono al segretario di Stato Hillary Clinton di fermare i cantieri degli oleodotti.

Kate Collarulli, responsabile della campagna Dirty fuels di Sierra Club, presentando il rapporto ha detto: «Mentre il nostro Paese si trascina nella peggiore recessione economica, creare posti di lavorio nell'energia pulita dovrebbe essere la priorità numero uno. Costruire la velenosa Keystone XL pipeline vorrebbe dire frenare la clean energy ed aggravare l'inquinamento ed i problemi della salute pubblica che provengono dalla dipendenza dell'America dal petrolio sporco e pericoloso».

Il rapporto spiega i grandi rischi delle sabbie bituminose per l'America e come l'oleodotto Keystone XL danneggerebbe la salute e l'economia Usa: «L'estrazione di petrolio delle sabbie bituminose per l'oleodotto richiederà il taglio a raso dell'antica foresta e l'utilizzo di enormi quantità di acqua ed energia, lasciandosi quindi dietro laghi tossiche collegati al cancro. Una fuoriuscita di petrolio dalle condutture potrebbe devastare le falde acquifere che forniscono acqua al 30% dei terreni agricoli irrigui americani. Più di 2.554 sversamenti dagli oleodotti sono avvenuti negli Stati Uniti tra gli anni 2000 e 2009. L'oleodotto aggraverebbe inquinamento atmosferico, cancro, malattie respiratorie e altri problemi di salute nelle comunità circostanti le raffinerie di petrolio a Houston, Detroit e Chicago».

Sono proprio le aree urbane di arrivo dell'oleodotto quelle dove sono iniziate le proteste, mentre cresce la preoccupazione tra gli agricoltori e gli allevatori e le comunità indiane-americane si battono contro il passaggio delle tubazioni sui loro territori. Il 12 novembre gli attivisti dell'Indigenous environmental network del Northern rockies rising tide si sono incontrati all'International Tar Sands Resistance Summit per mettere a punto le strategie per aiutare le comunità tribali dell'Alberta contro l'impatto dell'escavazione delle sabbie bituminose e quelle statunitensi ad opporsi alla realizzazione delle massicce infrastrutture che richiederà il passaggio della Keystone XL pipeline.

Intanto, le Big oil stanno chiedendo alle amministrazioni locali interessate dai progetti di nuove raffinerie enormi agevolazioni fiscali per l'oleodotto. E' quel che sta già succedendo con la "'Keystone Cushing extension" pipeline della TransCanada, che ha iniziato i suoi lavori nelle terre agricole del Kansas dove i contadini definiscono le condotte petrolifere «Una bomba ad orologeria che in pochi secondi avvelenerà la nostra terra» .

«Questi oleodotto non è nel nostro interesse nazionale - ribadisce la Collarulli - Fortunatamente il Segretario di Stato Clinton può ancora fermare questo pericoloso progetto e non farlo andare avanti. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è più inquinamento dell'aria, dell'acqua e della terra americane con il petrolio tossico delle sabbie bituminose canadesi».

Alla Clinton stanno arrivando migliaia di e-mail intitolate "Say no to Keystone XL!" firmate da cittadini statunitensi: «Caro Segretario di Stato Clinton, Ie scrivo per invitarla a battersi per l'energia pulita e dire no alla Keystone XL tar sands pipeline. La costruzione di questo oleodotto di sostanze tossiche annulla i progressi che abbiamo fatto per far partire un'economia di energia pulita. Significherebbe mettere l'acqua, i terreni agricoli e l'aria americani a rischio. E questi ci bloccherebbe in una dipendenza dal petrolio più sporco del mondo. Semplicemente, la tossica Keystone XL tar sands pipeline non è nel nostro interesse nazionale».

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