[13/09/2010] News

Per gli Usa troppo costoso il “rinascimento” atomico modello «Socialismo nucleare francese»

LIVORNO. Negli Usa come in Italia diversi politici magnificano le virtù del "miracolo nucleare francese" e lo propongono come modello da adottare, ma secondo lo studio "Policy Challenges of Nuclear Reactor Construction: Cost Escalation and Crowding Out Alternatives. Lessons from the U.S. and France for the Effort to Revive the U.S. Industry with Loan Guarantees and Tax Subsidies" dell'Institute for energy and the environment della Vermont law school (Vls, una delle istituzioni scientifiche indipendenti più autorevoli degli Usa) prendere a modello la Francia «E' un equivoco che maschera un modello di rapido aumento dei costi di costruzione dei reattori nucleari ed un "distoglimento" degli investimenti nelle energie rinnovabili, come le energie eolica, solare e idroelettrica».

Lo studio è firmato da Mark Cooper, senior research fellow for economic analysi dell'istituto del Vls che spiega: «I problemi dell'industria nucleare francese sono simili ai problemi che hanno afflitto a lungo  l'industria degli Usa, tanto che non ci sono motivi per ritenere che le cose cambino se gli Stati Uniti seguiranno il percorso francese. Se l'industria nucleare degli Usa verrà rilanciata con massicci sussidi, questa analisi evidenzia che il pericolo maggiore non è l'importazione di tecnologia francese da parte degli Usa, ma replicare il modello francese del nuclear socialism. (socialismo nucleare, ndr) l'energia nucleare resterà un settore dello stato, un grande onere per i contribuenti, come è avvenuto nel corso della sua storia sia in Francia che negli Usa, e questo ritarderà lo sviluppo delle fonti rinnovabili alternative a basso costo, come ha fatto in Francia e in alcune zone degli Usa». Si tratta quindi di quella che potremmo chiamare una critica "liberista" al nucleare statale anche quando è privato e che per questo viene addirittura ribattezzato "socialista" con una semplificazione tipica negli Usa quando si parla di finanziamenti pubblici, come sa bene anche Barack Obama ogni volta che propone incentivi. Ma qui lo studio più che un modello di "socialismo realizzato nucleare" rivela per il nucleare un crollo che somiglia più a quello del socialismo reale sovietico, e lo fa mettendo impietosamente in fila tutti i "trucchi" che sentiamo sciorinare anche in Italia dal nostro liberista governo che si ispira al nucleare francese. 

«I Reattori nucleari non sono più economici in Francia - dice la Vls - Sia le industrie nucleari Usa che quelle francesi hanno sperimentato una grave escalation dei costi negli ultimi anni. Calcolato in dollari del 2008 dollari, i costi americane e francesi durante la notte sono stati simili nei primi anni ‘70 , circa 1.000 dollari per kilowatt (kW). Negli Usa sono moltiplicati fino al livello di 3.000 - 4.000 $/kW alla metà degli anni ‘80. Alla fine i reattori erano generalmente ad un livello tra i 5.000 e i 6.000 $. L'aumento del livello dei costi francesi è passato dai 2.000 - 3.000 $ della metà degli anni ‘80 ai 3.000 - 5.000 negli anni ‘90». Secondo il rapporto, anche che l'affermazione dell'industria nucleare che la standardizzazione e il forte aumento di numero e dimensioni dei reattori nucleari ridurrà i costi «Non è supportata dai fatti».   Ma c'è anche un altro problema: «In Francia e negli Stati Uniti la costruzione di reattori e centrali nucleari metterà fuori gioco l'efficienza energetica e le energie rinnovabili . Il track record francese in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili è scarso rispetto a quelli analoghi delle nazioni europee. Negli Usa le passate realizzazioni del nucleare e i futuri piani nucleari sembrano aver tagliato fuori le alternative, un trend che peggiorerà significativamente con le sovvenzioni su larga scala dei reattori nucleari, che rispecchiano il modello francese».

La critica alla commistione indistricabile tra pubblico e privato nel nucleare è durissima: «Gli Stati in cui le utility non hanno espresso un interesse per ottenere licenze per i nuovi reattori nucleari hanno un track record migliore per efficienza e rinnovabili e piani più aggressivi per il futuro sviluppo di efficienza e fonti rinnovabili. Per quanto riguarda l'efficienza e le energie rinnovabili il "no nuclear plans" degli Stati Usa (rispetto ai "nuclear states" Usa) erano tre volte più dell'energia rinnovabile e dieci volte più di energia idroelettrica non rinnovabile nel loro mix produttivo negli anni ‘90; gli obiettivi per il prossimo decennio del  Renewable portfolio standards  (Rps) sono il 50% più elevati; nel 2006 hanno speso tre volte di più in materia di efficienza, nel periodo 1992-2006 hanno risparmiato oltre tre volte più energia, e le loro utility hanno in atto programmi molto più forti per l'efficienza».

Inoltre gli Usa se seguissero il modello francese perderebbero ancora di più della Francia in termini di energie rinnovabili. Secondo il rapporto «Gli Usa hanno molte più possibilità di elaborare soluzioni alternative, non solo perché la differenza di costo del nucleare negli Usa  è maggiore, ma anche perché il portafoglio di risorse alternative è molto maggiore negli Usa. Gli Usa consumano circa il 50% più elettricità in dollari di prodotto interno lordo pro capite della Francia, che ha il più alto consumo di energia elettrica comparabili tra le nazioni dell'Europa occidentale. Gli Stati Uniti hanno opportunità di rinnovabili che sono quattro volte più grandi dell'Europa».

Secondo Stephen Thomas, un esperto di energia dell'università londinese di Greenwich e membro dell'editorial boards dell'Energy policy, utility policy, energy & environment e dell'International Journal of Regulation and Governance, «L'industria nucleare francese è in crisi per tre motivi: la sua tecnologia per i nuovi reattori, l'Evolutionary power reactor (Epr), si sta rivelando costosa e difficile da costruire e si sta rivelando lento e problematico ottenere l'omologazione di sicurezza; i 58 reattori esistenti sono molto meno affidabili rispetto ai loro coetanei europei e statunitensi; le sue imprese di nucleari di punta, utility Electricite de France (Edf) e il fornitore di reattori Areva, stanno lottando per tenere sotto controllo i loro livelli di indebitamento ... Questa esperienza suggerisce che, lungi dall'essere un modello da emulare, l'esperienza francese è un ammonimento per la super-dipendenza dal nucleare e per lo Stato che può risultare troppo invischiato in decisioni commerciali».

I ricercatori americani della Vls rimettono sul tavolo della discussione quello che era stato fatto sparire anche dagli epigoni italiani del "modello francese": le informazioni sulla storia, l'esperienza recente e i costi del nucleare francese, con un'analisi dettagliata del passato e proiezioni sui costi negli Usa e un attento esame degli effetti della decisione di incentivare la realizzazione di centrali e reattori nucleari, invece di sviluppare fonti energetiche alternative. Per il suo rapporto Cooper utilizza un'analisi storica, qualitativa e statistica per colmare le "lacune" e, dalla sua sponda liberista, giunge alle stesse conclusioni di molte associazioni ambientaliste "progressiste": il "socialismo nucleare francese" non funziona e non è esportabile.

«Le implicazioni politiche di questo rapporto sono sia vaste che restrittive - spiega Cooper - Il rapporto dimostra che seguire il modello francese sarebbe un errore,  dato che il programma francese di reattore nucleare ha molto meno successo di quanto si suppone , richiede un approccio organizzativo che è estraneo agli Stati Uniti e riflette una dotazione molto diversa delle risorse energetiche. In generale, il documento indica che è altamente improbabile che i problemi del settore nucleare saranno risolti con un'immissione di federal loan guarantees (i sostanziosi prestiti stanziati da Obama per il nucleare, ndr) e altre sovvenzioni per fare i primi impianti e completare un nuovo ciclo di edifici. I policymakers Usa dovrebbe battersi con forza contro gli sforzi del governo di dare prestiti, anche di grandi dimensioni, a condizioni che mettono a rischio i contribuenti, per "salvare" un progetto o un'industria che non possono essere recuperabili».

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