[23/09/2010] News

Stern: «Nessun impegno Usa a Cancun»

LIVORNO. L'inviato speciale Usa per il cambiamento climatico, Todd Stern (Nella foto), ha detto che l'amministrazione Obama  al summit dell'United Nations framework Convention on climate change (Unfccc) di  Cancun ribadirà il suo piano di riduzione dei gas serra di circa il 17% entro il 2020, ma non ha intenzione di fornire i dettagli su come intende raggiungere questo obiettivo. D'altronde sarebbe praticamente impossibile farlo, visto che la legge Usa su clima ed energia è bloccata in Parlamento.

Stern ha addirittura rivendicato una continuità con le precedenti politiche di Geoge W.Bush  che rifiutavano di fornire «I particolari del disegno di legge e di discutere di riduzione delle emissioni. Non è mai stata la nostra pratica», ma poi ha aggiunto che «Gli Usa hanno molti strumenti a disposizione per costringere a fare tagli, compresi i regolamenti sui gas serra dalla Environmental protection agency. Al Congresso passerà un'incisiva legislazione per combattere il cambiamento climatico, anche se non posso dire quando avverrà esattamente».

Secondo Stern al Major economies forum (Mef) sull'energia e sul clima, che ha riunito i 17 Paesi (Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sudafrica, Unione europea ed Usa), che da soli emettono l'80% dei gas serra del pianeta, «I partecipanti hanno convenuto che è importante compiere progressi a Cancun. Gli obiettivi principali dei colloqui saranno la mitigazione, la trasparenza, la finanza, l'adattamento e la deforestazione. Penso che ci siano molti partecipanti che vogliono ottenere un accordo vincolante entro un termine ragionevole. Ma non lo vedo nei documenti per la riunione di Cancun. A differenza di Copenaghen, nessuno, sta anticipando o prevedendo in alcun modo di  fare quest'anno un trattato giuridico a Cancun. Le aspettative non sono troppo alte , ma nemmeno basse, Le  Nazioni cercheranno di compiere progressi significativi, ma d'altra parte, a questo punto, non nutrono aspettative a fare cose che non sono realistiche».

Secondo Sterni «Dopo l' acrimonia e l'amarezza del vertice di Copenhagen dello scorso dicembre, il meeting di Cancun dovrebbe tornare al livello di ministri e alti funzionari degli esteri, senza nessun leader mondiale previsto». Poi, contro ogni evidenza, l'inviato speciale Usa ha detto che Obama è stato fedele alla sua promessa di ridurre le emissioni del 17% entro il 2020 rispetto ai livelli del 2005 ed respinto l'idea che la ancata approvazione di una legge sul clima abbia svalutato il ruolo degli Usa nella ricerca di un nuovo accordo in sostituzione del trattato di Kyoto, che Washington non ha ratificato. «La voce degli Stati Uniti è sempre importante - ha proclamato Stern riecheggiando Bush -  E' importante per gli Stati Uniti a mettere in atto il loro "full scale plan" per la  low carbon energy e la riduzione dei gas serra. Quanto più saremo in grado di farlo, tanto più avremo una voce ancora più forte in queste discussioni».

Sarà difficile dopo le elezioni di medio termine che si annunciano con un successo del Partito repubblicano che bloccherà definitivamente in Senato la legge sul clima approvata dalla Camera per  un sistema cap-and -trade per regolamentare le emissioni di CO2.

L'atteggiamento degli Usa era stato criticato duramente già il 20 settembre dalla commissaria al clima dell'Ue, la danese Connie Hedegaard, durante un discorso tenuto alla Harvard Kennedy School: «Fino a quando non interverranno gli  Stati Uniti, gli altri hanno una scusa, valida o no, per non farlo per molto tempo. La legge sarebbe un importante segnale di impegno politico. Molti paesi si stanno chiedendo perché dovrebbero intraprendere azioni a lungo termine mentre il più grande emettitore del mondo sviluppato non è disposto a rispettare le proprie responsabilità globali». Secondoi la Hedegaard l'Unione europea sarebbe pronta a firmare un accordo vincolante sul clima a Cancun, ma le altre nazioni non lo sono.

L'Ue spera che qualcosa si muova sulla linea della riunione dei 45 ministri dell'ambiente invitati a Ginevra dai governi svizzero e messicano e ancor più ai Climate change talks straordinari di ottobre tra i 194 Paesi firmatari dell' Unfccc, che si terranno a Tianjin, in Cina, per preparare il vertice internazionale sul clima che inizierà il 29 novembre a Cancun che a questo punto, se andrà bene, sarà poco meno che interlocutorio.

Torna all'archivio