[21/10/2010] News

Disastri ambientali: gli assicuratori studiano e calcolano un'ipotesi di polizza obbligatoria

LIVORNO. Assicurare i rischi derivanti dalle catastrofi naturali. Questa idea, che in gran parte degli altri Paesi è già prassi e norma di legge ormai da anni, in Italia viene rispolverata periodicamente in occasione di qualche disastro: era già stata articolata in una manovra finanziaria all'indomani del terremoto umbro-marchigiano, è stata rispolverata dopo la tragedia di Messina e un anno fa è stata oggetto di un incontro a L'Aquila, in cui le compagnie di assicurazioni si sono rese disponibili a studiare un meccanismo di "cooperazione tra pubblico e privato" per assicurare in particolare le abitazioni civili.

E' dunque da salutarsi come una notizia positiva il fatto che in tempi non sospetti (cioè non a seguito di qualche tragedia) uno studio dell'Ania e del broker Guy Carpenter ha stimato per la prima volta su basi scientifiche il rischio delle catastrofi nucleari nel bel paese.

Lo studio ha incrociato i dati Istat sul patrimonio della penisola e quelli del Cresme sui costi delle ricostruzioni e il rapporto - rilanciato dal Sole 24 ore di martedì - arriva dunque a stimare  un danno atteso annualmente pari a 2,5 miliardi di euro che ripartito tra le case esistenti equivarrebbe a un costo medio di 75 euro (che dunque sarebbe il premio puro di un'eventuale polizza, al netto di perizie e tasse) per un valore di ricostruzione unitario di 100mila euro. Il rapporto fotografa anche le differenze territoriali, che sono assai marcate e vanno da valori bassissimi come quelli di Sardegna (8,13 euro ogni 100mila euro), Val d'Aosta e Piemonte (intorno ai 23 euro) fino ai record di Calabria (161 euro) e Umbria (158 euro).

Ma al di là della stima in sé quello che preme sottolineare a noi è che finalmente si è impostata una base scientifica di lavoro su cui costruire uno strumento legislativo adeguato e aggiornato, che insieme a una forte opera di prevenzione (ma qui è bene stendere un velo pietoso) dovrebbe costituire il perno su cui impostare una gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali.

Il ruolo dello Stato ovviamente dovrebbe essere centrale in questo senso, ma altrettanto ovviamente, vista la scarsa attenzione posta dalle nostre istituzioni, il rapporto dell'Ania disegna in realtà un ruolo marginale per il pubblico, che nell'ipotetico scenario di fattibilità presentato, diventerebbe "assicuratore di ultima istanza", mentre un ruolo ben più importante viene assegnato alla finanza, con il ricorso  ai cosiddetti cat-bond, obbligazioni utilizzate abbastanza frequentemente all'estero che assicurano ai possessori una cedola elevata ma in caso di sinistri prevedono la perdita degli interessi e del gusto.

Siamo ancora lontani da una pratica comune in tutti gli altri Stati europei e non solo: dal Giappone all'Australia dalla California alla Nuova Zelanda sono previste polizze obbligatorie o semiobbligatorie in cui c'è sempre la garanzia dello Stato oppure questo interviene direttamente coprendo la gran parte del danno. Ma comunque un passo avanti è stato fatto (e come al solito non dal pubblico ma dai privati).

Torna all'archivio