[26/08/2009] News

Vivere con cura. Verso Copenaghen. (Petr)olio di gomito e di ginocchio (Prima parte) di M. Correggia

Dunque: seguendo il suggerimento della rubrica Vivere con cura di metà luglio ("verso Copenaghen. Pesarsi per un mese"), abbiamo calcolato per un mese i nostri consumi di beni e servizi per poter poi ridurre fino all'80% la nostra impronta climatica quale personale impegno in vista della Conferenza mondiale di Copenaghen sul clima nel prossimo dicembre? E, come suggerivano le rubriche successive, abbiamo intanto abbattuto e fatto abbattere "l'effetto serra di puro spreco" - quello senza alcun vantaggio per la nostra vita, nemmeno presunto? Se sì, a seconda di come eravamo alla partenza, potremmo già aver abbattuto una buona percentuale di gas serra! Adesso partiamo dalle nostre emissioni nette, al netto cioè dello stupido spreco. Nota bene: se siamo particolarmente parchi e certamente non sprechiamo energia (ma alla fine andando a vedere tutto, non è proprio così per quasi nessuno...), possiamo assumerci il grande e meritevole impegno di far abbattere le emissioni altrui: delle singole persone che ci circondano e della collettività di cui facciamo parte, come abbiamo suggerito nelle "puntate precedenti". 

Il nostro corpo, motore sostenibile

Qual è un ottimo, spesso inutilizzato strumento per ridurre l'uso di energia fossile e dunque i gas serra? La nostra energia fisica! Un fai da te di massa e l'equa redistribuzione della fatica: sarebbero due rivoluzioni benefiche per l'equità internazionale e la sopravvivenza del pianeta. Cambierebbe il mondo se ogni persona in buona salute si assumesse una quota di impegno muscolare per la produzione di beni e servizi essenziali. Da un lato sarebbe superata una grande ingiustizia che percorre le nazioni e il mondo: lo scaricare la fatica fisica sulle mani, le schiene e le gambe di una parte solo dell'umanità, dei moderni schiavi per padroni magari lontani e non consapevoli di esserlo. Dall'altro lato si sostituirebbe senza fatica con l'energia umana una frazione rilevante dell'energia fossile oggi impiegata nella produzione di servizi, con un notevole risparmio di energia fossile. Ecco perché parliamo di petrolio di gomito.   

Anche a proiettarci in un futuro convertito alle energie pulite, la liberazione totale dallo sforzo muscolare nel lavoro remunerato e in quello domestico non sarebbe possibile: per la loro natura esse devono andare di pari passo con la riduzione della domanda globale di energia. E a proiettarci in un futuro di giustizia, possiamo accettare la perpetuazione della divisione fra sedentari che usano i muscoli solo per diporto o per la fitness e lavoratori manuali che usano i muscoli per tutto quanto, sul lavoro e a casa?

Alcuni beni, e molti servizi possono agevolmente essere autoprodotti da tutti, anziché solo dalle braccia di qualcun altro o da energivore macchine. Qual è la condizione indispensabile? Eccola!

Braccia e gambe da sottrarre alla pigrizia e alle palestre

Ormai lo gridano anche i muri e lo sanno anche i piccioni: per la buona salute è indispensabile un'igiene di vita che metta al bando la sedentarietà. Molti non muovono un passo nemmeno per andare a comprare le sigarette (due errori in uno). Il pollice da sms è l'unica cosa in esercizio (e l'abuso dà luogo ormai a piccole ma noiose patologie). Sicuramente i lettori di Greenreport non appartengono a questa categoria di nullafacenti. Allora, spronino gli altri!

Ma qual è l'alternativa che i media propongono ai sedentari? Andate in palestra, o in piscina, o correte per i parchi o andate a far sport. E però...

Le palestre da fitness e da dimagrimento o rimodellamento corporeo (lasciamo da parte quelle per la riabilitazione e per curare seri problemi fisici) potrebbero essere meglio definite così: un modo per produrre gas serra (legati all'energia usata per l'illuminazione e il condizionamento termico degli spazi e magari per le automobili e i motorini usati per arrivare in palestra ) bruciando energia umana per non produrre niente di niente, salvo muscoli che non saranno mai usati fuori dalla palestra se non per altri allenamenti improduttivi. 

Sottrarre i muscoli alle palestre per tenersi in forma producendo beni o servizi significa sia tagliare i consumi energetici relativi al produrre questi beni e servizi con le macchine, sia tagliare i consumi energetici delle palestre stesse (potremmo calcolarli entrando in possesso di una loro bolletta standard...).

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