[20/09/2010] News

La Brambilla tra coscienza dell'edilizia (leggasi golf) e coscienza degli animali

GROSSETO. Ritenta e sarai fortunato. E' andata così per il ministro del turismo Michela Brambilla che dopo averci provato in aprile senza successo nel consiglio dei ministri di venerdì scorso ha visto approvato il suo disegno di legge per aumentare i green con annessi e connessi al seguito, ovvero resort e strutture alberghiere dedicate, anche nei parchi aree protette e oasi.

Ammesso e non concesso che sia la via dei campi da golf quella per ridare slancio al settore del turismo in crisi nel nostro paese, che a vedere gli ultimi dati del barometro Turistico mondiale (Unwto) sarebbe cresciuto del 2% nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e quindi non sembrerebbe nemmeno il settore su cui mettere la priorità, quello che stupisce è che ancora una volta si cerchi di far passare il business immobiliare come rilancio dell'economia.

Dietro ai campi da golf, secondo quanto ha dichiarato la stessa Brambilla ci sarà infatti «un progetto più ampio, legato a investimenti immobiliari di tipo residenziale o a iniziative organizzate anche per l'offerta di una molteplicità di servizi ricreativi collegati al golf».
E questo - secondo le idee del ministro del turismo si potrebbe fare anche nei parchi dato che nel disegno di legge si prevede che si individuino delle procedure acceleratorie d'intesa con gli enti parco nazionali e quelli gestori delle aree protette.

Che è come dire che per poter realizzare quanto vorrebbe la Brambilla si dovrebbero rivedere Piani del Parco, regolamenti e Dpr istitutivi: un'operazione per la quale - se anche vi fosse intenzione di trasformare le aree parco in campi da 18 buche- ci vorrebbe qualche decennio.

Ma ancora una volta la politica dell'effetto annuncio ha fatto il suo corso, e ben si è guardata la collega dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo a mettere in guardia su quelle che sarebbero le procedure necessarie per mettere in atto un disegno come quello che sembra avere in testa la Brambilla.

La quale tra l'altro non è avulsa da mettere bocca in materie che non sono di sua competenza travalicando il ruolo della silente Prestigiacomo. Dopo il golf nei parchi è di queste ore l'altra incursione sul tema della caccia. Dopo una intervista rilasciata sul Corriere della Sera, in cui aveva annunciato di essere al lavoro per rivedere la legge sulla caccia nella parte che riguarda la possibilità per i cacciatori di accedere ai fondi privati, il ministro del Turismo ha promosso una iniziativa insieme all'oncologo Umberto Veronesi e a diversi esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo ispirando e sottoscrivendo 'Il manifesto per la coscienza degli animali"in cui nei fatti si appoggia un progetto abolizionista della pratica venatoria.

Ponendosi in antitesi con chi nel suo stesso partito vorrebbe invece il totale liberismo nel settore, come evidenzia in una nota anche Marco Ciarafoni, responsabile biodiversità e politiche faunistiche del Pd e portavoce nazionale Ecodem.

«Governo e Pdl, sulla caccia, continuano ad alimentare lo scontro ideologico senza preoccuparsi degli interessi del Paese» ha dichiarato Ciarafoni, bollando come consuetudine nel centrodestra «dire tutto e il contrario di tutto sulle tematiche faunistiche-venatorie».
Particolarmente grave se poi - continua Marco Ciarafoni -«gli atteggiamenti agitatori e ballerini siano prerogativa principale dei ministri e dei sottosegretari del governo Berlusconi. Si passa disinvoltamente da posizioni abrogazioniste a proposte di caccia off limits, come quelle avanzate in parlamento e da alcune regioni a guida centrodestra, che mal si conciliano con la necessità di favorire una più concreta azione di conservazione faunistica e ambientale, di dare alla caccia regole improntate alla sostenibilità e di rafforzare l'attività gestionale delle imprese agricole di qualità e multifunzionali».

«Un balletto strumentale - conclude Marco Ciarafoni - che nulla ha prodotto nel corso degli anni se non un pericoloso conflitto sociale», mentre sarebbe necessario tornare «a promuovere il dialogo e la concertazione, lontano da logiche estremistiche, consapevoli che le leggi italiane in materia sono le più avanzate in Europa e meriterebbero applicazioni più concrete e coerenti in stretto rapporto con le indicazioni della scienza e nel rispetto delle normative comunitarie. Il resto è un chiacchiericcio demagogico, pericoloso per tutti, cacciatori compresi».
Al pari di quello sui campi da golf nei parchi.

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