[20/08/2009] News

Verso Copenaghen. "Lezioni da un trasloco"

RIETI. Quanta CO2, ovvero anidride carbonica, ovvero il principale gas serra è "intrappolata" nella nostra casa? Che domanda apparentemente assurda. I grandi pozzi di carbonio che intrappolano i gas serra sono le foreste pluviali, da preservare per tutte le loro funzioni e in primis per la protezione del clima: ogni anno riescono ad assorbire 4,8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, circa un quinto di quanta ne emette in atmosfera l'uso dei combustibili fossili. Il gas serra rimane "stoccato" negli alberi finché la foresta non viene distrutta, incendiata, tagliata.

Quanto alle nostre case, sembrano il contrario di pozzi di carbonio: con i loro consumi energetici ogni giorno contribuiscono alle emissioni che si accumulano pericolosamente in atmosfera. Per non dire della fase di costruzione: ad esempio, produrre ogni chilogrammo di cemento è così energivoro da provocare l'emissione di un chilogrammo di CO2.

Eppure, la nostra casa è anche un "deposito" di energia e materie prime: quelle che sono state necessarie a realizzare, con la collegata emissione di anidride carbonica, i numerosi "beni" che ci circondano. Quanti più ne abbiamo o ne aggiungiamo, tanto maggiore è la nostra responsabilità climatica. E al tempo stesso, quanti più ne sostituiamo buttando il vecchio per il nuovo, tanto più "liberiamo" - in un certo senso - il carbonio stoccato in casa. Infatti una quantità di gas serra sarà emessa sia per smaltire i "rifiuti" sia per produrre i "sostituti" a quel che abbiamo sostotuito.

Ci accorgiamo appieno del deposito di materiali e dunque di energia che è la nostra casa solo quando "scasiamo", come dice la signora Gentilina di un paese sabino. Cioè quando facciamo trasloco. Abbiamo allora tutto sott'occhi e per le mani. Riesumiamo anche cose del tutto dimenticate e dobbiamo fare delle scelte: cosa portare, cosa regalare, cosa rifiutare. Anche nelle case piccole (per i criteri occidentali) c'è un accumulo di suppellettili, arnesi, elettrodomestici e altra elettronica rotti o mai usati o semplicemente sostituiti da altri più "moderni", aggeggi senza valore d'uso, flaconi di tutti i tipi e altri oggetti per l'igiene, avanzi di creme, erbe e pozioni curative, oggetti d'arredo, biancheria, oggetti di cucina, lenzuola e coperte, giochi, dischi e cd, libri, materiali cartacei, contenitori vari, avanzi di colori da pareti e da mobili, oggetti di cancelleria sepolti nei cassetti o spinti sui soppalchi, abiti infrattati perché (oppure: e dunque) mai più usati e sostituiti da doppioni, consapevolmente o per dimenticanza di quel che già avevamo.

Poi c'è chi si ostina a non voler far uscire da casa alcun rifiuto, nemmeno riciclabile, salvo la carta e così ammucchia, magari dietro i libri o in qualche anfratto, scatoloni di vasetti di vetro, e perfino confezioni di tetrapak o lattine frutto di qualche tentazione, sacchetti di plastica della pasta e dei biscotti, tazzine di ceramica rotte...

In ogni caso i nostri eccessi ci vengono spiattellati in un sol colpo ed questo forse a rendere più faticoso ancora un trasloco. Sicuramente "scaserebbe" in un attimo Krishnammal, che da 50 anni lotta insieme ai braccianti senza terra in India e vive in una casa comune le cui stanzette da letto hanno il letto e tre ripiani con qualche sari piegato e due asciugamani e un bicchiere, dunque ben poche emissioni stoccate.

Ma veniamo a noi. Il trasloco può essere un'esperienza densa di insegnamenti e portarci a riflettere su come ridurre le nostre emissioni anziché aumentarle, e su come non liberare (metaforicamente) i gas serra stoccati in casa.

Dall'esame di quanto abbiamo da spostare possiamo trarre alcune regole applicabili sia in fase di trasloco, sia per il futuro modus vivendi là dove ci "riaccasiamo". Un modus per vivere meglio con meno ingombri e meno acquisti e, così, per non "liberare" CO2 dalla nostra casa-foresta.

1. La prima regola è: non buttare quel che serve ancora, anche se magari dimenticavamo di averlo. Valorizzare la miniera dell'esistente. L'unica eccezione possono essere il frigorifero o la lavatrice (gli unici elettrodomestici davvero utili), da sostituire se vecchi ed energivori con apparecchi della migliore classe energetica.

2. La seconda regola è: non comprare né farsi più regalare cose inutili come quelle che spiacevolmente ci ritroviamo di fronte. Dai soprammobili agli elettrodomestici all'elettronica. Una casa ingombra, oltretutto, è "malefica" secondo il feng-shui. Semplificare, tagliare, è rendere la vita più facile. Eccezione va fatta per gli arnesi da lavoro adatti al fai da te.

3. La terza regola è: non comprare prima di aver finito quel che già abbiamo. Vale per prodotti d‘igiene e pulizia, per alimenti conservati ecc.

4. La quarta regola è: imparare dalle rotture imputabili a disattenzione (imparare a essere meno negligenti e frettolosi!) e da quelle imputabili alla cattiva qualità della merce. La prossima volta eviteremo di acquistare oggetti a basso costo ma dalla vita corta.

5. La quinta regola è: evviva il baratto, il dono, i mercatini di scambio, il conto vendita. Quel che proprio non ci serve, rimettiamolo in circolo: eviterà l'acquisto dell'"omologo" nuovo, con relativa emissione di CO2. Mobili, ma anche stoviglie e abiti. Tutti riutilizzatori finali!

6. La sesta regola è: studiare il residuo irrecuperabile, non vendibile né barattabile. Tante pile abbiamo accumulato al fondo dei cassetti? Ci vuole il ricaricabatterie. Tanti barattoli di vetro? Vediamo di riutilizzarli - cambiando il coperchio - producendo qualche conserva di frutta od ortaggi, in un giorno o due d'estate per tutto l'inverno. Abbiamo una quantità enorme di carte mai lette? Cerchiamo di raccattarne meno ai prossimi convegni.

7. La settima regola è: l'irrecuperabile, non buttarlo nei sacchi indifferenziati giustificandoci con l'una tantum del trasloco. Produrre un quintale di carta riciclata costa al clima 60 kg di CO2 in meno rispetto alla produzione di carta bianca. Quindi è importante fornire la materia prima per questo riciclaggio, anche al tempo del trasloco.

 

Torna all'archivio