[08/10/2010] News

L’Iaea ai francesi: «La centrale nucleare di Saint Alban non è sicura»

LIVORNO. A giugno il nostro ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo tornò da un tour nucleare guidato in terra di Francia assicurando, dopo aver visitato la centrale nucleare di Flamanville, che «le paure sono senza fondamento» e che «abbiamo constatato condizioni di assoluta sicurezza e senza impatto ambientale». Tanto entusiasmo non si direbbe sorretto da quel che il 6 ottobre ha reso noto il team internazionale di esperti di degli impianti nucleari  guidato dall' International atomic energy agency (Iaea) che ha esaminato le pratiche di sicurezza nella centrale nucleare di Saint Alban (Nella foto), nella regione dell'Isère, a 50 km a sud di Lione, e pur evidenziato un insieme di pratiche "forti" ha raccomandato di rafforzarle. Il team è stato messo insieme dall'Iaea su richiesta dello stesso governo francese per condurre un'Operational safety review (Osart) della centrale nucleare di SaintAlban. La centrale produce il 12% dell'elettricità consumata nel Rhone-Alps, 16,5 miliardi di KWh prodotti da due enormi reattori Pwr che sorgono sulla riva del Rodano.

«Con la leadership della Nuclear installation safety dell'Iaea di Vienna - spiega l'agenzia nucleare dell'Onu - il team Osart ha eseguito un esame approfondito della sicurezza operativa dal 20 settembre al 6 ottobre 2010. Il team era composto da esperti provenienti da Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Germania, Lituania, Olandai, Slovacchia, Svezia e Stati Uniti. Una missione Osart è destinata a rivedere i programmi e le attività essenziali per la sicurezza operativa. Non è un controllo normativo, né è un esame del progetto o una sostituzione di una valutazione esauriente dello stato di sicurezza complessivo dell'impianto. Il team di Saint Alban ha condotto un esame approfondito degli aspetti essenziali per il funzionamento in sicurezza della centrale nucleare, che in gran parte sono sotto il controllo della gestione del sito. Le conclusioni del riesame sono basate sugli standard di sicurezza dell'Iaea e sulle comprovate buone pratiche internazionali. La revisione ha riguardato le aree di gestione, organizzazione e amministrazione; training e qualificazione delle operazioni, la manutenzione, il supporto tecnico, l'esperienza operativa; la chimica e la pianificazione e la preparazione all'emergenza».

L'Iaea parte dalle "cose positive" e prima di tutto tiene a dire che il team Osart ha identificato alcune buone pratiche «Che saranno condivise con il resto dell'industria nucleare per prendere in considerazione la loro applicazione» e fa alcuni esempi: «Linee guida di sicurezza per le interruzioni; l'utilizzo di video sorveglianza di controllo a distanza del combustibile e delle attività di manipolazione; uno strumento motivazionale per lo staff dell'impianto per quanto riguarda i benefici dell'esperienza operativa e delle azioni correttive associate; l'uso di un sofisticato sistema di controllo, fondamentale per garantire che solo il personale autorizzato abbia accesso a sorgenti radioattive».

Quello che l'Iaea non dice è che la centrale nucleare di Saint Alban è tristemente nota per i suoi incidenti nucleari anche recenti, come quello che nel luglio 2008 contaminò molti lavoratori. Infatti non è tutto oro quel che luccica: il team Osart/Iaea ha formulato diverse raccomandazioni e suggerimenti sulle  aree dove la sicurezza operativa della centrale di Saint Alban non è proprio quel modello operativo che ci ha raccontato la Prestigiacomo. E anche qui fa qualche esempio: «Limitare la portata dell'accesso alla Main Control Room solo al numero di personale necessario; ridurre al  minimo il numero e il tempo di validità delle modifiche temporanee; intraprendere la "manipulation of reactivity" in conformità con le migliori pratiche internazionali e migliorare il controllo effettivo della contaminazione».

Rilievi pesantissimi che cancellano tutte i precedenti "complimenti" e che fanno sembrare la centrale nucleare di Saint Alban una specie di porto di mare dove a quanto pare chi vuole entra in luoghi delicatissimi, tanto che alla fine dell'ispezione Electricite de France (Edf), che gestisce Saint Alban, ha espresso la volontà di mettere mano al miglioramento di tutte le aree critiche individuate nella centrale ed hanno chiesto all'Iaea di pianificare una nuova missione Osart tra circa un anno e mezzo per una nuova valutazione.

Il team dell'Iaea alla fine ha consegnato ai francesi una prima bozza di "Technical Notes" e "factual comments" contenenti le prime raccomandazioni e i suggerimenti di buone pratiche per la gestione della centrale. Le note tecniche saranno riesaminate dall'Iaea, comprese le eventuali osservazioni della centrale nucleare di Saint Alban centrali nucleari e l'Autorité de sûreté nucléaire francese. La  relazione finale sarà presentata al governo francese entro tre mesi.

Che tutto questo accada in quella che ci viene presentata come la patria del nucleare supersicuro dovrebbe preoccupare in primo luogo chi quel nucleare lo vorrebbe importare, come il nostro governo.

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