[19/08/2010] News

Il dramma del Niger e del Sahel, tra fame, crisi ambientale e insicurezza. Si ritirano le Ong umanitarie

LIVORNO Numerose Ong umanitarie hanno annunciato di aver iniziato il ritiro del loro personale da alcune regioni del Niger a causa del crescente clima di insicurezza che è addirittura aumentato dopo il colpo di Stato militare.

Il personale umanitario sta evacuando le zone di Maradi e di Zinder, nel centro-sud del Paese, ai confini con la Nigeria. Si tratta di due regioni fra le più colpite dalla siccità seguita alle scarse piogge del 2009.

Il portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam) Vigno Hounkanli, ha detto alla Reuters «Posso confermare che il Pam ha chiesto al suo personale, che fa base a Maradi e Zinder, di riguadagnare Niamey, la capitale, per ragioni di sicurezza». Radio France International (Rfi) riporta dichiarazioni anonime di operatori di Ong che confermano che l'insieme delle Agenzie Onu e delle organizzazioni umanitarie stanno ritirando il loro personale straniero per paura di rapimenti da parte di gruppi legati ad Al Qaeda (Aqmi) che stanno approfittando della confusione politica e della ripresa della ribellione tuareg per ampliare il loro raggio di azione.

La ritirata delle organizzazioni internazionali peserà pesantemente su tutto il Sahel e rischia di compromettere gli sforzi per contenere la crisi alimentare in una vasta area devastata dalla siccità. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i bambini e le donne: in Niger il Pam aveva appena avviato un'operazione per nutrire 670.000 bambini e le loro famiglie, dove la fame nel 2010 colpirà almeno 8 milioni di persone. Secondo l'Onu il Niger sta sprofondando in una crisi dalla quale sarà difficile riemergere: gli stock alimentari sono ridotti ai minimi termini e ci sono ancora diverse settimane prima dei raccolti di ottobre, che si annunciano magri.

I rappresentante dell'Ong spiegano a Rfi che «il numero dei cooperanti con esperienza presenti sul campo era in ogni modo già insufficiente, mentre i bisogni in termini di assistenza sono enormi. Non possiamo svolgere questo lavoro a distanza. Quindi, questa evacuazione avrà un impatto considerevole sulle operazioni di aiuto alimentare necessarie per nutrire ogni settimana migliaia di ragazzi vittime della sottonutrizione».

Per Cyprien Fabre, portavoce s dell'Ufficio aiuti umanitari della Commissione europea (Echo) «L'Ue è preoccupata per la situazione, ma le Ong adesso dispongono di un numero crescente di emigrati africani nei loro ranghi, il che dovrebbe permettere la prosecuzione di alcuni programmi». Insomma, nel mirino di Al Qaeda e dei ribelli ci sarebbero i cooperanti bianchi, un fatto confermato il 13 agosto dall'ambasciata Usa a Niamey che ha consigliato agli americani di non recarsi in Niger e di non andare assolutamente nell'area di Maradi.

Le ultime minacce di Aqmi, che qualche giorno fa ha barbaramente ucciso Michel Germaneau, sono state prese molto sul serio anche dal ministero degli esteri francese, che ha chiesto ai tecnici che lavorano nelle miniere di uranio di Areava e ai francesi residenti in Niger di evitare le zone a rischio. Eppure, davanti al dramma del loro popolo e alle armi brandite, per il governo militare del Niger «La situazione è sotto controllo e amplificare le minacce di Aqmi è fare il gioco dei terroristi». Secondo il portavoce della giunta militare, Mahamane Laouali Dan Dah, «I cooperanti non hanno niente da lamentarsi. Anche le zone che sono state considerate per lungo tempo come zone esposte agli attacchi di gruppi terrosristi sono delle zone che sono totalmente controllate dal governot. E se noi continuiamo a interpretare questi avvenimenti come gravi, ebbene, qualcuno porta il grano al mulino dei terroristi. Perché loro cercano prima di tutto di creare una psicosi».

Chissà cosa ne pensano di questa "psicosi" i morti di fame? Le speranze sollevate con l'abbattimento del regime autoritario sostenuto dai francesi sembrano essere svanite dagli occhi disperati delle donne e dei bimbi del Niger.

Qualcosa però si muove: ieri l'Onu ha ridimensionatio il pericolo della cellula dormiente di Al Qaeda a Maradi e Zinder ed ha tolto la proibizione al suo personale di viaggiare nell'area, mentre le Ong sono indecise tra l'inquietudine e la necessità di fornire cure ed aiuti alla popolazione, molti non vogliono cedere alle minacce di rapimento proferite da Al Qaeda e riportate da fonti dei servizi segreti francesi. E' chiaro che in questa situazione il regime di Niamey, che sta armando anche milizie civili fedeli al nuovo governo, sospetta la Francia di fare il doppio gioco, esagerando le minacce integraliste per indebolire un governo da subito non molto gradito ad Areva.

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