[17/08/2009] News toscana

Sessa (Legambiente): «Francigena, parchi e pacchetti turistici per la montagna pistoiese»

FIRENZE. Un nuovo e forte brand turistico, da perseguirsi tramite «una ricetta per valorizzare paesaggio, ambiente sano, peculiarità, tipicità, arte, storia, tradizioni e imprese del turismo»: questa la proposta che Confesercenti e Assoturismo Pistoia hanno sollevato per la valorizzazione del turismo nella provincia. Un progetto la cui realizzazione può essere raggiunta «solo attraverso una sinergia e un tavolo di lavoro (che potrebbe essere il Comitato tecnico di indirizzo) costituito da tecnici, operatori e amministratori».

La città ai piedi dell'Appennino, secondo il comunicato, «ha necessità urgente di un forte brand, di una identificazione chiara, legata all'ambiente e alle peculiarità, che possa inserirla a pieno titolo nei vari settori del marketing turistico»: ciò va perseguito, tra le altre cose, attraverso l'implementazione dell'informazione, della comunicazione, del marketing, della preparazione degli operatori, del sostegno alle imprese, e in generale con la «sinergia tra territorio e prodotto, commercio e turismo, lo sviluppo del turismo attivo, la collocazione sui mercati dedicati al turismo lento e del benessere e l'inserimento nei percorsi con target definiti (pellegrinaggi, percorsi via Francigena, culto di San Jacopo e percorsi jacopei, arte contemporanea, ville e giardini, verde e ambiente, centralità per le visite alle città d'arte, enogastronomia ed eventi della tradizione)».

In generale, tra il vivaismo, la spiccata natura rurale/boschiva del territorio e in particolare il grande valore naturalistico di svariate zone della montagna pistoiese (non solo quelle più note: si pensi alla semi-sconosciuta bellezza della Svizzera pesciatina), la provincia di Pistoia si trova tra le mani un reale patrimonio, la cui valorizzazione turistica offre prospettive ancora in gran parte non sfruttate.

Ciò che manca, nel pistoiese come in altre realtà analoghe, è una politica di sistema che riesca a gestire in maniera attiva e integrata le varie branche dell'offerta turistica, unendo ad esempio gli aspetti naturalistici con quelli storici, artistici e culturali. Politiche, queste, che sono in campo da decenni (si pensi all'Ecomuseo della montagna pistoiese), ma che appunto richiedono oggi un salto di qualità, anche alla luce dell'oggettivo percorso di evoluzione che la società, e quindi il turismo, stanno compiendo in questi anni verso una maggiore sostenibilità del funzionamento dell'apparato produttivo in generale e del turismo in particolare.

Più specificatamente, non vanno dimenticate anche le prospettive per le aree protette in provincia, alla luce del fatto che ad ora nel pistoiese non è presente nemmeno un "parco" vero e proprio, mentre le aree protette presenti difettano di una strategia unificante e di sistema. Un elemento di cui greenreport ha già parlato venerdì scorso, citando anche il dato Irpet per cui la provincia di Pistoia è quella, oltre che con la minore quantità di aree protette (18,4 kmq), anche quella con la minore densità di territorio protetto sul totale tra tutte le province toscane.

Abbiamo chiesto un primo commento ad Antonio Sessa, coordinatore del circolo Legambiente Pistoia, secondo cui «per il turismo il discorso centrale è l'apertura della via Francigena, un'occasione che Pistoia non può perdere: un progetto che Legambiente ha promosso, spingendo perchè il comune vi aderisse. Poi, riguardo in generale alla proposta di Confesercenti-Assoturismo, mancano alcune cose, non ultima l'istituzione di un parco nel territorio provinciale, che in passato sembrava a portata di mano (è il caso, per esempio, del progetto di parco nella valle del Limentra), ma che poi ha portato ad un nulla di fatto, perpetuando una situazione che vede la provincia di Pistoia senza nemmeno un parco regionale o provinciale al suo interno».

«In generale» - prosegue Sessa - «manca un target, un brand come dice Confesercenti, che faccia conoscere Pistoia nel mondo: già in passato, con l'ex-presidente della provincia Venturi, avanzammo una proposta derivante da una tesi dei Laurea svolta da una nostra associata per lo sviluppo di un "marchio": un marchio che avrebbe tra i suoi punti focali il settore vivaistico, le ville storiche, la strada del vino e ora, aggiungendo anche la Francigena, diventerebbe davvero interessante, anche per lo sviluppo di un merchandising relativo. Su questo avremo presto un incontro con la nuova presidente Federica Fratoni, e ne discuteremo.

Ciò che manca è questo: non abbiamo un'identità riconoscibile, e questo è penalizzante. Poi sul turismo sostenibile si possono dire molte cose, ma quest'immagine manca ed è un problema da affrontare. Comunque, altra cosa che manca sono dei percorsi sulla montagna, e per questo proponemmo il progetto "Mybike", poi adottato da altri (cioè dal comune di Montecatini, ndA) in seguito al disinteresse mostrato dalle autorità locali: si trattava di pacchetti turistici inseriti in un progetto atto a contrastare lo svuotamento della montagna pistoiese, e che prevedevano anche l'utilizzo della ferrovia Porrettana, la valorizzazione della zona del castagno, eccetera: e ora, in occasione del progetto per la Francigena, sarebbe molto interessante riproporre la cosa».

Conclude l'esponente di Legambiente: «il turista oggi cerca l'agriturismo, le "cose sane" e il "mangiare sano", e questo modo di fare turismo non è solo quello che noi sosteniamo, ma anche quello che si fa sempre di più in tutto il mondo. Inoltre, invece di costruire nuovi edifici, occorre incentivare il turismo diffuso, riqualificando borghi in disuso: questo è il turismo che in questo momento "tira" a livello mondiale. E aggiungiamoci anche il fatto che alcuni ristoranti montani, nonostante siano veri e propri presìdi del territorio, aprono a volte solo la mattina per due caffè, e ci sono zone della montagna pistoiese dove per comprare un giornale occorre percorrere 7-8 km: servono quindi progetti e agevolazioni anche per affrontare questo problema».

Torna all'archivio