[21/09/2010] News

Fermare la perdita di biodiversità entro il 2020 obiettivo minimo per l'Europarlamento

BRUXELLES. «L''Unione europea deve mettere in opera tutto il possibile per bloccare la perdita di biodiversità entro il 2020 e restaurare gli ecosistemi», è l'impegno centrale del rapporto che hanno approvato oggi per alzata di mano i deputati europei che sono anche molto dispiaciuti perché «L'obiettivo di fermare la perdita di biodiversità prima del 2010 non è stato raggiunto» e pensano che «La conservazione della biodiversità deve essere tenuta di conto».

Secondo gli europarlamentari il fatto che l'Ue abbia mancato i suoi obiettivi per la biodiversità del 2010 è inaccettabile «Non solo dal punto di vista etico, ma anche sotto l'aspetto ambientale ed economico».

La cristiano-democratica olandese Esther De Lange (Nella foto), che ha presentato il rapporto sulla biodiversità al Parlamento di Strasburgo, ha sottolineato : «abbiamo il dovere morale di lasciare, ai nostri ragazzi ed ai nostri bambini, un pianeta terra del quale essi possano ancora continuare ad occuparsi».

Il rapporto presentato dalla De Lange analizza lo stato della messa in opera delle disposizioni di legge riguardanti la salvaguardia della biodiversità e per felicitandosi per il nuovo obiettivo prioritario che consiste nel fermare la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi nell'Ue e ripristinare quelli danneggiati entro il 2020, sottolinea che questo è il minimo che si può fare dopo il fallimento degli obiettivi per il 2010.

Secondo i deputati : «Bloccare la perdita di biodiversità è l'obiettivo minimo assoluto da raggiungere entro il 2020» e chiedono all'Ue «Di garantire una migliore integrazione della biodiversità negli altri settori di azione dell'Unione europea, soprattutto in agricoltura, silvicoltura, pesca, politica regionale e di coesione, industria, cooperazione allo sviluppo e ricerca ed innovazione».  L'Ue dovrà anche puntare a rafforzare gli sforzi internazionali per fermare la perdita di biodiversità, contribuendo così anche alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015.

Ma le sole spese pubbliche non potranno permettere di raggiungere questi obiettivi per la biodiversità europea e quindi gli eurodeputati sottolineano che «Anche la responsabilità sociale delle imprese deve integrare la dimensione della biodiversità. Quindi, chiedono alla Commissione europea di occuparsi degli strumenti necessari alla messa in opera di politiche che incoraggino gli investimenti nella salvaguardia della biodiversità e che «Scoraggino gli investimenti che la danneggiano, tanto nel settore pubblico che privato».

Gli europarlamentari evidenziano anche «La necessità di comprendere nel prezzo finale dei prodotti messi sul mercato i costi esterni che sono, per esempio, i danni causati alla biodiversità o i costi sopportati per promuoverla».

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