[06/09/2010] News

Il rinascimento nucleare europeo passa dalle centrali zombie della Germania

LIVORNO. Il vertice economico di Cernobbio si è trasformato quest'anno in una vera e propria sagra del nucleare, con dati in libertà sulla riduzione dei costi in bolletta e delle emissioni di CO2 del ''piano nucleare attivo" (''minori costi di generazione, comprensivi del costo della CO2, per 43-69 miliardi di euro"), in questo contesto anche le ripetute e risapute bugie di Areva sui costi e i ritardi dell'Epr finlandese sono passate facilmente per verità rivelata. Il problema è che si parla di una quota del 25% di nucleare nel mix energetico italiano, più o meno 5 volte in più di quel che prevede il governo che non ci dice ancora da dove comincerà fisicamente questo tanto decantato ''rinascimento". 

Il rapporto sminuisce i rischi parlando incredibilmente solo di due incidenti rilevanti in tutto il mondo (Chernobyl e Thre Mile Island) e ignorando l'evidenza quotidiana che trovate anche oggi su greenreport, assicurando che  gli standard di sicurezza attuali renderebbero impossibile il ripetersi di incidenti simili.  

A Cernobbio l'euforia nucleare era dovuta forse al fatto che il governo di centro-destra tedesco ha deciso di prolungare in media di 12 anni la vita delle centrali nucleari tedesche, un accordo che aleggiava tra Cdu/Csu e Fdp e che è stato confermato dal ministro dell'ambiente Norbert Rottgen dopo una riunione durata quasi 12 ore, nella quale è stato deciso anche di prorogare di 8 anni pure la vita delle centrali nucleari tedesche più vecchie, degli zombie nucleari che avrebbero dovuto essere smantellati praticamente subito, e di 14 quelle più recenti.

Forse a Cernobbio gli entusiasti e i (ri)convertiti del nucleare dovrebbero leggersi le reazioni che ha immediatamente scatenato in Germania la decisione del governo nero-giallo, o dell'Ape Maya, come lo chiamano i tedeschi ricordando i colori di democristiani e liberali.

Claudia Roth, la presidente dei Verdi tedeschi in forte aumento di voti e nei sondaggi, ha definito così il rapporto energia presentato dal ministero dell'ambiente: «Il parere del governo federale per l'estensione della vita delle centrali nucleari è paragonabile come credibilità ai rapporti di pianificazione che si facevano una volta nella Ddr (la Repubblica democratica tedesca, la Germania Est ndr). Anche il ministero dell'ambiente dice cose da far rizzare i capelli con errori che sono una vera e propria manipolazione diretta. Se Angela Merkel vuole con il vertice della coalizione di domenica fare di questo rapporto una decisione strategica per la politica energetica tedesca, allora siamo di fronte all'irresponsabilità».

La somiglianza con il rapporto italiano presentato a Cernobbio è inquietante: «Il parere è stato progettato secondo costi estremi per le famiglie per screditare il cambiamento climatico e per presentare la conversione verso l'energia da fonti rinnovabili un fattore di costo. Dall'altra parte, i benefici a lungo termine di tali azioni sono stati calcolati secondo una stima dei costi infima. Allo stesso tempo i costi di costruzione delle centrali nucleari sono stati calcolati in modo significativamente troppo basso. Il rapporto sull'energia atomica è un consiglio di consulenza di cortesia per i gruppi atomici, sviluppato in parte con i soldi dell'industria nucleare . Su questa base , l'annunciato rapporto della corazzata Potemkin dell'energia giallo-nera non vale la carta su cui è scritto».

Il presidente dei Grünen, Cem Özdemir, definisce così quello che in realtà è stato presentato dal governo Merkel come „pacchetto di austerità": «Quello del gabinetto è un corposo pacchetto di prima classe per il fallimento dell'economia». Dopo aver accusato le lobby nucleari di ricattarla, la Merkel ha eseguito un'umiliante ritirata sulla tassa sui carburanti nucleari  e ora le centrali nucleari ottengono il prolungamento della durata della loro vita gratuitamente, con miliardi di profitti in più ed un aumento di costi nelle bollette dei contribuenti tedeschi per l'impossibile smaltimento delle scorie radioattive. Inoltre con gli anni aumenteranno i già evidenti problemi di gestione e sicurezza di centrali obsolete e per l'irrisolto problema delle discariche nucleari. Secondo Özdemir quel che rimane è un progetto «incasinato, ecologicamente insensato e giuridicamente davvero impermeabile. L'unica cosa che è sicuro che si verificherà sono i dolorosi tagli nel settore sociale, dovranno sopportarli i più vulnerabili della società».

Il governo Ape Maya tedesco non ha tenuto minimamente di conto del rapporto presentato solo il giorno prima da Greenpeace Deutschland che prevede un volume di scorie nucleari triplo con un prolungamento della vita delle centrali nucleari tedesche, alcune delle quali arriverebbero a ben 70 anni.

Al momento della pubblicazione del rapporto le industrie nucleari tedesche chiedevano un prolungamento della vita media delle centrali di 10 - 15 anni, e Greenpeace sottolinea che  «Anche un prolungamento cosiddetto moderato di vita di 10 anni, potrebbe significare che l'ultimo reattore nucleare sarà in rete fino al 2053. Le centrali nucleari in tutto il mondo hanno un'età media di 22 anni, in Germania si raggiungerebbe un'età di 67 anni. Per le scorie nucleari questo significa che la massa accumulata sarebbe il triplo rispetto alla proposta nucleare rosso-verde (il governo socialdemocratici verdi che fissò le date per la fuoriuscita dal nucleare in Germania, ndr).

Dice Tobias Riedl, un esperto di nucleare Greenpeace, spiega che «Un'estensione della vita di 10 o 15 anni sembra innocua ma non lo è. Chiamarla moderata è una frode. I nostri nipoti dovranno ancora convivere con i rischi di antichi reattori nucleari, per non parlare del problema del tutto irrisolto dell'enorme montagna di rifiuti nucleari. Il Cancelliere Merkel e i suoi ministri hanno giurato di impedire ogni danno al popolo tedesco. Con l'estensione della vita delle centrali, rompono il loro giuramento a danno della Germania. Il prolungamento della vita è semplicemente un dono in denaro alle imprese. Greenpeace chiede una riduzione della durata».

Una proroga di 10 anni significherebbe altre 6.000 tonnellate di scorie radioattive, ma allo stato attuale la Germania potrebbe ospitarne al massimo 2.000 in più, due terzi di meno. Una proroga di vita di 15 anni, uno in meno di quello approvato da Cd/Csu e Fdp, vorrebbe dire altre 8.000 tonnellate di scorie  nucleari. L'ultimo impianto nucleare tedesco resterebbe in funzione fino al 2064, per ben 78 anni il doppio del tempo previsto attualmente per una centrale nucleare. Il piano del precedente governo Cdu/Csu Spd era quello di chiudere l'ultima centrale nucleare tedesca nel 2027, a 37 anni di età.

Secondo Greenpeace Deutschland (e la legge attualmente in vigore) le 7 più vecchie centrali tedesche andrebbero chiuse al più presto perché non sono più a norma con i livelli di sicurezza internazionali e non in grado nemmeno di resistere ad un impatto con un aereo.

Per Riedl «Da questi dati si può certo dire che questo non è un prolungamento della vita moderato... e non è stato oggetto di approvazione nei land. Abbiamo bisogno di uno sforzo congiunto di industria, politica e popolazione, in modo che la Germania possa il più rapidamente possibile passare alle rinnovabili, quel che ci vuole davvero per aiutare il clima globale e l'economia tedesca, come sappiamo fin troppo bene».

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