[10/11/2010] News toscana

Il limite dei rifiuti raccolti "alla porta"? Che è solo il primo passo...

FIRENZE. Sul Sole 24 Ore Centro Nord di oggi, il lettore Giovanni G., di Argelato,  provincia di Bologna, dice la sua sul sistema di raccolta "porta a porta" in quel comune . Ecco le sue parole:

"....Fra le tante cose che si potrebbero dire, ma che non possono trovare spazio in una rubrica di questo tipo, non posso non citare la grande mistificazione dei dati di raccolta differenziata che venivano propinati ad Argelato (BO), a cura del Comune e della società addetta alla raccolta. Tutti sapevano benissimo che i dati erano alterati dalla cosiddetta migrazione di rifiuti. In altre parole accadeva che tanti cittadini, mentre si recavano al lavoro in comuni vicini o nella stessa Bologna, portavano i loro rifiuti nei cassonetti altrui, lasciando ad Argelato solo i rifiuti differenziati, per i quali il comune aveva lasciato diversi contenitori di raccolta. In questo modo, con l'indifferenziato fuori comune ed il differenziato nel comune, i valori erano altissimi...... Abbiamo la certezza che si possano raggiungere risultati interessanti e duraturi solo con una maggiore educazione dei cittadini, mentre il trattamento da sudditi che devono stoccare in casa i vari bidoni, da portare su e giù per le scale in tempi e giorni prestabiliti, porta soltanto a comportamenti  elusivi e furbeschi, senza nessun vantaggio per l'ambiente". In chiusura, il lettore  invita tutti "....ad un dibattito serio sull'argomento, vedendo in giro tanta disinformazione e demagogia. "

Se accogliamo l'invito finale, non possiamo fermarci al primo passo proprio per completezza d'informazione. Solo vedendo lo scenario completo cambiano alla radice i nostri comportamenti. La raccolta differenziata è un mezzo per avviare al riciclaggio le materie prime seconde: molti possono essere i sistemi per  intercettare i vari materiali oggetto della separazione dei rifiuti. E' il Comune, in base alle caratteristiche urbanistiche, architettoniche, strutturali, che decide insieme al gestore il"mosaico" dei servizi, adattando i sistemi alle tipologie del territorio.

Nel caso specifico siamo certi che una piccola minoranza abbia adottato i comportamenti segnalati dal lettore, che comunque indica  una distorsione nell'applicazione di un modello - uno dei tanti possibili, il porta a porta - scelto quale primo anello della catena che deve portare al recupero delle materie. E la distorsione, pur realizzandosi in altri territori, tale rimane. Siamo certi che il "gestore" avrà ricalibrato il modello prescelto, così da facilitare il compito dei cittadini, senza dare origine alla migrazione dei rifiuti  ma, all'opposto , confermando che il loro impegno si traduce in un buon avvio.

Ma è il secondo aspetto, decisivo per finalizzare il primo, che quasi sempre scompare dai ragionamenti: cioè garantire effettivamente che tutto questo lavoro di differenziazione sia tradotto negli obiettivi di riciclaggio per cui il sistema è stato pensato e impostato. Se vogliamo informare correttamente, come chiede il lettore, non dobbiamo fermarci al primo passaggio, pur essendo importante.

Scelta la metodologia  più giusta, dobbiamo seguire con attenzione anche i successivi passaggi, concatenati al primo - e tra di loro - per far si che  sia raggiunto l'obiettivo finale, il riciclo. Quindi porre attenzione alla modalità della raccolta dei singoli materiali operata giornalmente dagli addetti; definire com'è organizzata  la logistica del trasferimento dei materiali;  poi come sono effettuati i trattamenti  negli impianti di riciclo dedicati,  affinché ci sia un'ottimizzazione logistica e di sistema (quindi anche economica), così da arrivare al passo successivo: garantire  il reale  posizionamento sul mercato delle materie seconde o dei manufatti con esse ottenuti. Se solo uno di questi passi è trascurato o malfatto, tutti gli altri sono stati inutili e il risultato finale non c'è!

 Allora è chiaro che raccogliere non è riciclare: ri-produrre manufatti che abbiano valore e sappiano stare sul mercato è altra cosa che preoccuparsi solo di dove mettere i rifiuti. In Toscana ci sono esperienze sempre più consolidate di aziende che traducono in nuovo prodotto il flusso di materie seconde: dalla plastica, dal vetro, dall'alluminio, dalla carta, etc..  Perciò fatto il primo passo dal cittadino (possibilmente bene)  la storia è tutt'altro che finita.

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