[11/10/2010] News

Ai mangiatori di Frito-Lay non piace il green packaging

LIVORNO. Frito-Lay, il colosso degli snack della Pepsi, sta ritirando la maggior parte dei sacchetti biodegradabili che utilizza per le sue SunChips, introdotti solo 18 mesi fa, perché i suoi consumatori si lamentano che i sacchetti sono troppo rumorosi. La Frito-Lay aveva lanciato una campagna pubblicitaria in grande stile sui suoi sacchetti 100% compostabili, realizzati in materiale vegetale biodegradabile, ma da gennaio le vendite dei suoi prodotti sono calate dell'11%, quindi la Pepsi ha deciso di ritornare ai vecchi imballaggi non biodegradabili per 6 sapori delle SunChips, mentre continuerà ad utilizzare la confezione "rumorosa" per le SunChips originali e assicura che sta lavorando per trovare una versione "più tranquilla" di packaging per le nuove confezioni. La Pepsi starebbe lavorando a sacchetti con una struttura molecolare meno rigida. Ma c'è anche un risvolto economico che la Frito-Lay si è rifiutata di rivelare: quanto ha speso per creare il packaging biodegradabile che è stato rifiutato dagli iper-consumatori americani. Quello che si sa è che il lavoro di ricerca sui d sacchetti biodegradabili e "gradevoli" è durato anni. Chris Kuechenmeister, portavoce della Frito-Lay, spiega: «Abbiamo scelto di rispondere al feedback dei consumatori, ma abbiamo ancora voglia di dimostrare che siamo impegnati per gli imballaggi compostabili». 

I consumatori hanno scatenato una vera e propria guerra contro i sacchetti bio-degradabili con video su youTube e feroci denunce sui siti di social-networking, provocando un calo delle vendite che aumentava mese per mese. Del rumore dei nuovi sacchetti Frito-Lay/Pepsi ad agosto se ne è occupato perfino un articolo del Wall Street Journal.

Ci sarebbe da dire che chi di marketing ferisce di marketing perisce, visto che la Pepsi nel 2009 ha dovuto affrontare un altro problema con la nuova confezione del suo succo d'arancia Tropicana, ritirata dagli scaffali dei supermercati dopo che i consumatori si erano lamentati per il suo nuovo look. Che si scatenino battaglie e polemiche sul rumore di un sacchetto o su un succo di frutta è un altro triste aspetto di un mondo che sembra rimbecillito dall'apparenza, che questo abbia raggiunto anche il "cibo spazzatura" invece dovrebbe essere meno incredibile, visto che l'artificialità e la pubblicità sono ormai la sua grassa anima ammalata di colesterolo e bulimia pubblicitaria. Molto probabilmente le scrocchianti confezioni di patatine disturbavano troppo il sottofondo eterno della televisione.

Fortunatamente (o forse no) il fenomeno sembra riguardare solo i prodotti alimentari e probabilmente quelli di uso quotidiano. Altre aziende Usa stanno rendendo più "green" i loro imballaggi utilizzando meno materie prime e alleggerendoli, passando a materiali riciclabili o eliminando del tutto alcuni tipi di imballaggi.

In particolare si punta a trovare alternative al polistirolo, considerato ormai quasi impossibile da smaltire correttamente. Quest'anno la Dell ha introdotto un packaging compostabile a base di bambù per alcuni dei suoi prodotti fabbricati in Cina, dove il bambù certo non manca. Anche negli Usa per le spedizioni stanno prendendo piede le buste "ad aria" al posto degli imballaggi di polistirolo, ma si ripropongono anche i vecchi metodi della carta di giornali o della carta gialla, diventata ormai un segno di raffinatezza artigianale.

Anche i contenitori "protettivi" di plastica, spesso in materiale difficilmente riciclabile, sono sotto accusa: grandi aziende statunitensi stanno esplorando alternative con l'utilizzo di plastica riciclabile, cartone riciclato al posto oppure confezioni riutilizzabili. Catene di vendita come Sam's Club e Costco puntano a confezioni riutilizzabili che secondo alcune stime potrebbero ridurre il consumo di plastica fino all'85%.

Anche multinazionali come la Bayer e Aleve stanno realizzando i contenitori dei farmaci in materiali riciclabili e includono le indicazioni su come fare. Il gigante dell'elettronica da consumo Hp  ha recentemente progettato una linea di computer portatili contenuti in una confezione di carta riciclata al 100%, al posto del solito imballaggio in cartone vergine e plastica, ridicendo i materiali utilizzati non riciclabili di ben il 97%. 

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