[18/11/2010] News

Parchi, datata non è la legge ma le balle

LIVORNO. Il ministro Prestigiacomo ha manifestato in Senato la sua soddisfazione per essere riuscita a portare a casa i 35 milioni che mettono ‘in sicurezza i parchi e consentono di lavorare con serenità per il futuro'. Pochi giorni fa in un incontro con i parchi aveva detto che sperava di riuscire a convincere Tremonti ma che comunque nei prossimi anni le cose non sarebbero andate meglio. Come il futuro possa essere cambiato in così poco tempo non è stato detto.

Ma soprattutto non è stato detto che i soldi serviranno solo a pagare gli stipendi e basta. E' stato detto invece che se non vogliamo ogni anno vedercela con la finanziaria ( problema per la verità che non riguarda solo i parchi) dobbiamo pensare a modalità diverse di gestione e cambiare la legge 394 ormai datata. Il ministro ignora evidentemente -o fa la gnorri- sul fatto che quella legge è già stata e malamente cambiata a cominciare dal ministero. Ci vogliono nuove aree protette ha detto la Prestigiacomo in base ad accordi internazionali. Giusto, ma il ministero non è riuscito finora neppure a classificare quella già istituite ed in particolare a gestire unitariamente quelle terrestri e quelle marine come giustamente stabilisce la legge. Il ministero da 10 anni ( si, 10 anni) non prevede alcuna programmazione e concertazione tra i parchi e le altre aree protette perché possano funzionare come un vero ‘sistema' che non riguarda ovviamente soltanto quelli nazionali. E mentre la Convenzione europea sul paesaggio firmata a Firenze stabiliva lo stretto raccordo tra paesaggio, natura e ambiente, al piano dei parchi è stato sottratto dal codice dei beni culturali il paesaggio su cui la 394 aveva anticipato la convenzione. La firma a Firenze ha sanzionato il matrimonio già previsto dalla legge 394 e il codice nostro recente torna a separarli senza che il ministero e neppure al senato abbiano avuto qualcosa da dire.

E quando Calderoli voleva con una tratto di penna abrogare i parchi regionali in nome del federalismo padano ( come alcuni leghisti stanno riproponendo in alcune regioni) il ministro non ci risulta abbia protestato. Anzi aveva considerato e definito i parchi ‘poltronifici' e pensato anche a non meglio specificate forme di privatizzazione magari facendo pagare i biglietti (che molti parchi fanno già pagare). Ma il ministro pensava forse a qualcosa di più sostanzioso tipo le idee di Bondi per i musei che abbiamo visto che bella fine hanno fatto.

Tutta roba da buttare alla svelta nel cestino e su cui anche al Senato sarebbe bene pensassero un po' meglio rispetto, ad esempio, alla brillantissima idea messa nero su bianco di estromettere totalmente le regioni dalla gestione delle aree protette marine prevista peraltro da un legge precedente la stessa 394.

In un documento approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 5 novembre si ipotizzano specie per il Mezzogiorno in zone a ‘burocrazia zero' interventi che dovrebbero coinvolgere -par di capire-anche i parchi e le aree protette. Ecco il ministero che in fatto di burocrazia non ha niente da imparare da nessuno potrebbe cominciare da lì a disintossicarsi. Datate insomma sono le inadempienze e le ‘porcate' non la legge che va certo riconsiderata ma per evitare che sia totalmente manomessa.

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