[21/10/2010] News

E alla fine anche la Prestigiacomo ammette: «Senza fondi chiuderanno la metą dei parchi e delle aree protette italiane, comprese quelle marine»

LIVORNO. Della serie meglio tardi che mai, anche la Bella Addormentata Stefania Prestigiacomo (Nella foto) si accorge oggi che «La metà dei parchi e delle aree protette italiane, comprese quelle marine, chiuderanno se non verranno stanziati i fondi necessari alla loro sopravvivenza». Ma l'allarme lanciato dal ministro dell'Ambiente suona quasi come una presa in giro per gli enti stessi e per le associazioni ambientaliste che da mesi denunciano questa situazione. «Se non saranno adottate subito misure correttive, che mi sono state promesse in Consiglio dei Ministri, (ma le tabelle sono ancora in via di definizione), non resterà altro che chiudere la metà dei parchi italiani» aggiunge il ministro che poi spiega che «Le tabelle della nuova legge di stabilità prevedono per questa materia, una cifra di 29 milioni di euro che non bastano neanche a pagare gli stipendi e le bollette di 24 parchi italiani e 14 aree protette». Per questo chiede «il reinserimento di 35 milioni di euro: il minimo indispensabile che deve essere assicurato». «Si tratta di una situazione grave che ho fatto presente - aggiunge - ma confido nel governo che non ha la volontà di sacrificare i parchi, gioielli naturali, giacimenti di biodiversità che hanno anche un potenziale economico". Secondo il progetto del ministro dell'Ambiente comunque, per finanziare i parchi non bisogna far affidamento solo sulle risorse pubbliche, ma anche su quelle private e per questo ha detto «bisogna lavorare sulla legge per i parchi per attrarre investimenti privati».Poi conclude con una battuta:  «Dovremmo unirci tutti e istituire il parco dei Tremonti».

 Condivisibili quindi le critiche arrivate al ministro da parte di Marco Ciarafoni, responsabile Biodiversità e politiche faunistiche del Pd: «Non sappiamo più se ridere o piangere dopo le ultime, incredibili dichiarazioni del ministro Prestigiacomo in Senato. Solo oggi si accorge che il taglio di oltre metà delle risorse da destinare alle aree protette significa la chiusura di molti parchi. E dov'era lei quando in Consiglio dei ministri Tremonti annunciava la manovra? Cosa ha fatto di concreto, a parte scrivere a un quotidiano? È o non è il ministro dell'Ambiente? Prestigiacomo ci risparmi le battute su Tremonti e dimostri, almeno per una volta, di non essere lì per caso: faccia ripristinare i fondi per i parchi tagliati dal suo governo. Altrimenti resterà nella storia per aver affossato nel 2010, anno internazionale della biodiversità, un inestimabile patrimonio ecologico ed economico del nostro Paese».

Sulla stessa linea Il commento Fabrizio Vigni, presidente nazionale degli Ecologisti Democratici: «Il Ministro Stefania Prestigiacomo oggi dice che almeno metà dei parchi chiuderanno per colpa dei tagli del governo. Benvenuta: noi lo avevamo denunciato da tempo. Rimane però una curiosità: dov'era il ministro dell'ambiente quando il consiglio dei ministri ha approvato i tagli?».

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