[15/11/2010] News

Punta Perotti, Legambiente e Wwf: «Rimanga un’area non edificabile»

LIVORNO. «La revoca della confisca dei suoli su cui sorgeva l'ecomostro di Punta Perotti ci allarma». Lo sostengono Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia e Marino Spilotros, Presidente del Circolo di Bari che aggiungono: «Chiediamo al Comune di Bari di porre in essere tutte le iniziative possibili, anche attraverso compensazioni in termini di suoli o volumetrie in altre aree della città, per evitare che su quell'area verde, diventata oggi simbolo della legalità e della tutela dell'ambiente, si ritorni a costruire. Auspichiamo che le società costruttrici Sudfondi, Mabar e Iema siano disponibili a venire incontro alle esigenze di un'intera città, ma anche dell'Italia, dal momento che il Paese intero si è mobilitato contro quello scempio edile. Noi difenderemo, se necessario, con nuove battaglie l'area di Punta Perotti da nuove cementificazioni visto che, finalmente, dopo tanti anni, si è trasformata in un parco verde attrezzato e frequentato da centinaia di famiglie».

Ma cos'è successo? Che il gup del Tribunale di Bari Antonio Lovecchio ha revocato la confisca dei suoli su cui sorgeva l'ecomostro Punta Perotti, e ha disposto la restituzione dei terreni alle imprese costruttrici che subirono la confisca al termine del processo per lottizzazione abusiva dei suoli. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, propone - fonte Ansa - un accordo tra lo stato e i soggetti proprietari. «Quello che è certo - assicura - è che non possiamo consentire che sull'area del parco di Punta Perotti si possa ancora edificare». «Siamo disponibili - spiega il sindaco - a trovare un accordo per spostare quei valori edificabili in un'altra area. Se l'accordo non dovesse essere trovato l'amministrazione comunale varerà una variante al piano regolatore di inedificabilità di quell'area. Per noi l'area Punta Perotti è il simbolo della rinascita e non può essere cancellata da norme contraddittorie e da sentenze che vanno contro il comune sentimento delle persone».

Anche il Wwf interviene sulla decisione del gup: «Deve rimanere assolutamente inedificabile escludendo definitivamente ogni possibilità di ricostruzione. Da un punto di vista ambientale e paesaggistico, poco importa se a sbagliare siano stati i soggetti privati o pubblici, certo è che lo scempio era davvero enorme sotto tutti i punti di vista, scempio a cui fortunatamente grazie anche al coraggio del Sindaco Emiliano si è rimediato con l'abbattimento. Oggi non occorre dunque tanto recriminare rispetto alla nuova decisione dei magistrati di restituzione dei terreni, ma guardare al futuro di queste aree perché c'è da scommettere che se queste rimarranno in mano ai privati nell'attuale stato vincolistico saranno oggetto di progetti e proposte che, seppure differenti dalle ormai defunte "saracinesche", comunque andranno ad insistere in un luogo che va mantenuto libero ed aperto nell'interesse di tutta la città di Bari».

Chi può dunque fare qualcosa? Gli strumenti urbanistici del Comune e quelli del piano paesaggistico in capo alla Regione dovrebbero dare una risposta di garanzia. Il Wwf ritiene però che forse la soluzione definitiva stia in uno sforzo congiunto di tutte le Amministrazioni per portare questi terreni in proprietà pubblica.

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