[28/08/2009] News toscana

Scarlino energia: 70% di biomasse dal territorio e 30% dall'Indonesia

LIVORNO. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sollevate dai comitati per conoscere i tipo di combustibile bruciato nell'impianto di Scarlino, l'azienda che gestisce l'ex cogeneratore risponde ricordando che «parte integrante dell'autorizzazione Aia (c'e ne sono altre 30 in provincia di Grosseto, ndr) per attività di produzione di energia elettrica da biomasse è il piano di monitoraggio e controllo (PMeC) finalizzato alla rilevazione sistematica dei dati relativi alle emissioni derivanti dall'ipianto». Il piano di monitoraggio e la documentazione AIA sono documenti ufficiali ed in quanto tali visibili e accessibili a tutti, (oltre che pubblicati anche sul loro sito).

In ogni caso Scarlino energia spiega che le biomasse bruciate attualmente nell'impianto sono: per circa il 70% legno cippato vergine (principalmente pino, comprendente anche le pine, provenienza prevalentemente Toscana) e per il restante 30% P.K.S,. sigla che sta per gusci dei semi dei frutti delle palme da olio, provenienza Indonesia. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale non è il massimo, ma l'impianto è nato oltre dieci anni fan ben prima del recente Pier dove la Regione raccomanda caldamente (ma non impone per legge) l'utilizzo di biomasse a filiera corta (di solito si parla di un raggio di 70 km dall'impianto).

Oltre ai costi ambientali derivati dal lungo viaggio, le piantagioni di palma da olio infatti sono considerate da molti una minaccia per le foreste primarie del sud est asiatico, che spesso sono state sacrificate per far fronte alla crescente domanda di energia ‘pulita' occidentale, anche se c'è chi obietta che la palma da olio viene già coltivata per usi alimentari e quindi l'utilizzo degli scarti come biomasse deve essere considerato come recupero di materia. Insomma una questione molto aperta e dibattuta anche nella comunità scientifica internazionale.

In ogni caso questo è un aspetto che pare non interessare più di tanto i comitati locali, molto più attenti alle emissioni prodotte sul loro territorio e alle prospettive di futuro incenerimento dei rifiuti del territorio (attività peraltro più necessaria e sostenibile rispetto all'incenerimento di biomasse estere).

Quindi Scarlino Energia ricorda che «i due camini sono dotati di cabine analisi che analizzano in continuo tutti i parametri previsti dalla autorizzazione. I dati in continuo immodificabili, sono visibili sia in impianto (sala quadri) dai conduttori dell'impianto che nell'ufficio ambiente. Questo consente di monitorare continuamente l'andamento dell'impianto (sono previste segnalazioni di allarme in caso di dati anomali) e di poter intervenire di conseguenza prevedendo, per casi eccezionali, anche la fermata dell'impianto stesso. Il sistema, a fine giornata, redige report contenenti le medie orarie di tutti i parametri controllati. Mensilmente tali report, unitamente alle quantità di combustibile utilizzato e di vapore prodotto, vengono inviati a Provincia ed Arpat. Le strumentazioni sono soggette a periodiche manutenzioni e calibrazioni, tali interventi sono concordati con i tecnici Arpat di in modo da poter consentire la loro presenza durante l'intervento. Almeno due volte all'anno vengono inoltre effettuati autocontrolli con analisi in discontinuo, anche in questo caso gli enti interessati vengono preavvisati in modo da presenziare o se il caso di effettuare analisi in contemporanea. I dati relativi a tali controlli sono poi trascritti nel registro delle emissioni vidimato dalla provincia»

Infine sul sito aziendale sono riportati e resi pubblici, i dati delle emissioni e le analisi sulle acque e sui residui solidi del processo trasmesse agli enti ed alle autorità di controllo. 

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