[18/08/2009] News

Lo spettro nucleare non fa ombra sulla centrale fotovoltaica di Montalto di Castro

Di Montalto di Castro si parla come probabile sito per realizzare una delle 4 centrali nucleari che Enel costruirà assieme a Edf, per il fatto che in quel sito una centrale nucleare stava nascendo ma che poi fu stoppata grazie al referendum del 1987.
Trasformata in una centrale a policombustibile che è stata al centro della stagione di tangentopoli, (per cui si parlò della "madre di tutte le tangenti") potrebbe di nuovo essere alimentata da un reattore nucleare. Ma intanto Enel ha utilizzato il sito di Montalto di Castro per realizzare una centrale fotovoltaica che, con 6 MW di potenza installata, è attualmente la più grande d'Italia e anche tra le più grandi in Europa. L'impianto di Montalto di Castro ha un'estensione di poco inferiore ai 10 ettari ed è in grado di produrre oltre 7 milioni di chilowattora l'anno, pari al fabbisogno di 2.700 famiglie. L'energia prodotta dal sole a Montalto consentirà di evitare ogni anno l'emissione in atmosfera di quasi 5.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2).

I 6 Mw di potenza di Montalto di Castro si vanno ad aggiungere agli oltre 500 che rappresenta la potenza installata nel nostro paese secondo i dati Gse di giugno, che corrispondono a quasi 4000 impianti in esercizio.
Un dato questo di giugno che fotografa lo stato dell'arte del fotovoltaico a metà anno e monitora il trend di crescita che non si è mai arrestato e che anzi ha conosciuto una impennata negli ultimi due mesi dell'anno scorso.
L'obiettivo atteso per la fine di quest'anno è di 900MW, che potrebbe sembrare lontano da raggiungere ma che, secondo il GSE, si saprà solo a settembre se sarà traguardato, quando cioè saranno più significative le proiezioni a fine anno e si potranno valutare i trend in atto a quel momento.

Uno scenario che conferma le potenzialità di questo settore che secondo il recente rapporto dell'Epia ( European photovoltaic industry association), potrebbe fornire una quota importante, circa un terzo, dei 1.244 TWh che rappresentano il gap di energia rinnovabile richiesta al 2020 in Europa ovvero 462 TWh, mentre i restanti 782 TWh verrebbero da eolico, biomasse, solare termodinamico, geotermico, idroelettrico, energia dal mare.
Nello studio, tra i diversi aspetti importanti che vengono sottolineati, due in particolare rivestono un particolare interesse. Il primo riguarda la rapidità di crescita registrata finora dal settore che oggi rappresenta la fonte rinnovabile a più rapida diffusione in Europa: con i 4,5 GW installati nel 2008 si è raggiunto il 19% di tutta la potenza elettrica installata.

Il secondo elemento è riferito ai prezzi dei sistemi fotovoltaici che secondo lo studio, potranno diminuire in determinate condizioni e alla luce dell'attuale volume di installazioni, di almeno l'8% l'anno, dimezzando i costi di generazione ogni 8 anni. Un decremento che non è atteso per nessun altra fonte elettrica.

A seconda degli scenari che vengono prospettati da Epi si potrà avere una crescita del fotovoltaico più o meno accentuata che potrà raggiungere da un minimo del 4% al 2020 sino ad un massimo del 12% dei consumi elettrici da fotovoltaico sui consumi totali , a seconda di quali saranno le scelte a supporto sia da parte istituzionale sia da parte imprenditoriale.

L'analisi condotta da Epi dimostra che il fotovoltaico è in grado di coprire il 12% del fabbisogno elettrico in Europa al 2020, anche se attualmente è al di sotto dell'1%. Un obiettivo raggiungibile se dai decisori politici dell'Ue e dei governi nazionali e dalla stessa industria del settore verranno intraprese alcune azioni chiave quali incentivi di sostegno e un ambiente favorevole in termini finanziari e normativi. Impegni saranno necessari anche da parte dell'industria di settore, cui viene richiesto un maggiore investimento in ricerca necessario per abbassare i costi sia per gli impianti industriali sia per quelli residenziali.

Impegni che sarebbero importanti per il nostro paese anche per mettere in piedi una filiera industriale capace di coprire l'intero ciclo a partire dalla produzione dei pannelli sino alla loro messa in opera e manutenzione e che potrebbero fornire occupazione e sviluppo economico oltre che fornire energia a zero emissioni che affiancata ad una maggiore efficienza e allo sviluppo delle altre filiere di rinnovabili potrebbero farci raggiungere gli obiettivi europei e internazionali per il contrasto dei cambiamenti climatici. Uno scenario in cui l'energia nucleare appare davvero fuori luogo.

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