[18/08/2009] News

Il disastro della diga siberiana mette la Russia di fronte all'abbandono delle grandi infrastrutture sovietiche

LIVORNO. In Russia la tragedia della più grande centrale idroelettrica russa, la Sayano-Shushenskaya, sta portando alla luce l'abbandono nel quale l'oligarchia putiniana, dietro la facciata efficientista e decisionista fino all'autoritarismo, ha lasciato le grandi infrastrutture energetiche ereditate dall'Unione sovietica. Anche per rintuzzare critiche insolitamente dure, il primo ministro Vladimir Putin ha immediatamente creato una commissione governativa, diretta personalmente dal vice-premier Igor Setchin, che dovrà far luce su un incidente che fino ad ora ha un bilancio pesantissimo in vite umane: 12 morti, 15 feriti e e 62 dispersi per i quali ormai si è persa ogni speranza, scomparsi nello scoppio della sala macchine e delle pompe della centrale siberiana sullo Yenisei.

Secondo quanto dice il presidente ad interim del Consiglio di amministrazione della RusHydro, Vassili Zoubakine, per riavviare la centrale idroelettrica Sayano-Shushenskayaskaïa «I lavori di riparazione dureranno 4 anni». Infatti l'esplosione ha completamente distrutto il secondo gruppo di motopompe e parzialmente la sala macchine, ma anche i gruppi 7 e 9 sono fortemente danneggiati.

Un altro dirigente di RusHydro, Alexandr Tolochinov (un ex direttore della centrale), ha detto che la causa dell'incidente non è stata ancora determinata con precisione: «Gli strumenti di misurazione non hanno confermato il "colpo di maglio" (cioè un brusco aumento della pressione, ndr). La causa dell'incidente sarebbe la distruzione di una turbina, è possibile che si tratti di un pezzo difettoso. Attualmente i soccorritori atanno tentando di bloccare la centrale al fine di procedere all'evacuazione dell'acqua nei suoi locali. Essendo l'acqua a 4 gradi, è difficile sopravvivere restandoci diverse ore. Una volta pompata l'acqua, sapremo se le persone considerate disperse sono riuscite a rifugiarsi in una "bolla d'aria"».

Il ministro russo dell'energia Sergei Chmatko è nella repubblica russa della Khakassia, dove sorge il gigantesco impianto, per controllare da vicino la situazione ed ha detto che in seguito all'incidente «L'aumento del prezzo dell'elettricità al consumo in Siberia potrebbe essere del 5 - 7%, secondo il pronostico più ottimistico».

Intanto diverse grandi industrie siberiane fanno i conti con prolungate interruzioni di energia elettrica.

Nonostante questo, secondo Chmatko, la cosa non avrà affetti molto negativi visto che la centrale di Sayano-Shushenskayaskaïa durante l'inverno, a causa del gelo, funziona normalmente al 30 - 40% della sua potenza nominale.

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