[12/11/2010] News

Bonus eco-ristrutturazioni fuori dalla Finanziaria, come mortificare l'economia ecologica

LIVORNO. Quando dall'astrattezza della teoria dell'economia (ecologica) si passa alla pratica anche in Italia gli esempi non mancano. Scrive oggi il Sole24Ore rispetto al mancato ripristino dello sgravio del 55% per il risparmio energetico negli edifici che: «Il Cresme ha stimato che nel periodo 2010-2020, con i soli interventi richiesti nel 2007-2010, le uscite per lo Stato saranno di 7,26 miliardi, di cui l'81% per mancato gettito Irpef e il 19% per minore imposte dovute al risparmio energetico, mentre si registreranno maggiori entrate per 5,52 miliardi legate ai maggiori interventi stimolati. Il saldo sarebbe negativo per 1,74 miliardi, 174 milioni l'anno».

«Tuttavia - spiegano sempre al Cresme - l'ipotesi di proroga che avevamo suggerito nel Rapporto Saienergia di ottobre, differenziare cioè le aliquote tra le varie tipologie di interventi, premiando quelli con più risparmio energetico, e con controlli più rigorosi sui tetti di spesa per unità di misura, avrebbe comportato un saldo zero per le casse dello Stato».

Secondo il governo questo provvedimento sarà inserito tuttavia nel Milleproroghe, ma a parte che ancora non è certo, anche se lo fosse, è l'attesa che deprime l'economia (ecologica).

Questa detrazione, infatti, ha messo d'accordo tutti, dalle piccole alle grande aziende fino ai privati cittadini. E' stata una delle poche cose che hanno dato ossigeno all'economia e ora che magari le aziende stanno programmando gli investimenti da fare, gli si tarpano le ali lasciandole a "galleggiare" in una fase in cui tutti si sgolano sull'importanza di dare messaggi di fiducia nell'ottica della crescita.

Crescita che peraltro sarebbe anche sostenibile, visto che si parla di riduzione dei consumi energetici. Lavoro per le aziende e lavoro per le persone e invece no. Si predica fiducia e si razzola incertezza. Non solo, come scrivevamo ieri, tutto ciò che riguarda la sostenibilità vale comunque la pena far scendere sistematicamente nell'elenco delle priorità.

Persino Napolitano lo ha ricordato - facendo riferimento esplicito al dissesto idrogeologico - e criticando una manovra definita "al buio" ovvero senza prospettive. Un conto, infatti, è stare attenti al bilancio, un conto fare solo l'elenco dei tagli e non far minimante capire (perché nei fatti non si sa) che idea di sviluppo del Paese si ha in testa. Per questo e non solo per questo, l'attuale maggioranza deve andare a casa.

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