[17/08/2010] News

Abusi edilizi, bracconaggio e deforestazione minacciano il parc marin des mangroves nel Congo Rdc

LIVORNO. Il Parc marin des mangroves, situato nella città costiera di Muanda, nella provincia del Bas-Cong, l'unico sbocco al mare della Repubblica democratica del Congo (Rdc) è minacciato dalla deforestazione e dal bracconaggio che stanno facendo sparire alcune specie di flora e fauna. Nei giorni scorsi sullo stesso tratto di costa era stato lanciato l'allarme per l'inquinamento petrolifero causato dalle attività della Perenco.

Il Parc marin des mangroves è una riserva naturale istituita nel 1992, ha una superficie di 768 km2 e si estende sulla riva nord della foce del fiume Congo. Comprende importanti zone costiere marine e fluviali, isole, paludi e mangrovieti e ospita lamantini, ippopotami, coccodrilli, diverse specie di scimmie, varani, tartarughe e serpenti e innumerevoli specie di uccelli acquatici. Il tutto sorvegliato da un conservateur e da 20 guardiaparco formati con il sostegno dell'Unep e dotati di auto, moto e piroghe ma che non sembrano essere troppo motivati a fermare boscaioli, bracconieri ed abusi edilizi, visto che guadagnano 22.000 Franchi del Congo, circa 27 dollari, molto meno di una "mancia" per voltarsi dall'altra parte e lasciar fare.

Il direttore del parco marino della mangrovie, Didier Bolamba, ha spiegato in una conferenza stampa tenutasi a Kinshasa che «Il taglio di legname è praticato dalla popolazione locale, mentre questo ecosistema che borda il litorale atlantico costituisce l'unica foresta di Muanda. Il disboscamento ha come conseguenza la scomparsa della flora che costituisce anche l'habitat di alcune specie animali».

Bolamba ha anche detto che la pesca di frodo sta uccidendo alcune specie simbolo del parco, come i lamantini e le tartarughe marine: «Secondo le ultime statistiche realizzate sul terreno dall'Institut congolais pour la conservation de la nature (Iccn), più di 250 tartarughe marine sono state abbattute tra il 2007 e il 2009. L'Iccn non dispone ancora di statistiche per quel che riguarda i lamantini».

Secondo il direttore del Parc marin des mangroves l'area protetta subisce un'ulteriore minaccia: l'occupazione illegale: «Diverse abitazioni e hotel sono sorti lungo la costa atlantica di Muanda fino al porto di Banana, nella stessa provincia del Bas-Congo. Il banco di sabbia, altrimenti detto spiaggia Ntonde, che fa parte del parco marino, e che costituisce il luogo dove le tartarughe marine nidificano, sta sparendo».

La situazione sembra peggiorata velocemente dall'ottobre dal 2008, quando il personale dell'Iccn (accusato di fare soldi con le attività ecosostenibili del parco) ha ricevuto dal governo centrale di Kinshasa l'ordine di non farsi più vedere sulle spiagge di Muanda. Gli effetti si sono visti subito: una parte del mangrovieto è stata abbattuta per costruire l'hotel Palace e sono cominciate a comparire nuove costruzioni, mentre l'area protetta veniva suddivisa abusivamente in proprietà che poi diventano lotti costruibili.

Guillaume Ngongo, amministratore ad interim del territorio, dice di aver vietato ogni vendita di terre dell'area protetta, ma invano: «Ministri, generali, responsabili di imprese finanziarie, espatriati possiedono ormai degli spazi nel parco marino. Mi chiedo come si possa vendere una parte della costa atlantica che fa parte del patrimonio pubblico». Sotto accusa sono i capi tradizionali, gli unici che possono vantare diritti terrieri per le loro comunità e che avrebbero agito con la complicità del servizio del catasto per vendere i terreni con l'avallo delle autorità amministrative locali. Ma i capi-villaggio si difendono dicendo che è difficile opporsi a questo tipo di richieste fatte da chi detiene il vero potere politico ed economico.

Anche il direttore dell'Iccn, Albert Vunda, è demoralizzato: «Abbiamo esposto i nostri documenti, ma nessuno ci ha dato retta. Ricordo a quelli che massacrano questa preziosa foresta, che le mangrovie e le paludi svolgono il ruolo di paravento. Dappertutto dove c'è questa foresta in Asia, lo tsunami del 2004 non ha causato dei gravi danni. E i rari insediamenti di pescatori a Muanda devono la loro esistenza a questa foresta». L'Iccn ha inviato un dossier sulla situazione del parco marino all'Assemblée provinciale du Bas-Congo, ma non ha ricevuto nessuna risposta.

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