[18/08/2010] News

L'Icid+18 di Fortaleza discute di desertificazione e sviluppo sostenibile nell'era del global warming

LIVORNO. Il 16 agosto l'Onu ha dato il via al "Decennio dei deserti e della lotta contro la desertificazione", 10 anni e destinati ad accrescere la sensibilizzazione e le attività condotte dalla comunità internazionale per migliorare la gestione e la protezione delle terre aride del pianeta, dove un terzo della popolazione mondiale fa i conti con gravi minacce economiche e ambientali.

I primi passi di questo lungo cammino si stanno muovendo a Fortaleza, in Brasile dove è in pieno svolgimento la seconda International conference on climate, sustainability and development in semi-arid regions (Icid 2010) che termina il 20° agosto e che vede la partecipazione di decisori politici, scienziati e rappresentanti della società civile «Per promuovere lo sviluppo sicuro e sostenibile nelle zone semi-aride del mondo», che ricoprono il 40% delle terre emerse e dove vive il 35% della popolazione mondiale.

Secondo l'Ipcc queste aree fragili, oltre ad essere esposte ad estremi climatici «Saranno i probabilmente le più fortemente colpite dai cambiamenti climatici», mentre le popolazione che vivono nelle aree semi-aride sono scarsamente rappresentate nelle discussioni sulle iniziative da prendere sia per l'adattamento al global warming, sia per lo sviluppo. La desertificazione in tutto il mondo colpisce 3,6 miliardi di ettari e le terre aride si trovano soprattutto in Africa (37%), Asia (33%) e in Australia (14%)e ospitano un abitante del pianeta su tre: 2,1 miliardi di persone ed oltre il 50% del bestiame da allevamento mondiale. Secondo l'Onu la desertificazione «Minaccia i mezzi di sussistenza di più di un miliardo di persone in circa 100 Paesi».

Il documento di apertura dell'Icid sottolinea che «La gente delle aree semiaride ha bisogno di aiuto per lo sviluppo oggi» e si chiede: . «Quale azioni faranno seguito a Copenhagen? Come I negoziatori, i decisori, gli scienziati e gli attuatori pensano di tradurre gli accordi mondiali in pratica sul terreno?». L'Icid di Fortaleza mette l'accento sui legami tra politica, conoscenza e pratica per favorire gli accordi e fare in modo che si trasformino in risultati per lo sviluppo locale.

In realtà la conferenza si chiama Icid+18 perché arriva ben 18 anni dopo la prima Icid di Riuo de Jasneiro e riunisce le parti interessate di tutto il mondo per discutere di come: Identificare e concertare azioni sulle sfide e le opportunità per un futuro migliore nelle zone aride e semiaride; Attualizzare e condividere esperienze e conoscenze sulle questioni riguardanti le zone semiaride nei prossimi 20 anni: variabilità e cambiamenti climatici e ambientali, vulnerabilità, impatti socio-economici e ambientali, risposte per l'adattamento e lo sviluppo sostenibile; Sfruttare le sinergie tra le Convenzioni delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle regioni semiaride; Produrre informazione e raccomandazioni per sostenere I processi politici globali e nazionali, informare la società civile e i professionisti dello sviluppo per raggiungere, nelle zone semiaride, uno sviluppo sostenibile tanto dal punto di vista economico che da quello ambientale e sociale.

Nel 1992 il primo Icid aveva messo in evidenza le richieste delle popolazioni delle zone aride durante la Conferenza dell'Onu per l'ambiente e lo sviluppo (Unced), tenutasi a Rio de Janeiro, l'Icid+18 guarda al prossimo Rio+20 del 2012 e ad altri forum politici globali e prova a valorizzare il più possibile, in termini di sviluppo, le convenzioni Onu già esistenti sul cambiamento climatico, protezione della biodiversità e lotta alla desertificazione, ma soprattutto tenta di promuovere l´informazione e l´orientamento dei governi e di tutte le altre parti preoccupati del miglioramento e della sostenibilità ecologica e sociale nelle zone aride e semiaride.

L'Icid 2010 è organizzato intorno a quattro tematiche: Informazioni climatiche; Clima e sviluppo sostenibile; Governance e sviluppo sostenibile; Processi delle politiche pubbliche e istituzioni.

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon ha detto che «Il degrado continuo delle terre, sia che sia la conseguenza dei cambiamenti climatici, di un'agricoltura non durevole o di una cattiva gestione delle risorse idriche, è una minaccia per la sicurezza alimentare. Espone le comunità, che sono già tra le più colpite, a nuova fame. Mentre avviamo il decennio dei deserti e della lotta contro la desertificazione ci impegniamo ad intensificare i nostri sforzi per nutrire la terra della quale abbiamo bisogno per raggiungere gli Obiettivi del millennio per lo sviluppo e garantire il benessere dell'umanità».

Dopo Fortaleza, il decennio dei Decennio dei deserti e della lotta contro la desertificazione verrà presentato anche in Africa, nella sede Unep di Nairobi, in Kenya, ed altre manifestazioni di avvio si terranno a settembre a New York, in Corea del sud ad ottobre per l'Asia e a novembrein Europa.

Secondo il segretario esecutivo della United Nations Convention to combat desertification (Unccd), Luc Gnacadja, «La comunità internazionale è all'incrocio dei cammini e deve scegliere tra le due vie, una consiste nel fare come se niente fosse, il che si tradurrà in siccità severe e prolungate, inondazioni e penurie d'acqua, l'altra consiste nel mettere in comune le azioni a favore di uno sviluppo sostenibile. Il messaggio centrale di questo decennio è che la terra è la fonte della vita. Dobbiamo forgiare una partnership mondiale mirante a ostacolare e prevenire la desertificazione e il degrado delle terre e ad attenuare gli effetti della siccità nelle zone colpite, al fine di sostenere la riduzione della povertà e la sostenibilità ambientale».

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