[13/08/2010] News

Australia: scontro elettorale sull'uranio (e il parco) del Kakadu che fa gola ad Areva

LIVORNO. Il 10 agosto il ministro dell'ambiente australiano, Peter Garrett, ha promesso che, se il Partito Laburista vincerà nuovamente le elezioni, le terre che ospitano riserve di uranio per miliardi di dollari entreranno a far parte del Kakadu National Park. Sull'area, conosciuta come Koongarra, nelle vicinanze del famoso sito di arte rupestre di Nourlangie Rock, aveva già messo gli occhi ed avanzato proposte il gigante nucleare francese Areva a francese.

Garrett ha detto che un governo laburista inserirà l'area nel Kakadu per proteggere dalle miniere, come chiedono molti aborigeni, i proprietari ancestrali e soprattutto il proprietario Jeffrey Lee (nella foto): «Se saremo rieletti aggiungeremo oltre 1.200 ettari, come parte del Kakadu».

Lee si è detto soddisfatto per la decisione di proteggere l'area dalle miniere di uranio nonostante i sostanziosi incentivi finanziari offerti da Areva: «Alcune persone vogliono i soldi, alcune persone vogliono terra. Per me si è trattato di una vera e propria battaglia interiore. Ora che sono cresciuto e ho imparato molto, ora che sono arrivato da qualche parte, oggi mi sento davvero orgoglioso e felice e buono. E' una decisione difficile. Sono l'unico del mio clan ad essere di sinistra e la pressione è su di me. Ho un sacco di responsabilità in quest'area del Paese, ora la trasmetto a voi».

Anche Kim Hill, Chief Executive del Northern Land Council, ha accolto con favore l'iniziativa di Garrett: «L'area di Koongarra è una delle zone più sensibili del Kakadu. Contiene al suo interno delle zone umide come Woolwonga che sono elencate nella Convenzione di Ramsar. L'espansione del parco porta un maggior riconoscimento della sua importanza come sito del Patrimonio dell'Umanità»

Areva aveva ottenuto un contratto di locazione ed a ha in corso attività di esplorazione mineraria ein base ad un'autorizzazione ottenuta nel 1995 e a maggio ha presentato una comunicazione sulla questione al National parks service australiano. Il capo della multinazionale francese, Philippe Portella, non l'ha presa bene: dice che da allora non c'è stato nessun incontro o contrasto col governo federale ma che «Data la complessità delle questioni, Areva non si aspettava l'annuncio di una tale decisione in tutta fretta durante una campagna elettorale. La società chiederà al ministro per una dichiarazione ufficiale sui motivi della sua decisione. Areva chiederà ovviamente una consulenza legale al fine di tutelare i propri interessi patrimoniali».

Anche la Federal Coalition conservatrice guidata dal Partito Liberale, è stata presa in contropiede e dice che l'impegno dei laburisti ad evitare la realizzazione di miniere di uranio a Koongarra, incorporandola nel Kakadu National Park, è giusta ma bisogna pensare a risarcimenti ed incentivi per i proprietari tradizionali.

Ma la posizione della Coalition non è in linea con quella dell'opposizione conservatrice del Northern Territory: la vice-leader liberale locale, Kezia Purick, dice che una miniera nell'area potrebbe valere 1,4 miliardi di dollari australiani e che quindi i proprietari ancestrali aborigeni, dovrebbero continuare a negoziare con Areva: «Ne è stata fatta una questione elettorale da Garrett, il fallito Garrett. Forse avrebbe dovuto limitarsi a cantare. Ma quello che ci piacerebbe vedere sono i diritti dei proprietari tradizionali rispettati e se vogliono seguire un percorso particolare, poi, ovviamente, dovremmo rispettarlo. Ma vorremmo vedere questo, ci piacerebbe incoraggiarli a proseguire le loro discussioni con l'azienda attraverso il Northern land council».

Invece il portavoce federale per l'ambiente dei liberali, Greg Hunt ha detto che un governo Abbott non concederebbe il permesso di estrazione di uranio di Koongarra: «Siamo lieti di accettare l'offerta, pensiamo che sia un'offerta molto generosa. Pensiamo che sia un'offerta adeguata. Abbiamo stabilito che Koongarra non sarebbe diventata una miniera. Noi non permetteremo l'attività estrattive. Deve essere effettivamente trattata come se fosse parte del parco in quasi tutti gli aspetti, ma averlo formalmente incorporato sarebbe un importante passo in avanti».

Ad Areva fanno gola i terreni ricchi di uranio che circondato dal Parco nazionale di Kakadu e ora si trova davanti ad una posizione federale (anche se elettorale, comunque bi-partisan) e chiede al governo di Canberra perché vuole bloccare tutto. Areva punta su una sconfitta dei laburisti, convinta che alla fine i conservatori del Northen Territory riusciranno a far ragionare facilmente quelli di Canberra. Fa impressione sentire Areva, non certo famosa per il rispetto delle regole in alcuni Paesi, dire che «E' essenziale che il prossimo governo segua un processo decisionale adeguato, che includa la necessità di tenere di conto di tutte le parti interessate, nonché delle opinioni degli altri ministri del governo».

Intanto Sylvia Wolf , di Tourism Top End, si complimenta con Garrett : «E' un segno di speranza che i laburisti vogliano estendere il Kakadu, questo significherà che più aree saranno aperte ai turisti. Penso che sia un passo positivo e che si tratta di una bella zona. Ci sono un sacco di belle aree a Kakadu che non sono state aperte e spero che con l'attuale atteggiamento ce ne saranno di più»

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