[04/10/2010] News

Gli orientamenti per le industrie estrattive che operano in aree rientranti in Natura 2000

LIVORNO. Dall'Ue arrivano i nuovi orientamenti per le industrie estrattive che operano in aree rientranti in Natura 2000: si riferiscono all'industria estrattiva non energetica e agli effetti che le attività dell'estrazione possono produrre sulla natura e sulla biodiversità.

Gli orientamenti analizzano in quale maniera questi effetti possano essere ridotti al minimo o evitati completamente, sottolineano l'importanza di una pianificazione strategica e di una valutazione adeguata dei nuovi sviluppi. Contengono, inoltre, diversi esempi di migliori pratiche e mostrano come alcuni progetti estrattivi risultino in prospettiva benefici per la biodiversità, nella misura in cui possono offrire nicchie ecologiche di qualità.

L'industria estrattiva non energetica fornisce molte delle materie prime essenziali per le industrie manifatturiera ed edile europee. Nel 2007 il settore ha registrato un volume d'affari di circa 49 miliardi di euro e ha fornito posti di lavoro a circa 287 000 persone. La sua importanza economica è anche maggiore in considerazione del valore aggiunto di settori a valle di più grandi dimensioni, le cui imprese dipendono da una fornitura regolare di materie prime.

C'è da dire però, che alcuni piani e progetti di estrazione entrano in conflitto con utilizzi del suolo in concorrenza tra loro e con interessi sociali più ampi, come nel caso dei siti Natura 2000.

Natura 2000 è una rete ecologica a livello europeo che comprende poco meno di 26 000 siti sparsi nei 27 Stati membri e interessa quasi il 18% della superficie dell'UE. Istituita dalla direttiva Habitat del 1992 si pone lo scopo di garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat europei più preziosi e più minacciati.

Natura 2000 però, non è un sistema di rigorose riserve naturali in cui è esclusa ogni attività umana. Comprende riserve naturali, ma gran parte del terreno rimane di proprietà privata, ponendo in rilievo la necessità di una futura gestione sostenibile, tanto sotto il profilo ecologico quanto sotto quello economico.

Dunque i nuovi orientamenti spiegano le procedure da seguire in tali casi.

 

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