[09/09/2010] News

Greenpeace: il catrame della Bp sulla spiaggia delle tartarughe dell’isola di Horn

LIVORNO. Greenpeace è impegnata nel Golfo del Messico con una spedizione a bordo dell'Arctic Sunrise, ed ha scoperto sulle spiagge dell'Isola di Horn, al largo della costa del Missisipi, il petrolio proveniente dal disastro della piattaforma Bp Deepwater Horizon, a soli pochi metri dai siti protetti di nidificazione di tartarughe marine. Il lavoro di ricerca di Greenpeace sull'isola di Horn fa parte di una spedizione di tre mesi nel Golfo del Messico per valutare gli impatti della marea nera. L'Arctic Sunrise è stata messa a disposizione di ricercatori indipendenti per analizzare e studiare gli impatti del petrolio e dei disperdenti sull'ecosistema del Golfo.

Adam Walters, il coordinatore scientifico della spedizione dell'Arctic Sunrise, scavando piccoli buchi sulla spiaggia, ha scoperto strati di sabbia impregnata di petrolio poco sotto la superficie. «Il catrame è stato trovato sulle spiagge di entrambi i versanti dell'isola, a pochi metri da siti protetti di nidificazione di tartarughe - spiegano gli ambientalisti - Il petrolio ritrovato su quest'isola mostra che l'area è ben lontana dall'essere stata ripulita dalla marea nera, che continua a minacciare gli habitat costieri del Mississipi».

Nelle settimane passate altre associazioni ambientaliste e gruppi di volontari indipendenti avevano segnalato che la Bp, spesso spalleggiata dalla polizia locale, impediva l'accesso ad aree sensibili, mentre altri hanno documentato che diversi grossi spiaggiamenti di petrolio sono stati semplicemente ricoperti con strati di sabbia.

Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia, rilancia l'allarme: «È scandaloso, la Bp continua a raccontarci che il petrolio è stato completamente ripulito. L'isola di Horn rappresenta un habitat particolarmente importante per uccelli e tartarughe marine, che la Bp rischia di danneggiare irreparabilmente, nel tentativo di ripulire l'area. Metodi di pulizia particolarmente invasivi, come l'utilizzo di ruspe, aggiunti al petrolio e ai disperdenti chimici, rischiano di spingere questi ecosistemi particolarmente sensibili sull'orlo del collasso».

E Walters spiega cosa sta davvero succedendo nell'ecosistema già provato del Golfo del Messico: «Ciò che vediamo sulle coste del Golfo è giusto la parte di catrame spiaggiato. Una gran quantità non arriverà mai sulle coste e non sarà mai ripulita. Questo petrolio dissolto o mescolato ad acqua è quello che sta causando e causerà danni significativi e non misurabili all'ecosistema acquatico del Golfo».

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