[06/09/2010] News

Il liceo delle scienze umane ai nastri di partenza: ma può fare a meno della sostenibilità?

LIVORNO. A pochi giorni dal suono della campanella, è il liceo delle scienze umane la più interessante novità dell'offerta formativa 2010, riservata però ai soli nati nel 1996. Saranno loro i primi a testare la riforma che vede in questo nuovo liceo confluire le sperimentazioni degli ex Istituti magistrali. Come si legge nel dossier del Sole24Ore sono antropologia, pedagogia, psicologia e sociologia le scienze umane a cui fa riferimento la denominazione di questo percorso didattico. Oltre all'opzione "economico-sociale" che si può aggiungere al percorso di base. Dal nostro punto di vista, capire quanto la sostenibilità ambientale e sociale permei i programmi di studio è il metro di valutazione della riforma stessa. E come cercheremo di argomentare, qualcosa c'è ma siamo lontani da una svolta.

«Il percorso del liceo delle scienze umane - spiega l'art. 9 comma 1 - è indirizzato allo studio delle teorie esplicative dei fenomeni collegati alla costruzione dell'identità personale e delle relazioni umane e sociali. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei processi formativi. Assicura la padronanza dei linguaggi, delle metodologie e delle tecniche di indagine nel campo delle scienze umane». A conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, gli studenti dovranno: aver acquisito le conoscenze dei principali campi d'indagine delle scienze umane mediante gli apporti specifici e interdisciplinari della cultura pedagogica, psicologica e socio-antropologica;  aver raggiunto, attraverso la lettura e lo studio diretto di opere e di autori significativi del passato e contemporanei, la conoscenza delle principali tipologie educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale e il ruolo da esse svolto nella costruzione della civiltà europea;  saper identificare i modelli teorici e politici di convivenza, le loro ragioni storiche, filosofiche e sociali, e i rapporti che ne scaturiscono sul piano etico-civile e pedagogico-educativo;  saper confrontare teorie e strumenti necessari per comprendere la varietà della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi, ai luoghi e alle pratiche dell'educazione formale e non formale, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai fenomeni interculturali;  possedere gli strumenti necessari per utilizzare, in maniera consapevole e critica, le principali metodologie relazionali e comunicative, comprese quelle relative alla media education.

Esplicitamente, quindi, la sostenibilità non è mai nominata anche se sta dentro quasi tutto quello che viene preteso dalle conoscenze finale degli studenti. Entrando poi nei programmi specifici si legge che nella materia Scienze della Terra «Si potranno svolgere inoltre approfondimenti sui contenuti precedenti e/o su temi scelti ad esempio tra quelli legati all'ecologia, alle risorse energetiche, alle fonti rinnovabili, alle condizioni di equilibrio dei sistemi ambientali (cicli biogeochimici) o su altri temi, anche legati ai contenuti disciplinari svolti negli anni precedenti. Tali approfondimenti saranno svolti, quando possibile, in raccordo con i corsi di fisica, matematica, storia e filosofia».

 Si trova qualche altro accenno poi nel programma di geografia dei biennio «lo studente si concentrerà sullo studio del pianeta contemporaneo, sotto un profilo tematico, per argomenti e problemi, e sotto un profilo regionale, volto ad approfondire aspetti dell'Italia, dell'Europa, dei continenti e degli Stati. Nella costruzione dei percorsi didattici andranno considerati come temi principali: il paesaggio, l'urbanizzazione, la globalizzazione e le sue conseguenze, le diversità culturali (lingue, religioni), le migrazioni, la popolazione e la questione demografica, la relazione tra economia, ambiente e società, gli squilibri fra regioni del mondo, lo sviluppo sostenibile (energia, risorse idriche, cambiamento climatico, alimentazione e biodiversità), la geopolitica, l'Unione europea, l'Italia, l'Europa e i suoi Stati principali, i continenti e i loro Stati più rilevanti». Altri accenni si trovano alla biodiversità, ma come ci pare evidente non sono perni dell'insegnamento, ma quasi contorno. Non passa dunque ancora l'idea che le attività umane, anche quelle che sembrano più lontane, hanno un rapporto diretto con l'ambiente.  

Torna all'archivio