[24/08/2010] News

Il Sudan vuole la centrale nucleare, per far concorrenza all'Egitto e prepararsi alla guerra col Sud

LIVORNO Il quotidiano israeliano Haaretz riprende oggi con preoccupazione una serie di dispacci dell'Agenzia della Suna, l'Agenzia di Stato del Sudan, rilanciati anche dalla Reuters, e spiega che il grande e turbolento Paese africano vuole costruire una centrale nucleare entro il 2020.

La Suna ricorda addirittura che «L'economia del Sudan ha sofferto sotto le sanzioni degli Stati Uniti dal 1997 e per decenni di guerra, ma è riuscita a far salire la produzione di petrolio a 470.000 barili al giorno, promuovendo la crescita».

A dire il vero gli Usa non si limitarono alle sanzioni, ma bombardarono anche un impianto accusando il Sudan di fabbricare armi chimiche di distruzione di massa. Ma ora il tempo dello Stato canaglia sembra oassato, saranno probabilmente i compagni cinesi (in cambio del petrolio) a costruire la centrale nucleare che tanto vuole il presidente sudanese, il feldmaresciallo Omar al-Bashir, ricercato dalla corte di giustizia internazionale dell'Aja per il genocidio del Darfur.

I cinesi e i nuovi amici occidentali hanno aiutato il regime islamico-autoritario di al Bashir a costruire anche dighe lungo il Nilo bianco e blu per produrre elettricità, ma vaste aree del più grande Paese africano non l'hanno mai vista arrivare.

Mohamed Ahmed Hassan el-Tayeb, il direttore generale dell'International atomic energy agency sudanese, ha detto alla Suna che «Il governo ha iniziato a pianificare lo sviluppo dell'energia nucleare nei primi mesi del 2010. Il ministero dell'energia e delle dighe ha già avviato la preparazione del progetto per introdurre l'energia nucleare in collaborazione con l'International atomic energy agency (Iaea) e prevede di costruire la prima centrale nucleare nel 2020».

Secondo Tayeb questa settimana dovrebbe arrivare in Sudan una delegazione dell'Aiea per discutere il progetto di questa settimana ed ha sottolineato che «Il Sudan è membro dell'Iaea dal 1958 e può sviluppare l'energia nucleare con l'assistenza dell'Iaea».

Qualcosa non torna anche nell'ormai indecifrabile rompicapo del nucleare civile-militare: Haaretz ricorda che «Il Sudan ha stretti legami economici e politici con l'Iran, che è bloccato in una disputa con gli Stati Uniti e alcuni dei suoi alleati sul suo programma nucleare. Sabato scorso , gli ingegneri iraniani e russi hanno iniziato il caricamento del combustibile nella prima centrale nucleare iraniana, una pietra miliare per Teheran per andare avanti con il suo programma nucleare nonostante le sanzioni dell'Onu. L'operazione di una settimana per caricare combustibile di uranio nel reattore della centrale di Bushehr, nel sud dell'Iran, è il primo passo per avviare un impianto, un'eventualità che gli Usa speravano di evitare, a causa dei timori sulle ambizioni nucleari di Teheran».

Sembra che gli israeliani, fino ad ora unica potenza nucleare militare e civile dell'area, siano più che preoccupati per le ambizioni atomiche di un così stretto alleato dell'Iran, che in più è protetto dall'ormai intoccabile dragone cinese.

Probabilmente le smanie nucleari del feldmaresciallo Omar al-Bashir dipendono anche da due altri fattori: la concorrenza con l'eterno amico-nemico Egitto e la prossima probabile secessione del Sud Sudan petrolifero.

Il presidente egiziano Hosni Mubarak ha appena annunciato che sono in preparazione i piani per costruire la prima centrale nucleare del più popoloso Paese arabo e il suo governo ha fatto filtrare sul giornale Al- Masry al-Youm che Mubarak avrebbe deciso di costruia a Dabaa, una località a nord-est del Cairo, vicino ad una delle migliori spiagge egiziane sul Mediterraneo e che naturalmente «La decisione di costruire la centrale ad energia nucleare non è stata criticata dagli imprenditori locali».

All'inizio del mese, il ministro dell'elettricità e dell'energia, Hassan Younes, aveva detto che era stato dato il via libera ai piani per avviare una gara di appalto internazionale per la costruzione dell'impianto, per assicurare così all'Egitto di ottenere il prezzo migliore, che dovrebbe essere intorno ai 4 miliardi di dollari per una centrale da 4.000 MW da realizzare entro il 2025. Secondo Al- Masry al-Youm sarebbero interessate la solita francese e Areva e i cugini della Alstom e la statunitense Westinghouse Electric.

L'atro fronte del Sudan è per ora interno, ma potrebbe diventare il suo prossimo rissoso concorrente a sud, dove risiedono gran parte delle risorse del sottosuolo sudanesi.

Mentre sono in corso le operazioni per preparare il referendum sull'indipendenza del Sud Sudan, la situazione è tutt'altro che poacifica e si susseguono scontri armati tribali e politici per il controllo del territorio e dei voti, anche se il si alla secessione sembra scontato.

Ma l'indipendenza potrebbe sfociare in una guerra per segnare i nuovi confini energeticio del Sudan. Il 22 agosto il segretario del National Congress del Sudan, Qotbi Al-Mahdi, ha detto che il Sudan people's liberation movement (Splm) avrebbe acquistato 11 aerei militari ed ha accusato il Splm di violare così il Compehensive peace agreement Secondo Al-Mahdi «Il Splm attualmente dovrebbe concentrare i suoi sforzi per risolvere il gap alimentare e molti altri problemi, tra cui l'importante questione del referendum, invece di comprare carri armati e armi e spendendo tutta la ricchezza che ha ottenuto dopo gli accordi di pace per preparare la guerra».

Anche spendere miliardi di dollari per una centrale nucleare in uno dei Paesi più poveri del mondo non è il massimo...
Il Sudan sembra proprio un bel posticino dove costruire uno degli impianti energetici più a rischio e la situazione interna fa impallidire quella dell'Iran, però le democratiche imprese nucleari occidentali fanno la fila insieme a cinesi e russi davantio alla porta del feldmaresciallo Omar al-Bashir, ricercato dalla giustizia internazionale.

Torna all'archivio