[14/09/2010] News toscana

La Guardia di Finanza denuncia 14 persone per truffe e reati ambientali a Pianosa e all’Elba

PORTO AZZURO (Livorno). Dopo un anno di indagini la Guardia di Finanza dell'Isola d'Elba ha denunciato 14 persone alla Procura della Repubblica che ha emesso altrettanti avvisi di garanzia. I reati contestati riguardano presunti abusi e truffe commessi nella struttura carceraria di Porto Azzurro, «Presso la quale operano e presso la quale sono detenute anche persone che fruiscono del regime previsto dall'art. 21 della legge 354/75». Alcune delle accuse riguardano presunti reati ambientali, anche all'interno del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, visto che la Direzione del carcere di Porto Azzurro gestisce anche le strutture del dismesso carcere dell'isola di Pianosa

Gli addebiti più pesanti riguardano  ad alcuni funzionari della casa di reclusione che insieme ad alcuni dirigenti di una cooperativa privata che si occupa del reinserimanto lavorativo dei detenuti e che ha gestito servizi e appalti anche a Pianosal, secondo le fiamme Gialle ed il Pubblico Ministero Mannucci sarebbero imputabili dei reati di concussione, turbativa della libertà degli incarichi, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, appropriazione indebita e reati ambientali.

La Gdf dell'Elba spiega che nello specifico si fa carico agli indagati: «di aver costretto alcuni detenuti a lavorare per un numero di ore maggiore rispetto a quelle effettivamente retribuite, in assenza di requisiti di sicurezza e rinunciando alle giornate di riposo, dietro la minaccia di perdere i benefici di legge e tornare a scontare la pena all'interno dell'emiciclo carcerario; di aver ottenuto in maniera fraudolenta, attraverso un'offerta al ribasso, l'aggiudicazione di una gara per alcuni lavori sull'Isola di Pianosa; di aver incassato fraudolentemente fondi europei che sarebbero dovuti servire a pagare prestazioni lavorative ad insegnanti che, invece, non hanno mai svolto lezioni ai detenuti-discenti; di aver proceduto a fare interrare in suolo privato ed in modo incontrollato inerti e materiali nocivi derivanti dai cantieri edili presso i quali aveva operato la cooperativa sociale».

Il comunicato delle Fiamme Gialle termina informando che «Il complesso quadro probatorio, frutto di elementi di prova emersi, tra l'altro, nel corso di perquisizioni domiciliari eseguite sul conto degli indagati, intercettazioni telefoniche, sequestri, nonché verifiche fiscali condotte su alcuni soggetti giuridici coinvolti nella truffa, è stato posto al vaglio del Giudice per le Udienze Preliminari di Livorno per le determinazioni di competenza».

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