[14/09/2010] News toscana

Ataf adotta la linea del rigore per garantire l'efficienza del servizio

FIRENZE. I cittadini chiedono un servizio pubblico più efficiente, più competitivo con le auto private, svolto con mezzi a basso impatto ambientale. L'organizzazione della mobilità pubblica in aree urbane (che per Firenze è meglio calibrare sull'area metropolitana) con le caratteristiche suddette, spetta alle amministrazioni e alle aziende che gestiscono i servizi, ma un contributo lo possono dare gli stessi cittadini. Semplicemente rispettando le regole della strada. Dopo l'ennesimo episodio di parcheggio selvaggio Ataf ha deciso di passare con decisione ai fatti: cioè di chiedere il risarcimento danni alle auto che intralciano la circolazione dei bus. L'episodio che rappresenta la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, si è verificato il 9 settembre, quando, dalle ore 6.45 alle ore 8, i bus sono rimasti bloccati a causa di alcune auto in sosta in via Redi angolo via Toselli. Il servizio è ripreso dopo la rimozione dei bus da parte della polizia municipale e ora, ai  proprietari delle due vetture che hanno causato il blocco, Ataf richiederà il risarcimento danni.

«L'Azienda, rilevato che la frequenza con cui si verificano le ipotesi di intralcio alla circolazione per gli autobus Ataf (per la presenza di veicoli lasciati in posizione tale da impedirne il passaggio) comporta l'interruzione del servizio pubblico di trasporto urbano, con conseguente "salto corsa" o, comunque, mancato rispetto della puntualità - ha sottolineato il presidente, Filippo Bonaccorsi - intende adottare tutti quegli strumenti idonei, da un lato, a creare un deterrente a questa abitudine degli automobilisti chiedendo che questi vengano perseguiti penalmente, dall'altro, a ottenere il risarcimento del danno economico sofferto». Tra l'altro aggiungono da Ataf, esiste una consolidata giurisprudenza, che fa riferimento in particolare alle città di Milano, Roma e Torino che tratta il danno da intralcio in specifici articoli del Codice civile e addirittura nel Codice penale per interruzione di un servizio pubblico.

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