[02/11/2010] News

Il nucleare (e il gas e petrolio) del Vietnam se lo dividono russi e giapponesi

LIVORNO. Il 31 ottobre Vietnam e Russia hanno approfittato del summit dell'Asean di Hanoi per firmare un accordo sulla costruzione della prima centrale nucleare vietnamita. L'agenzia ufficiale Viêt Nam News informa che il presidente russo Dmitri Medvedev e quello vietnamita Nguyen Minh Triet hanno assistito alla firma e che «Questo accordo da 5 miliardi di dollari dovrebbe contribuire al settore energetico del Vietnam per rispondere alla domanda crescente dell'economia».

Inoltre Medvedev ha firmato un protocollo d'intesa con il governo comunista del Vietnam che ha assicurato il suo sostegno all'acquisto della azioni vietnamite della British petroleum da parte della russo-britannica Tnk-Bp. Ria Novosti spiega che «A metà ottobre, Tnk-Bp si era accordata con la sua azionista British petroleum per l'acquisizione delle sue quote in Vietnam e in Venezuela. Questa scelta ha a che fare con la necessità per il gruppo britannico di ottenere circa 30 miliardi di dollari per eliminare la marea nera nel Golfo del Messico. L'ammontare della transazione è valutato in 1,8 miliardi di dollari». L'accordo con i vietnamiti sarebbe infatti simile a quello firnato a Mosca durante la visita del presidente del Venezuela Hugo Chavez il 4 e 15 ottobre. Insomma, i russi si presterebbero a fare da matrioska a questa operazione delle scatole cinesi della Bp che, in uno strano cortocircuito storico- ideologico della globalizzazione, post-guerra fredda, passano da Mosca per raggiungere attraverso Hanoi e Caracas le coste inquinate degli Stati Uniti.

Tornando all'accordo nucleare tra Medvedev e Triet, Viêt Nam News sottolinea che «Entrambe le parti hanno convenuto che la cooperazione per l'economia, il commercio e gli investimenti non aveva ancora raggiunto il suo pieno potenziale. I due leader hanno detto che la cooperazione non riflette il livello della partnership strategica di cui godono il Vietnam e la Russia. Triet ha detto che con Nedvedev ha anche discusso della creazione di un'area di libero scambio tra Vietnam, Russia, Bielorussia e Kazakhstan che dovrebbe contribuire al programma di aumentare il fatturato del commercio bilaterale russo-vietnamita a 3 miliardi di dollari nel 2012 e a 10 miliardi di $ entro il 2020. Nei primi otto mesi di quest'anno, il fatturato degli scambi era pari a 1,17 miliardi dollari. Entrambi i leader hanno riconosciuto che la cooperazione economica negli ultimi anni è migliorata a passi da gigante, soprattutto nel petrolio e nel gas e nell'energia atomica».

Oltre alla centrale nucleare vietnamita verrà realizzata anche la a Rusvietpetro, una joint venture tra Petrovietnam e il gruppo petrolifero russo Zarubezhneft che ha trovato il petrolio nella regione russa di Nenesky e che dovrebbe operare anche in Paesi terzi. Medvedev ha assicurato che la Russia è interessata a costruire progetti di infrastrutture, a modernizzazione le ferrovie e le telecomunicazioni e ad investire in progetti ad alta tecnologia in Vietnam. Intanto russi e vietnamiti hanno discusso di cose che li interessano molto: nucleare, cooperazione energetica e tecnologia militare.

Sul nucleare il Vietnam sembra impegnato a dare dispiaceri al suo grande ed ingombrante vicino cinese, dopo i russi ha infatti scelto il Giappone come partner per costruire la sua seconda centrale nucleare nella e provincia di Ninh Thuan. Li o ha annunciato il primo ministro comunista di Hanoi, Nguyen Tan Dung, durante i suoi colloqui con il premier democratico giapponese Naoto Kan a margine del summit dell'Asean.

Dung ha evidenziato la continua assistenza data al Vietnam dai giapponesi per sostenere la sua avventura nucleare e Kan ha detto di aver trovato nel poverissimo Vietnam tutti i requisiti necessari alla realizzazione di un progetto nucleare e di essere pronto a fornire il nucleare made in Japan "chiavi in mano", «Compresi i prestiti preferenziali, il trasferimento tecnologico, la formazione delle risorse umane, la cooperazione nel trattamento delle scorie e per assicurare un approvvigionamento stabile di materiali durante la vita del progetto».

Il leader comunista vietnamita ha detto che il suo governo ha già molto apprezzato la cooperazione data dal Giappone nelle miniere di carbone e per il petrolio e il gas, per il risparmio e l'efficienza energetica, per le energie pulite e per le tecnologie dell'informazione (più o meno quanto detto ai russi). I giapponesi hanno aperto una breccia nel duro cuore comunista del governo di Hanoi diventando il più grande donatore di aiuti pubblici per lo sviluppo del Vietnam, con sostanziosi contributi per l'industrializzazione e la modernizzazione del Paese fatta di una crescente delocalizzazione di imprese occidentali ed asiatiche. Nel 2009 l'aiuto pubblico del Giappone al Vietnam è stato di 155 miliardi di yen (1,9 miliardi di dollari) e Kan ha ribadito a Dung ha detto a l'intenzione di stanziare 79 miliardi di yen (979 mila dollari) in aiuti pubblici allo sviluppo per i cinque progetti, tra cui il Lach Huyen Port Complex nella città portuale settentrionale di Hai Phong.

Viêt Nam News riferisce anche che il governo giapponese ha deciso di prendere in considerazione il sostegno al Long Thanh International Airport, alle "expressway" Ninh Binh-Bai Vot e Nha Trang-Phan Thiet ed ai progetti delle nuove metropolitane ad Ha Noi e ad Ho Chi Minh City.

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