[11/08/2010] News

Golfo del Messico, arriva il maltempo e la Bp sospende nuovamente l’operazione "bottom kill

LIVORNO. Come abbiamo già scritto, probabilmente le grida di giubilo per la risoluzione dei problemi nel Golfo del Messico e per la miracolosa scomparsa della più grande marea nera della storia sono un pelino esagerate: la Bp ieri, a causa del maltempo, ha nuovamente sospeso la perforazione dei pozzi "di derivazione" che dovrebbero alleggerire la pressione sui fiondali e intercettare il petrolio che preme sul tappo messo sulla voragine che si è aperta il 20 aprile con l'esplosione e l'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon.

Martedì il National Hurricane Center Usa ha annunciato la  zona di bassa pressione formatasi al largo della Florida si stava spostando verso nord-ovest, all'interno del Golfo del Messico. Quest'area di bassa pressione ha il 60% di possibilità di trasformarsi in una depressione tropicale tra oggi e domani, lungo il suo tragitto verso le coste della Louisiana.

L'incaricato Usa per la marea nera, Thad Allen, ha detto che «Questa sospensione dovrebbe spostare la data dell'intercettazione, originariamente prevista per questo giovedì o venerdì, ad una data compresa tra domenica e martedì prossimi. Il personale ha ritirato la colonna di perforazione, messo un tappo sul  tubazione del telaio e riempito il montante con acqua di mare al fine di assicurare la stabilità del tubo. Tuttavia, il materiale per la trivellazione resterà in loco perché il cattivo tempo non dovrebbe, secondo le previsioni, essere esageratamente forte».

Il portavoce della Bp, Max McGahan, ha confermato che la multinazionale ha cessato le operazioni a causa delle condizioni meteorologiche: «Restiamo sul posto, ma abbiamo sospeso la perforazione». Il pozzo "di derivazione" è stato perforato ad una profondità di 17.909 piedi sotto il livello del mare, a non più di 30 o 40 piedi dalla parete esterna del pozzo danneggiato. Anche quello che molta stampa ha presentato come le sigillatura definitiva del pozzo esploso è solo il primo passo dell'operazione "bottom kill" che dovrebbe essere al sicuro solo dopo che i pozzi di derivazione, o di soccorso, avranno intercettato una buona parte del greggio e degli idrati che premono per uscire.

L'8 e il 9 agosto la Bp aveva annunciato di aver già speso 6,1 miliardi per le operazioni relative alla marea nera del Golfo del Messico, suddivisi in costi delle operazioni di risposta/bonifica, stoccaggio, trivellazione dei pozzi di soccorso/derivazione, "tappi" statici e cementazione del pozzo, indennizzi agli Stati Usa del Golfo, indennizzo delle spese a livello federale.

La big oil britannica ha reso noto che il 7 agosto aveva analizzato 145.000 richieste di indennizzo e di averne "regolato" più di 103.900, per un totale di 319 milioni di dollari, e di aver fatto un primo versamento di 3 miliardi di dollari al fondo delle vittime della marea nera del Golfo del Messico, imposto dal presidente Usa Barack Obama e che dovrebbe arrivare a 20 miliardi di dollari.

Dopo aver fatto di tutto, utilizzando i lobbysti e le pressioni delle altre Big Oil su senatori e deputati a Washington, perché il fondo non venisse istituito, ora il nuovo amministratore delegato della Bp, Bob Doudley, spiega che «L'obiettivo di questo versamento è di assicurare alle persone colpite dalla marea nera che noi abbiamo effettivamente l'intenzione di mantenere il nostro impegno assunto con loro e con i contribuenti americani. Lo stabilire questa fiducia e questo versamento iniziale dimostra il nostro impegno a fare sulla costa del Golfo».

Alla fine dei negoziati Bp - Amministrazione Usa, terminati proprio lunedì scorso, sono stati nominati due fiduciari come amministratori del fondo: John S. Martin e Kent Syverud, della scuola di diritto dell'università di Washington, uno dei quali è l'ex giudice del distretto americano della Citigroup che è la banca nel quale verranno depositati i miliardi di dollari.

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