[10/11/2010] News

Maltempo e malgoverno del territorio: dal Veneto alla Campania l'Italia è unita nell'emergenza

FIRENZE. Mentre in Veneto si contano i danni, il maltempo colpisce ora il Sud. Il fiume Sele è straripato in vari punti, nel salernitano è esondato anche il Tanagro, nell'agro sarnese nocerino il torrente Solofrana (affluente del Sarno) ha rotto gli argini e complessivamente sono state evacuate 300 persone dalle loro abitazioni.

Lo scenario è quello già visto: campagne allagate come le molte strade poderali, animali affogati o nel migliore dei casi in fuga, colture andate perse, attività produttive messe in forte crisi. In queste ore, per tutte le tragedie che stanno attraversando il Belpaese si deve solo pensare alla solidarietà per le persone colpite e a far ripartire le attività bloccate per un lento ritorno alla normalità.

Ma poi quando le acque si saranno ritirate sarà bene analizzare in Veneto come in Campania, come il territorio è stato trattato, come sono gestiti o non gestiti i corsi d'acqua principali e il reticolo idrografico minore, cosa prevedono i Piani strutturali dei comuni in merito a future urbanizzazione, a che punto è la Pianificazione nei singoli bacini per la mitigazione del rischio e in che fase di realizzazione sono (se previsti) gli interventi pianificati.

Ma una risposta immediata poco confortante viene da Legambiente. Nel recente rapporto Ecosistema rischio è stato rilevato che in Campania sono ben 474 i comuni a rischio frane o alluvioni, ossia l'86% del totale e la provincia di Salerno è risultata la più fragile con il 99% delle municipalità classificate a rischio. Secondo l'ultimo dossier di Legambiente e della Protezione civile, in Campania l'80% dei comuni ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi o in aree a rischio frana, il 25% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 54% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con evidente pregiudizio non solo per l'incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni.

«Basta con la Campania della paura e della perenne emergenza. Con le piogge autunnali torna subito l'allerta per i fiumi e purtroppo le immancabili conseguenze drammatiche -hanno dichiarato Michele Buonomo e Giancarlo Chiavazzo rispettivamente presidente e responsabile scientifico di Legambiente Campania- Sembra che le tragedie del passato non servano a nulla perché ancora una volta ci troviamo a curare il malato anziché prevenire la malattia. Delocalizzazione laddove è possibile e un grande piano di manutenzione ordinaria del territorio sono quello che ci vuole per una Campania sicura».

Intanto sul fronte risarcimento danni il presidente Silvio Berlusconi ha informato che Palazzo Chigi metterà a disposizione della Protezione civile e della Regione Veneto una somma di 300 milioni e poi altre risorse saranno impegnate nella spesa corrente a bilancio dei danni definitivo. Altri fiumi di soldi, doverosi a questo punto, da riversare nei territori a danni avvenuti che si vanno ad aggiungere all'enorme quantità di denaro impiegato negli scorsi decenni per rispondere alle emergenze idrogeologiche. E per la prevenzione solo briciole. Fino a che i cittadini, tutti, non si ribelleranno a questa situazione la storia continuerà all'infinito.

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