[08/10/2010] News

Fotovoltaico a terra in aree agricole: ministero e Legambiente hanno posizioni conciliabili

FIRENZE. Il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan ha informato che il suo ministero sta studiando una norma che arrivi a vietare le ''sterminate distese'' di pannelli fotovoltaici sui campi italiani. «L'energia deve essere un nuovo prodotto dell'agricoltura  ma la devono creare gli agricoltori. Sono contrario alle grandi aree fotovoltaiche perché i pannelli li fanno gli industriali: facciano i soldi con altre attività».

Per Galan la creazione dell'energia deve essere fonte aggiuntiva di reddito per chi non ce l'ha come gli agricoltori. «Senza però rovinare il paesaggio- ha aggiunto il ministro- Penso che studieremo qualcosa per evitare i 30 o i 70 ettari di pannelli fotovoltaici che mi fanno venire i brividi. Faremo di tutto per farli fare sui tetti o in piccoli appezzamenti».

Sugli impianti fotovoltaici  a terra realizzati in aree agricole nell'ultimo periodo sono aumentate le polemiche anche per il crescente numero delle richieste. Sulla questione nei giorni scorsi si è espresso il direttivo nazionale di Legambiente.

Per l'associazione ambientalista la crescita del solare fotovoltaico è una prospettiva di fondamentale importanza per ridisegnare il modello energetico in Italia e a livello mondiale. «Continuare in questa direzione rappresenta dunque una scelta strategica, che va indirizzata laddove è più importante il contributo che gli impianti fotovoltaici possono fornire: e quindi in primo luogo sui tetti, nella direzione di una riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, e nelle aree degradate (cave, terreni da bonificare, ecc.). E' invece sbagliato un modello che preveda lo sviluppo del fotovoltaico in sostituzione di colture agricole».

Ma per Legambiente è necessario distinguere e operare una corretta informazione: «L'obiettivo fondamentale da perseguire non è tanto di escludere qualsiasi installazione in area agricola quanto quello di dare regole intelligenti che permettano di costruire intorno alle fonti rinnovabili, e dunque oltre al fotovoltaico anche l'eolico e le biomasse, una prospettiva che aiuti l'agricoltura italiana a rafforzarsi e a puntare sulla qualità in un periodo, oltretutto, di grande difficoltà, integrando le diverse fonti in base alle caratteristiche territoriali. Se correttamente progettati gli impianti fotovoltaici, anche quelli a terra se di dimensioni limitate e qualora sia impossibile valorizzare i tetti degli edifici, possono rappresentare una prospettiva da guardare con interesse che può contribuire a integrare il reddito agricolo e a soddisfare i fabbisogni elettrici delle attività presenti». Posizione che non appare così lontana da quella espressa da Galan.

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