[28/08/2009] News

La Svizzera taglierà le emissioni del 20%, ma respinge la proposta popolare per il meno 30%

LIVORNO.  In Svizzera la legge sulla CO2 è al centro della politica climatica della Confederazione e regola tutte le misure fino al 2012, quindi deve essere ulteriormente sviluppata a partire dal 2013. Il Consiglio federale (il governo, ndr) ha sottoposto al Parlamento il messaggio relativo a queste modifiche che viene considerato un controprogetto indiretto all'iniziativa popolare federale "Per un clima sano"  che chiedeva entro il 2020  una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 30%  rispetto al 1990.  Una riduzione che dovrebbe avvenire con l'adozione di misure da parte della Svizzera per limitare a lungo termine il riscaldamento climatico a un massimo di 2 gradi rispetto al livello preindustriale.

In un comunicato governativo si legge che «Il Consiglio federale riconosce l'urgente necessità di interventi a livello di politica climatica. Con il progetto di revisione della legge sulla CO2, il Governo riprende la richiesta dei promotori dell'iniziativa e stabilisce degli obiettivi di riduzione vincolanti fino al 2020.  Il Consiglio federale raccomanda all'Assemblea federale di respingere l'iniziativa popolare, dato che l'adozione di un articolo costituzionale che stabilisca un obiettivo di riduzione nazionale del 30% non permetterebbe la flessibilità necessaria per affrontare il problema. Con il suo controprogetto indiretto, il Governo vuole ammettere entro certi limiti anche l'utilizzo dei certificati di emissione esteri riducendo quindi i costi economici. L'approccio scelto è più integrale rispetto a quello proposto dall'iniziativa popolare: in futuro rientreranno nel campo di applicazione della legge tutte le emissioni di gas serra e le prestazioni fornite dai pozzi di carbonio disciplinate a livello internazionale come pure gli adattamenti ai cambiamenti climatici».

Ecco le misure proposte dal Consiglio federale per far calare entro il 2020 le emissioni di gas serra in Svizzera del 20% rispetto ai livelli del 1990:  «Il mantenimento della tassa d'incentivazione sul CO2 applicata ai combustibili, pari a 36 franchi per tonnellata di CO2, e la possibilità per le aziende di chiedere l'esenzione dal pagamento di detta tassa, purché si impegnino nei confronti della Confederazione a ridurre le loro emissioni di CO2; La destinazione parzialmente vincolata dei proventi della tassa sul CO2 per un massimo di 200 milioni di CHF l'anno da destinare a misure volte ad abbattere le emissioni di CO2 nel settore degli edifici (risanamento di tetti, finestre e facciate, energie rinnovabili al posto di impianti di riscaldamento a base di vettori fossili). A seconda dell'andamento del prezzo del petrolio, l'aliquota della tassa può essere aumentata in due fasi, sempre che tale aumento risulti necessario per realizzare l'obiettivo. La legge esorta inoltre i Cantoni a promuovere, con il sostegno della Confederazione, una costante riduzione delle emissioni annue di CO2degli edifici riscaldati con vettori energetici fossili; L'eventuale introduzione della tassa d'incentivazione sulle emissioni di CO2 applicata ai carburanti, se ciò fosse necessario per centrare gli obiettivi; L'adozione di un obiettivo per le emissioni di CO2 prodotte dalla media delle automobili nuove vendute; L'introduzione dell'obbligo per i produttori e importatori di carburanti fossili di compensare almeno un quarto delle emissioni di gas serra causate adottando misure di riduzione in Svizzera o all'estero; Il mantenimento e il miglioramento dell'attuale sistema di scambio di quote di emissioni (ETS) per le aziende con un elevato consumo energetico in vista del collegamento con il sistema europeo. L'obiettivo è quello dell'integrazione nel sistema europeo di scambio di quote di emissioni; Il coordinamento da parte della Confederazione delle misure di adattamento necessarie al cambiamento climatico già in atto; Il rafforzamento delle attività nei settori della formazione, della ricerca e dello sviluppo al fine di ridurre le emissioni di gas serra e per l'adattamento ai cambiamenti climatici».

Secondo il governo svizzero l'impatto sull'economia nazionale delle misure di riduzione proposte fino al 2020 è moderato: «Non ci si dovrà attendere alcun calo di rilievo della crescita o del benessere, così come non ci si dovranno aspettare importanti effetti strutturali per l'economia nazionale. Si stima che nel 2020 vi sarà una riduzione del Pil compresa fra lo 0,2 e lo 0,4%. Con un aumento dell'obiettivo di riduzione fino al 30%, potrebbe esservi un calo del Pil compreso fra lo 0,3 e lo 0,7%».

Praticamente il governo svizzero si adegua al pacchetto clima-energia "20-20-20" dell'Unione europea, della quale ormai è un'enclave e ne adotta anche la prudente disponibilità a fare di più se anche gli altri lo faranno: «Dato che ai Paesi industrializzati si chiedono sforzi maggiori per stabilizzare a un livello non pericoloso le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera - si legge nel comunicato del Consiglio federale - la Svizzera è disposta ad aumentare l'obiettivo di riduzione entro il 2020 al 30 per cento rispetto al 1990. Ciò dipende tuttavia dall'andamento della Conferenza dalle Nazioni Unite sul clima prevista a Copenhagen nel dicembre 2009. Nel suo messaggio, il Consiglio federale illustra la strategia con la quale intende realizzare detto obiettivo. Se nell'ambito della Conferenza di Copenhagen sul clima la comunità degli Stati dovesse prendere delle decisioni incompatibili con il progetto di legge proposto, il Governo sottoporrà al Parlamento le eventuali modifiche della legge sulla CO2 al più tardi nel quadro del messaggio relativo alla ratifica del trattato post-Kyoto».

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