[24/08/2009] News toscana

A Siena la laurea magistrale in Economia dell'ambiente e dello sviluppo

LIVORNO. A poche settimane dall'inizio dell'anno accademico 2009/2010, sono molte le facoltà che hanno progettato una serie di nuovi corsi di studio in ottemperanza al D.M. 270/2004 sulla riforma dell'offerta formativa universitaria. La facoltà di Economia "Richard M. Goodwin" dell'Università di Siena, anche se in attesa della definitiva approvazione da parte del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, ha già presentato l'offerta didattica della facoltà con inizio dei corsi dall'1 ottobre per le lauree triennali e dal 15 novembre per le lauree magistrali.

La nuova offerta didattica della facoltà si compone di 4 corsi di laurea triennale e 6 corsi di laurea magistrale (di cui 3 insegnati interamente in lingua inglese) pensati per razionalizzare e riqualificare la tradizionale offerta formativa che ha posto da sempre la Facoltà al vertice delle valutazioni delle facoltà di economia italiane (Miur).

I nuovi corsi di studio sono stati pensati - si legge in una nota della Facoltà - per le positive prospettive di sviluppo che essi offrono sia dal punto di vista della domanda di formazione da parte degli studenti che in termini di prospettive occupazionali dei laureati. In questa ottica, la facoltà ha ritenuto strategico mantenere l'offerta formativa di primo livello sia nella sede di Siena, dove vengono attivati i corsi di laurea in Economia, Economia e Commercio, e Scienze economiche e bancarie, sia nelle due sedi didattiche periferiche di Arezzo, dove viene attivato un corso omologo di laurea in Economia e commercio con indirizzo in Economia e gestione delle piccole e medie imprese, e di Grosseto dove viene attivato un corso di laurea in Economia e sviluppo territoriale.

Di interesse, dal nostro punto di vista, il corso in Economia dell'ambiente e dello sviluppo previsto per le lauree magistrali (il titolo che sostituisce la laurea specialistica, titolo accademico rilasciato in Italia, a seguito della riforma universitaria del '99, al termine di corsi biennali a cui si può accedere se in possesso di laurea, diploma di laurea o, ai sensi del decreto ministeriale 270/2004, diploma universitario, fonte wikipedia) che punta a una formazione avanzata di eccellenza in grado di attrarre studenti di elevata preparazione anche al di fuori del bacino di utenza rappresentato dai laureati provenienti dai corsi di primo livello attivati dalla facoltà.

L'importanza sia in termini di ricerca che in termini di impatto sui sistemi economici reali della attività economica sull'ambiente - viene ricordato dall'Università di Firenze - ha ormai assunto rilevanza preminente, tanto nella consapevolezza dell'opinione pubblica informata che nelle decisioni di politica economica e sociale. In questo corso trovano specifica trattazione temi quali: la regolazione dell'uso delle risorse e dei mercati energetici; la valutazione dell'impatto ambientale e della sostenibilità ambientale delle attività di investimento a livello sia locale che internazionale; gli effetti dell'azione di politica economica per il rispetto dei parametri internazionali sulle emissioni; la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale; il governo delle imprese che operano nei servizi pubblici locali concernenti acqua e rifiuti; la disciplina del danno ambientale e della conservazione dei beni ambientali e culturali. I settori di attività coinvolti con riferimento ai codici Istat sono: attività dell'amministrazione pubblica rivolta alla regolamentazione delle attività di carattere economico e sociale (75.12/13); controllo di qualità e certificazione di prodotti, processi e sistemi (74.30.2); organizzazioni ed organismi extraterritoriali (99.00); ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze sociali e umanistiche (73.20).

Sulla base di un primo anno comune sono proposti due curricula, uno in valutazione ambientale ed uno in valorizzazione dei beni ambientali e culturali.

I due curricula corrispondono a due profili professionali specifici, basati su una ampia base comune che contempla 60 crediti sugli 84 di didattica caratterizzante e affine prevista:

- il primo curriculum, Valutazione ambientale, è articolato in modo da formare specialisti in grado di: progettare e gestire valutazioni dei beni ambientali e naturali; monitorare e valutare (ex-ante ed ex-post), attraverso le diverse metodologie disponibili, politiche, investimenti e piani che coinvolgono l'ambiente e le risorse naturali dei territori; realizzare una corretta valutazione, comunicazione e gestione dei rischi connessi all'impiego di beni ambientali e naturali; valutare economicamente le azioni di smaltimento dei rifiuti e di bonifica e recupero di aree inquinate.

Il secondo curriculum, Valorizzazione dei beni ambientali e culturali, è articolato in modo da formare esperti: nel governo e controllo delle aziende ed agenzie di promozione dello sviluppo territoriale; nella gestione e valorizzazione dei beni culturali e storico-ambientali, tra i quali il paesaggio; nella progettazione e gestione di programmi di promozione del turismo sostenibile, con particolare attenzione alle tematiche del suo impatto socioeconomico e dell'equità, anche con riferimento a programmi di promozione nei paesi in via di sviluppo.

Lauree magistrali, dunque, lauree specialistiche come si diceva anni fa, che in un futuro dove la sostenibilità ambientale e sociale sono un orizzonte comune dovrebbero rappresentare la base di tutti o quasi i corsi universitari. Rilanciare con nuovi e dirimenti argomenti gli studi di economia ecologiaca - che in realtà anche in Italia e anche in Toscana esistono da anni - è un buon segnale, anche se il processo sarà terminato quando non si potrà parlare di economia se non si parlerà di ecologia e viceversa, senza che questo sia un "tema" specialistico.  

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