[24/08/2009] News toscana

Criticità e punti di forza dell'ipotesi 'trammino' a Firenze

FIRENZE. Più del buonsenso potranno i numeri? Forse sì, se davvero - come racconta il "Corriere" di domenica - l'imponenza dei 35.000 passeggeri che ogni giorno passano accanto al duomo di Firenze sta portando l'amministrazione comunale ad escogitare una soluzione di compromesso, che escluda i tram di grandi dimensioni da piazza del duomo, ma che escluda anche l'ipotesi assurda di ammassare questa fiumana di persone su bussini da 10-15 posti.

Come giustamente ha spiegato Piero Baronti di Legambiente a greenreport venerdì scorso commentando stime della Provincia, infatti, per trasportare numeri di persone così ingenti per il centro di Firenze servirebbe un numero di bussini tale che verrebbe vanificata ogni reale ipotesi di pedonalizzazione, e anche i vantaggi dati dal minore impatto estetico rispetto al tram e soprattutto in termini di inquinamento verrebbero meno: il punto è che un mezzo elettrico che trasporta cinquanta persone, contabilizzati tutti gli impatti che sussistono dalla fonte alla foce della filiera dell'energia, inquina molto di meno rispetto a cinque bussini (pure elettrici) che ne trasportano dieci.

Ecco quindi la "terza via" attualmente allo studio: mentre nelle altre zone della città farebbero servizio i tram da 32 metri finora prospettati al duomo e anche alcuni a capacità ancora maggiore (43 metri), davanti a S. Maria del Fiore passerebbero tram di dimensioni ridotte (21 metri): ciò è reso possibile dalla struttura modulare dei mezzi Sirio scelti per Firenze, che permetterebbe di far transitare nella zona nevralgica convogli da soli tre moduli.

Altra novità è che i binari in centro sarebbero singoli, e alcune piazze (il Corriere cita quella della stazione, S.Marco e Piazza della Repubblica) ospiterebbero i binari per lo scambio.

Di positivo c'è quindi che, dopo una sarabanda di "no" e di proposte per opzioni pressoché inapplicabili (nel senso che se pedonalizzare alcune zone oltre a quelle già chiuse al traffico può avere per certi versi un senso, pedonalizzare l'intero centro appare irrealistico, almeno ad oggi), si affacciano nel dibattito opzioni che certo non brillano dei lampi della perfezione, ma che perlomeno appaiono più costruttive e che comunque puntano a ristabilire un minimo di dibattito che verta su soluzioni fattibili e non velleitarie.

Il punto di forza dell'ipotesi, insomma, è che perlomeno il mezzo pubblico su ferro passerebbe per il duomo, alla fine, e questo è un fattore che, al netto delle critiche che può subire e dell'evoluzione che ha avuto il dibattito, comunque continua ad apparire come l'unica soluzione sensata per dare solidità logistica (e quindi economica) al progetto per la mobilità sostenibile nel capoluogo toscano.

Le criticità sono invece rappresentate da due elementi: anzitutto è pressoché certo che l'opposizione del Governo al progetto, e quindi lo stillicidio di iniziative messe in atto per intralciare il progetto-tramvia tutto e il passaggio al duomo in particolare, riprenderebbe, e anzi sarebbe rafforzato. Avrebbero infatti buon gioco i vari agitatori popolari a dire che "l'amministrazione fiorentina imbroglia gli elettori, fingendo di fare uscire il tram dalla porta (del duomo) ma facendolo rientrare dalla finestra".

E vaglielo a spiegare, agli elettori, che 21 metri sono meno di 32: la retorica del "non è una tramvia, è un treno" e simili proseguirebbe quasi sicuramente (perlomeno su certe televisioni e su certa carta stampata), e anzi avrebbe nuove frecce al suo arco. E proseguirebbe, quindi, oltre alla retorica, anche la concreta e sistematica azione di delegittimazione del progetto-tramvia che il Governo e le opposizioni locali (non solo di centrodestra) hanno attuato in questi lunghi anni.

Inoltre il progetto per una diversificazione delle vetture e dei binari adottati porterebbe con sé un difetto che condivide con la soluzione "pedonalizzazione + bussini", e cioè il fatto che per andare da un quartiere a sud ad uno a nord del centro (o da est a ovest) occorrerebbe prendere il tram "lungo", scendere in una delle piazze di scambio, salire sul tram "piccolo", poi discendervi in un'altra piazza di là dal centro, e salire poi su un altro tram "lungo" per giungere a destinazione.

Una soluzione di questo tipo, è evidente, vanificherebbe in buona parte i vantaggi in termini di frequenza e puntualità associati all'adozione del tram rispetto al servizio di bus attuali.

Ma perlomeno al duomo passerebbe una strada ferrata, e quindi tra le altre cose anche il progetto di pedonalizzazione (giusto o sbagliato che sia) potrebbe essere portato avanti, poiché almeno una spina dorsale di trasporto pubblico continuerebbe ad attraversare il centro storico, così come avviene nelle principali realtà europee.

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