[20/08/2009] News toscana

La vocazione ambientale del Pd livornese secondo i Verdi


LIVORNO. L'Associazione dei comuni virtuosi ha recentemente stilato 5 pilastri che formano una sorta di identikit del comune "ideale", esempio virtuoso di pratiche di buongoverno, caratterizzato dalla "conversione ecologica" necessaria per la sostenibilità ambientale e la qualità della vita.
Proviamo quindi attraverso queste 5 linee di intervento a verificare la situazione di Livorno come città governata dal Pd pensando all'ambiente.

1 Gestione del territorio

La cementificazione "scientifica" e la politica del "mattone" senza sostenibilità ambientale sono gli elementi che hanno caratterizzato un massiccio consumo del territorio:
• Livorno ha cambiato anima: da una città equilibrata sviluppatasi intorno al centro viene svuotata con la realizzazione di quartieri dormitorio (La Leccia e La Scopaia ne sono i due esempi più significativi) e attraverso i recenti progetti di Porta a Terra, Porta a Mare, Nuovo Centro, Salviano 2;
• l'anima di Livorno viene svuotata: ne consegue la desertificazione del centro (ne sono testimoni la chiusura dei cinema, la chiusura di tanti esercizi del piccolo commercio, le piazze trascurate);
• la cementificazione delle zone di pregio (in primis Montenero), iniziata con la lottizzazione delle Pianacce e proseguita con l'ultimo piano regolatore con le aree a ville con giardino e con le aree di riqualificazione ambientale (altra colata di cemento);
• le scelte del Pd sono state orientate in base ad un falso fabbisogno di nuove case (in una città in calo di abitanti e piena di case vuote), ne è un esempio la saturazione degli spazi liberi con edilizia residenziale (piazza del Luogo Pio);

Gravissima l'intenzione del Pd di spostare l'ospedale , che oltre a consumare nuovo territorio sancirebbe la cestinazione di centinaia di milioni di euro già impiegati per la ristrutturazione dell'attuale ospedale.

2 Impronta ecologica

Piano energetico comunale non soddisfacente e ritardi/negligenze per la conseguente riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
Assoluta mancanza di una politica del Pd rivolta all'autoproduzione e all'autoconsumo dell'energia necessaria a soddisfare le esigenze della comunità, seguendo ovviamente i criteri dell'energia rinnovabile.
A Livorno il PD non crede alla conversione ecologica della società e dell'economia. Il rigassificatore è la punta di un iceberg di una cultura e di una politica arretrata rispetto ad una politica di filiera delle energie rinnovabili. Per il Pd locale le rinnovabili sono frutto solo di scelte occasionali o di marketing politico senza che ci sia alcun progetto.
Scarsa attenzione alle energie rinnovabili dimostrata anche dalla vicenda relativa al progetto di costruzione di una centrale a biomasse ad olio di palma a Livorno, progetto ambientalmente insostenibile.
Regolamento edilizio per promuovere le energie rinnovabili non soddisfacente e di fatto "castrato" dal Pd da una serie di ostacoli per la diffusione delle pale eoliche.
Difficoltà nell'introduzione degli "acquisiti verdi" nella pubblica amministrazione

3 Rifiuti

L'introduzione del sistema di raccolta differenziata porta a porta è per ora limitato solo ad una parte ristretta della città e poco abitata e comunque non si vedono ad oggi progetti chiari e definiti finalizzati al riciclaggio e al riutilizzo dei materiali post-consumo.
L'attivazione e la realizzazione dei progetti per la riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti appare occasionale e sporadica.
Da qui l'incapacità di andare oltre il modello degli inceneritori e l'orientamento verso l'allargamento di quello esistente o la cosiddetta "terza linea".
Aggiungiamo la discutibile politica del PD che ha contribuito al rincaro spaventoso della tariffa sull'igiene ambientale (TIA) - una delle più alte in tutta Italia - senza una reale introduzione di tariffe diversificate e che incoraggino e favoriscano la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata. (...)

4 Mobilità

Livorno non presenta un vero piano del traffico e infatti la prima giunta Cosimi non ha mai realizzato il Piano urbano della mobilità, anzi ormai da anni la città è vittima di una mancanza di programmazione seria e coerente finalizzata ad un ripensamento generale dello "spazio città".
Il centro è un insieme disarticolato di spazi pedonali (pochi) che comunque non vengono rispettati (piazza Cavour) e di strade con altissima pericolosità per pedoni e ciclisti (altissimo il numero di pedoni vittime di incidenti anche sulle strisce pedonali).
Il Pd non sembra voler affrontare seriamente la possibilità di sperimentare chiusure di ampie zone al traffico (ad esempio l'asse via Grande - via De Lardarel, aprendo il parcheggio di scambio dietro il Cisternone).
La città è dominata dai mezzi privati a motore, anche a causa della scarsa attenzione alla mobilità sostenibile, scarsa promozione e diffusione della cultura della mobilità "dolce" rappresentata dal trasporto pubblico e collettivo e dall'uso della bicicletta.
La situazione delle piste ciclabili è decisamente insufficiente: continua a mancare la capacità e la volontà di progettare percorsi che garantiscano continuità ed efficienza. Molti "tronconi" e "spezzatini" non favoriscono l'uso della bicicletta, che sembra oggetto di un "ostracismo" culturale del PD. Da qui la mancanza di progetti finalizzati all'incentivo del mezzo, come la scarsità di rastrelliere in città, l'assenza di "biciclette pubbliche" o a noleggio.
Il quadro è completato dalla realizzazione dei parcheggi in pieno centro (Odeon, ex Peroni) anziché delimitarli fuori dal centro e concepirli come parcheggi "di scambio" con mezzi alternativi. Una posizione del Pd locale in contraddizione con le linee nazionali.

5 Nuovi stili di vita

L'immobilismo da questo punto di vista regna sovrano. Al di là di progetti occasionali e spesso lasciati alla buona volontà di associazioni e realtà organizzate della società civile, sconcerta la mancanza di una progettualità finalizzata ad un cambiamento degli stili di vita. (...) verso una decrescita sostenibile caratterizzata dalla sobrietà, dalla riduzione dei consumi, da un consumo critico e sostenibile, dall'economia solidale attraverso i mercati contadini, le "filiere corte", i gruppi di acquisto solidale (Gas), il commercio equo solidale, le banche del tempo, ecc.
Il Pd dovrebbe recuperare il senso e il valore dell'acqua come bene comune, diritto umano fondamentale, patrimonio dell'umanità, sottraendolo al controllo del mercato con la ripubblicizzazione dell'Asa (azienda dell'acqua). Oltre a non mostrare particolare attenzione per la campagne sul risparmio d'acqua e per l'utilizzo dell'acqua del rubinetto da bere, evidenziamo come Livorno abbia poche fontane "pubbliche".

* Stefano Romboli è responsabile progetto Partecipazione dei Verdi di Livorno - Alleanza Livorno Libera

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La risposta da parte del Pd non si è fatta attendere: «Mi piacerebbe che i Verdi venissero alla nostra festa - dice Yari De Filicaia, responsabile della kermesse - anzi li invito ufficialmente a venire per incontrare i nostri esperti nazioanli sulle tematiche ambientali e a confrontarsi con noi sui punti più delicati. Noi non abbiamo la presunzione di dire che abbiamo sempre fatto tutto bene, alcune cose le abbiamo fatte ma possiamo sempre migliorare e quindi ben vengano i contributi da parte dei Verdi».

Yari De Filicaia passa poi a spiegare alcuni aspetti della festa che vanno concretamente in direzione di una maggiore sostebnibilità:

«Sul fronte dei rifiuti faremo il minor ricorso possibile alla plastica - spiega - Con Asa abbiamo fatto un accordo per un fontanello pubblico di alta qualità, quindi in tutti i ristoranti della festa sarà offerta gratuitamente l'acqua della caraffa. Piatti e stoviglie saranno per quanto possibile in porcellana, quindi lavabili e riutilizzabili mentre non siamo riusciti a trovare i bicchieri in mater bi, che comunque avremo sicuramente dal prossimo anno. In ogni caso in collaborazione con Aamps abbiamo sistemato i bidoni per la raccolta differenziata, che seguiremo scrupolosamente».

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