[30/08/2010] News

La Turchia aderisce alla Convenzione di Hong Kong per il riciclaggio ecologico delle navi

LIVORNO. Il 26 agosto la Turchia, uno dei cinque principali Paesi al mondo per riciclaggio di navi, ha firmato il trattato Onu che promuovere il riciclaggio ecocompatibile delle navi. Si tratta dell'Hong Kong international Convention for the safe and environmentally sound recycling of ships, adottata a maggio del 2009 e che punta a garantire che le navi vengano correttamente riciclate alla fine della loro vita, in modo da non rappresentare un rischio non necessario per la salute, la sicurezza o l'ambiente.

La convenzione di Hong Kong è stata firmata a Londra dal rappresentante permanente della Turchia, Ünal Çeviköz , presso l'International maritime organization (Imo), nel corso di un convegno organizzato dalla stessa Agenzia marittima dell'Onu sulle questioni riguardanti le demolizioni ed il riciclo delle navi, compreso il corretto smaltimento delle sostanze pericolose contenute negli scafi avviati alla demolizione, come amianto, metalli pesanti, idrocarburi, ozono, antivegetativi, ecc..

Il convegno dell'Imo ha affrontato anche il problema delle condizioni di lavoro, spesso disumane ed insalubri, in molte zone dove si smantellano e si avviano al riciclo le navi. La Convenzione di Hong Kong disciplina anche la progettazione delle attività, la loro realizzazione e la preparazione delle navi dismesse al fine facilitate un riciclaggio sicuro ed ecologicamente corretto, senza compromettere la sicurezza di lavoratori e l'efficienza operativa. La Convenzione si concentra sul funzionamento degli impianti di riciclaggio delle navi in modo sicuro ed ecologico, nonché sull'adozione di meccanismi esecutivi adeguati per il riciclaggio delle navi, compresi la certificazione dei requisiti richiesti.

La Convenzione è stata redatta con un lavoro di tre anni che ha visto impegnati gli Stati membri dell''Imo, Ong e l'Organizzazione internazionale del lavoro, insieme alle parti della convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento. Dal primo settembre 2009 gli Stati possono firmare la Convenzione e da domani, 31 agosto, sono aperte le adesioni ufficiali.

La Convenzione di Hong Kong entrerà infatti in vigore 24 mesi dopo la data in cui l'avranno firmata senza riserva di ratifica, accettazione o approvazione, almeno 15 Stati che rappresentino il 40% della stazza lorda della navigazione mercantile mondiale. Il volume combinato massimo annuo di navi riciclate da questi Stati nei precedenti 10 anni deve costituire almeno il 3% del loro tonnellaggio di combined merchant shipping.

Sembra quasi una complicata corsa ad ostacoli in un labirinto di cifre, anche perché fino ad oggi la Convenzione è stata firmata, con riserva di ratifica o di accettazione, solo da Italia, Francia, Olanda, Saint Kitts e Nevis e Turchia.

Restano fuori colossi dello smantellamento della navi come la Cina o l'India, dove le condizioni ambientali e di lavoro del settore di riciclo delle navi sono spesso disumane e dove norme valide per tutti i Paesi potrebbero far risparmiare ogni anno centinaia di vite umane. E' probabilmente a loro che si è rivolto al momento della firma da parte della Turchia il segretario generale dell'Imo Efthimios E. Mitropoulos che ha auspicato che anche le altre grandi nazioni del riciclaggio delle navi aderiscano alla Convenzione al più presto.

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