[04/10/2010] News

Commissione Ue: intervenire su patrimonio edilizio esistente per obiettivi sull'efficienza energetica

FIRENZE. Non basterà avere edifici nuovi ad elevata efficienza energetica: affinché il settore dell'edilizia possa dare un contributo significativo per il risparmio energetico su scala europea, è necessario intervenire sul patrimonio esistente. Questa è la raccomandazione che viene dalla Commissione europea che ha valutato come le direttive sul risparmio energetico in edilizia, siano rivolte agli edifici nuovi che rappresentano però soltanto l'1% dello stock di alloggi dell'Ue, mentre il target del patrimonio edilizio esistente è trascurato. Secondo la Commissione investire nell'efficienza energetica dell'esistente, darebbe vita a una rivoluzione energetica dell'edilizia che cambierebbe il quadro della domanda energetica dell'Unione, assorbita per due terzi dalle città. Gli immobili residenziali rappresentano il 40% dei consumi di energia dell'Ue. Dotandoli di standard energetici elevati, si potrebbero compiere progressi rilevanti verso l'obiettivo di efficienza energetica fissato per il 2020, con un taglio di ben 78 miliardi di euro nella bolletta annuale e la creazione di un milione di posti di lavoro. Ma dove si trovano le risorse per realizzare gli interventi? In fondi già stanziati, ma stornati da altri capitoli di spesa dedicati allo sviluppo regionale. Per la Commissione europea fino al 4% dei fondi Ue per lo sviluppo regionale potrà essere indirizzato in efficienza energetica e nel ricorso alle fonti rinnovabili negli edifici residenziali esistenti. Si tratta di 8 miliardi di euro che darebbero un contributo per il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di clima e eco-edilizia.

Intanto in Italia il ministero dell'Ambiente ha emanato un Avviso pubblico per finanziare la realizzazione di interventi per l'efficientamento energetico degli edifici di proprietà dei comuni fino a 15.000 abitanti, compresi i borghi antichi e di pregio, e le loro forme associative, delle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Verrà data priorità agli interventi che possiedano pregio architettonico, paesaggistico, storico e culturale e che, nel contempo, siano in grado di promuovere la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative volte a ridurre i consumi energetici, garantendo così positive ricadute ambientali ed economiche nei territori.

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