[13/09/2010] News

La Lombardia vuole la caccia in deroga bocciata anche dal Veneto

MILANO. Il 14 settembre, nonostante l'annullamento da parte della Corte Costituzionale degli articoli della precedente legge regionale sulla caccia in deroga, nonostante il parere negativo della Commissione Europea,e addirittura nonostante il parere negativo dell'ufficio legale della Giunta Regionale, il Consiglio regionale della Lombardia discute la proposta di legge per cacciare 741.000 uccelli migratori protetti, fra cui peppole, fringuelli, frosoni, pispole e storni.

In una nota inviata al presidente, l'ufficio legale della Giunta regionale lombarda aveva scritto: «Risulta evidente come l'approvazione di una nuova iniziativa legislativa, che autorizzi il prelievo venatorio in deroga, configurerebbe una grave violazione della citata sentenza, che ha definitivamente contestato al nostro Stato l'inadempimento degli obblighi derivanti dalla direttiva in materia per mancata corretta trasposizione nell'ordinamento della direttiva stessa, con il conseguente rischio di incorrere in una nuova procedura di infrazione. Ti invito pertanto ad avvisare gli stessi consiglieri regionali circa l'inopportunità di nuove iniziative in materia».

Una sortita del genere era stata sventata il 9 settembre dal Consiglio regionale del Veneto grazie a quello che la Danilo Selvaggi, responsabile rapporti istituzionali Lipu-BirdLife Italia definisce «Un ottimo lavoro dell'opposizione e delle associazioni la proposta di cacciare in deroga piccoli uccelli protetti e non cacciabili è stata forse definitivamente affossata. Il contrario sarebbe stato un atto di grave e doppia irresponsabilità istituzionale, considerato che la Corte Costituzionale ha già sentenziato che le deroghe di caccia non possono essere concesse mediante legge (il che impedirebbe allo Stato di intervenire laddove riscontrasse irregolarità) e considerato inoltre che il Veneto è una delle regioni sotto accusa da parte della Commissione europea proprio per via della caccia in deroga, utilizzata come trucco per autorizzare un regime costante di caccia ordinaria».

L'eventuale approvazione di una nuova legge avrebbe certamente aggravato la posizione del Veneto e verosimilmente spinto la Corte di Giustizia europea, come avvenuto lo scorso anno per la Lombardia, ad intervenire con un'ordinanza urgente per sospendere la legge.

«Situazioni davvero imbarazzanti - continua Selvaggi -  che espongono il nostro Paese a pessime figure internazionali, il tutto per accontentare una sempre più esigua minoranza di cacciatori legata a tradizioni desuete e oggi intollerabili. Ora la regione Veneto abbia il buon senso di non salvarsi in corner, con deroghe autorizzate mediante delibera e prenda atto che la partita della caccia ai piccoli uccelli protetti, contro cui la Lipu ha raccolto 200mila firme in pochi mesi, consegnate allora al ministro Zaia, è persa. Ma faccia altrettanto la stessa regione Lombardia che sta discutendo di deroghe proprio in questi giorni e sulla quale grava il giudizio della Corte di Giustizia europea per la legge sullo deroghe dello scorso anno e che inoltre è stata di recente condannata a livello comunitario per la stessa ragione. Colga la lezione del Veneto ed eviti, la regione del Presidente Formigoni, di reiterare un atto grave per la natura e per il diritto e si ponga finalmente, in tema di tutela della natura, sul binario giusto».

Ma i consiglieri lombardi (e veneti) ad alta densità leghista non hanno dato retta, più interessati al carniere di voti dei cacciatori che alla più che probabile e reiterata bocciatura europea (che rappresenterà una vera e propria manna per dare la colpa a Bruxelles ladrona e cattiva), per questo Wwf, Lac e Legambiente danno appuntamento per domani alle 10,00 in piazza Duca d'Aosta, davanti al Pirellone, perché «Non è più possibile assistere impassibili all'emanazione di leggi così palesemente contrarie a Costituzione e Direttive Europee, leggi che hanno ricadute negative sugli animali selvatici ma anche sui cittadini lombardi. Infatti saremo tutti chiamati a breve a pagare di tasca nostra sanzioni causate dalla volontà politica di accontentare una sparuta minoranza di cacciatori e gli interessi economici a questi legati».

Le tre associazioni ambientaliste annunciano di essere pronte a presentare denuncia alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Lac, Legambiente e Wwf, «Oltre a sottolineare il danno in sé della caccia, ne rilevano la gravità soprattutto in questo anno, dove gli incendi in Russia e le alte temperature estive della Finlandia hanno portato sofferenza e squilibri alle popolazioni di uccelli».

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