[19/08/2009] News toscana

Realacci: La green economy perno del nuovo Pd

LIVORNO. "Un mondo di buone energie". Questo il titolo della festa nazionale dell'ambiente che il Pd ha deciso di programmare da domani al 6 settembre alla Rotonda d'Ardenza di Livorno.
Collocata nel circuito delle feste nazionali a tema, quella di Livorno presenterà quindi alcune novità proprio per quanto riguarda il profilo ambientale: una maggior attenzione alla gestione e smaltimento dei rifiuti (ma aspettiamo di vedere anche qualcosa sul fronte della riduzione, ad esempio acqua in caraffa e piatti in ceramica al posto di quelli di plastica), approvvigionamento a chilometro zero (i rifornimenti alimentari provengono per la maggior parte da fornitori livornesi, riducendone così il trasporto e il conseguente inquinamento).

«Abbiamo ricevuto davvero molte richieste per ospitare la feste nazionale del Pd dedicata all'ambiente - spiega il responsabile Ambiente del partito, Ermete Realacci - e la scelta è caduta su Livorno essenzialmente per due motivi: intanto perché fortemente voluta dal gruppo di giovani che ha frequentato il corso nazionale ad Amalfi sull'ambiente dello scorso aprile, gruppo tra l'altro molto attivo anche in occasione  del terremoto abruzzese. E  poi perché intendiamo sottolineare, con la scelta di una città industriale come Livorno, che l'ambiente è trasversale, e che la green economy, cioè la riconversione ecologica dell'economia è l'unica strada perseguibile per uscire dalla crisi».

La green economy e la sostenibilità come perno di ogni azione, possono diventare la scelta vincente e qualificante per un partito di centrosinistra?
«Un terreno dove è evidente la distanza tra noi e il partito delle libertà è proprio sulle politiche ambientali. Ricordo solo che a dicembre Berlusconi disse che pensare all'ambiente durante questa crisi era come farsi la messa in piega mentre uno ha la polmonite. Questo significa che la pensa al contrario di buona parte del mondo e che è miope di fronte ai segni dei tempi che arrivano da ogni parte del globo: l'accelerazione delle pratiche della sostenibilità nella America di Obama è solo un esempio, la fiat che 5-6 anni fa qualcuno dubitava sopravvivesse e che ora acquisita senza pagare uan lira la Chrysler perché sa fare auto più piccole, che consumano di meno e inquinano di meno è un altro esempio».

Tra i segni dei tempi molti si aspettavano anche un segnale dal Pd: un segretario ambientalista alla guida del partito...
«La stata spinta in questo senso c'è stata ed è stata molto forte e da più parti. Ma onestamente non mi sentivo pronto. Candidarsi è una scelta impegnativa che prevede prima un passaggio interno, e poi un passaggio esterno e che avrebbe voluto dire lavorarci da molto tempo e costruire nel partito una forza organizzata che io, nonostante le pressioni, non mi sentivo in grado di mettere in campo adesso. Sosterremo comunque Franceschini perché esprime con nettezza la necessità di essere grande forza ambientalista. Bersani recupera questo tema nel terreno della pubblica amministrazione, ma la nettezza con cui affronta la questione Franceschini ne fa una forza al passo coi tempi».

Quali sono oggi le priorità per garantire un futuro al pianeta e all'Italia?
«La chiave fondamentale è quella appunto di utilizzare l'ambiente per rispondere alla crisi globale. Dal punto di vista politico questo segnale lo sta dando con grande continuità Obama, che fin dal discorso della sua elezioni ha intrecciato i rischi geopolitici con i cambiamenti climatici, ricordando che l'America si trovava davanti 3 sfide proibitive: 2 guerre e un pianeta in pericolo.  In Italia significa fare il contrario di quanto sta facendo questo governo: puntare su economia di qualità, su innovazione, ricerca. E l'osservatorio della Toscana, con questo festa nazionale, contribuirà al progetto, evidenziato anche i clamorosi errori compiuti: ci saranno dibattiti sulle ecomafie, sulla cattiva gestione del territorio, sulla cementificazione, sulle scelte energetiche sbagliate e anacronistiche come quella nucleare, ribadendo che il Pd è favorevole solo a investire nella ricerca sul nucleare di IV generazione ma assolutamente contrario agli Epr e altri impianti di III generazione che hanno già dimostrato la loro non convenienza economica, sociale e ambientale».

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