[05/08/2010] News toscana

Greenpeace lancia un nuovo allarme: le sogliole del Santuario dei Cetacei sono tossiche

FIRENZE.

Dopo gli Ogm in Friuli Greenpeace lancia un altro allarme, questa volta in mare: le sogliole nel Santuario dei Cetacei sono tossiche. In base ai risultati delle analisi, commissionate dall'associazione ambientalista al Dipartimento di Scienze ambientali dell'Università di Siena, sono stati trovati in questi pesci, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e bisfenolo A, in certi casi oltre il limite consentito dalla legge. «Il progetto di analizzare campioni di sogliola comune (Solea vulgaris), del Santuario dei Cetacei- informano da Greenpeace- nasce con l'intento di quantificare la presenza di alcuni contaminanti ambientali in un importante anello della catena alimentare. Fra i composti analizzati ci sono gli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), componenti naturali del carbone e del petrolio, di cui alcuni sono probabili cancerogeni per l'uomo; il Bisfenolo A (Bpa) sostanza pericolosa per il sistema ormonale usata nella fabbricazione di molte plastiche; i metalli pesanti (piombo, mercurio e cromo) utilizzati in numerose applicazioni e pericolosi per il sistema nervoso e quello renale». Oltre le analisi quantitative sono state effettuate indagini di biomarker (saggi chimici o citologici) per valutare lo "stress tossicologico" dell'esemplare campionato. Le sogliole, sono ottimi bioindicatori perché conducono una vita stanziale, a contatto con i sedimenti, dove spesso si accumulano certi inquinanti.  Sono 31 gli esemplari di sogliola esaminati prelevati in 5 aree: al largo di Civitavecchia, Viareggio, Livorno, Lerici (La Spezia) e Genova. Fra i risultati più preoccupanti c'è il dato sul mercurio trovato oltre il limite di legge nel 25% dei campioni (7 esemplari su 31). Nello specifico: il mercurio è stato trovato in quantità elevate oltre i limiti di legge nelle sogliole di Civitavecchia e Viareggio. Nell'area laziale il valore medio di mercurio (2,71 μg/g p.f.) è 4 volte superiore al limite di legge (pari a 0,50 μg/g p.f.), mentre la concentrazione massima riscontrata in uno dei sei campioni testati a Civitavecchia addirittura è di 10 volte il tenore massimo consentito per legge (5,0236 μg/g p.f.). A Viareggio un campione sui sette testati in quell'area ha rilevato concentrazioni di mercurio pari al doppio del limite di legge (1,0032 μg/g p.f.). Sempre a Viareggio, è stato anche registrato il valore più alto di piombo (0,37 μg/g p.f.) oltre il limite imposto dalla legge che è pari a 0,30 μg/g p.f. Per quanto riguarda gli Ipa i valori più elevati sono stati trovati nei campioni di Livorno. Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nel dossier "Sogliole tossiche nel Santuario dei Cetacei: non ingerire!''. «Alcune sostanze, come piombo e mercurio, possono interferire - con il normale sviluppo del cervello dei bambini e arrecare danni al sistema renale, oppure essere addirittura cancerogene» ha sottolineato Vittoria Polidori responsabile delle campagna inquinamento di Greenpeace.

Le possibili cause della contaminazione riscontrata, secondo l'associazione ambientalista, sono per lo più riconducibili a fonti antropiche. Dalle foci fluviali che riversano in mare tutto ciò che le acque dei fiumi raccolgono sul loro percorso, alle molte aree portuali e ai numerosi siti industriali dislocati lungo la costa dell'alto Tirreno e del mar Ligure (impianti di produzione di energia, di smaltimento rifiuti e industrie chimiche). «In una zona protetta, come dovrebbe essere quella del Santuario dei Cetacei, ci si attendono regole rigide a tutela dell'intero ecosistema- sottolineano da Greenpeace- Lo stesso Accordo che ha sancito la nascita del Santuario dei Cetacei, nel 1999, ha riconosciuto le priorità dettate dalla Convenzione di Barcellona.  Inoltre, in occasione della la terza riunione delle Parti Contraenti (III CoP) la "lotta contro gli inquinamenti marini" è stata identificata proprio come uno dei temi prioritari per la tutela di questa zona. Greenpeace non può che attribuire la responsabilità di quanto succede all'evidente inazione delle Parti Contraenti

dell'Accordo (Italia, Francia e Principato di Monaco) che in dieci anni non sono riuscite a produrre alcun dato scientifico e tantomeno ad attuare nessuna misura di tutela specifica per difendere questo prezioso ecosistema. Chiediamo al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, un chiaro impegno a tutela del Santuario, che comprenda il rispetto degli accordi sulla ricostituzione del Segretariato, unico organo giuridico-legale in grado di avviare i primi passi di gestione reale di quest'area» hanno concluso dall'associazione ambientalista.

L'Area Mare di Arpat, contattata da Greenreport per un commento, pur a conoscenza della ricerca condotta dall'Università di Siena, non può entrare nel merito di queste analisi dato che conduce altri tipi di studi relativi agli stock ittici (composizione, accrescimento, analisi biomassa..)

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