[19/08/2009] News

L'India interessata al riscaldamento climatico, ma vuole crescere senza limiti

LIVORNO. Dopo l'ennesimo stallo dei Climate change talks registratosi a Bonn, una delle ultime tappe della road map di Bali verso il summit mondiale sui cambiamenti climatici di Copenhagen, interviene uno di coloro che probabilmente sono fra i responsabili di questo empasse pericolosissimo: il primo ministro indiano Manmohan Singh che ha riaffermato l'importanza che il suo Paese dà ai problemi del cambiamento climatico ma rifiuta le critiche rivolte alla rigida posizione dell'India dai Paesi sviluppati che secondo lui «non avrebbero agito sufficientemente per trattare questa questione».

Singh ha approfittato della conferenza nazionale dei ministeri dell'ambiente e delle foreste dell'India per ribadire che «Noi riconosciamo non solo pienamente fino a quale punto questo dossier (i negoziati per Copenhagen, ndr) sia importante per l'India, ma anche i nostri obblighi a trattarlo».

Detto questo Singh ripresenta il solito schema concettuale che il governo indiano ha messo insieme dopo la schiacciante vittoria del partito del Congresso alle recenti elezioni nazionali: «I nostri bisogni energetici conosceranno un aumento considerevole nei prossimi decenni. Possiamo e dobbiamo seguire una via differente, una via propizia all'ambiente. Dobbiamo impegnare di più le parti interessate, in particolare i giovani, per condurre il movimento per la protezione dell'ambiente».

Il problema è che la "via nuova" di Singh somiglia terribilmente a quella che già oggi ci ha condotto alla crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo.

Anche a Bonn l'India ha detto che non firmerà nessun accordo internazionale sul cambiamento climatico contenente obblighi giuridici vincolanti e che ogni documento approvato dal summit di Copenhagen verrà ignorato dal governo di New Delhi se non terrà conto della necessità dell'India di crescere economicamente.

L' unica promessa che Singh ha ribadito è quella che il livello di emissioni di gas serra dell'India non supererà quello dei Paesi sviluppati.

Se questo sarà il risultato della nuova via indiana propizia all'ambiente, si tratta di un percorso insostenibile secondo tutti i rapporti dell'Unfccc e dell'Ipcc. Una nuova autostrada che farebbe ripercorrere a un miliardo di indiani la rotta sbagliata dello sviluppo all'occidentale e che potrebbe portare tutta l'umanità verso un ingorgo climatico inestricabile.

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