[19/08/2009] News

Global warming al lavoro: troppi pennacchi di metano sul fondo dell'Oceano Artico

LIVORNO. Secondo lo studio "Escape of methane gas from the seabed along the West Spitsbergen continental margin" di ricercatori britannici e tedeschi pubblicati sulla rivista Geophysical research letters «sono stati scoperti più di 250 i pennacchi di bolle di gas provenienti dai fondali marini del margine continentale delle West Spitsbergen, ad una profondità tra i 150 e i 400 metri, ed al di sopra dell'attuale limite superiore della gas hydrate stability zone (Ghsz).

Alcuni dei pennacchi si estendono verso l'alto fino a 50 metri dalla superficie del mare. Il gas è prevalentemente metano. Il riscaldamento della corrente northward-flowing West Spitsbergen, che é stato di 1 grado negli ultimi 30 anni, è probabile che abbia incrementato il rilascio di metano dal fondo marino, riducendo l'estensione del Ghsz, causando la liberazione di metano per la decomposizione dell'idrato. Se questo processo si diffonderà lungo i margini continentali dell'Artico, decine di tonnellate di metano all'anno potrebbero essere rilasciati nell'Oceano occidentale».

Alla ricerca, sostenuta dal Natural Environment Research Council britannico, hanno lavorato scienziati del National oceanography centre di Southampton in collaborazione con I ricercatori dell'università di Birmingham, Royal Holloway London e dell'Ifm-Geomar Tedesco.

La scoperta dei 250 pennacchi sottomarini di gas dimostra che l'effetto serra ha già pesanti ricadute anche nei mari più freddi del pianeta che tengono imprigionate nei loro fondali enormi quantità di metano che può essere liberato dagli idrati presenti nei sedimenti e che è stato identificato come uno degli agenti più pericolosi del cambiamento climatico.

I ricercatori inglesi del National oceanography centre spiegano che «La probabilità che il metano potesse essere rilasciato in questo modo era stata già ampiamente prevista. I dati sono stati raccolti dalla nave reale da ricerca RRS James Clark Ross, come parte della Natural environment research council's international polar year initiative. I pennacchi di bolle sono stati rilevati utilizzando sonar e poi campionati con il water-bottle sampling system over a vari livelli di profondità».

E' sorpreso anche Tim Minshull, dell'università di Southampton: «Il nostro studio aveva lo scopo di definire quanto metano poteva sprigionarsi a causa del futuro riscaldamento dell'oceano; non ci aspettavamo di scoprire una prova tanto forte che questo processo fosse già cominciato».

Gli idrati di metano sono una sostanza simile al ghiaccio composta da acqua e metano che rimane stabile in condizioni di alta pressione e basse temperature. Attualmente nel mare che circonda le isole Spitsbergen gli idrati di metano sono stabili ad una profondità superiore ai 400 metri, 30 anni fa la quota "di stabilità" era molto più alta: 360 metri.

Secondo gli scienziati inglesi «Questa è la prima volta che un simile comportamento in risposta al cambiamento climatico viene osservato in epoca moderna. Mentre la maggior parte del metano normalmente rilasciato dai fondali marini si dissolve nell'acqua marina prima di raggiungere l'atmosfera, i "methane seeps" sono episodici e imprevedibili e sono possibili periodici e vigorosi deflussi di metano in atmosfera. Inoltre, il metano disciolto nell'acqua di mare contribuisce all'acidificazione degli oceani».

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