[04/08/2010] News

Nuovi tagli in vista per la ricerca. L'allarme dei precari Ispra

LIVORNO Potrebbe arrivare un altro maxi taglio all'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e stavolta rischiano di chiudere quasi tutte le attività di ricerca e controllo in mare, insieme ad altri progetti dell'Istituto. La decisione di tagliare ben 24 milioni di euro a causa di un assestamento di bilancio, di cui 5,5 milioni solo ai progetti in mare, è stata comunicata nei giorni scorsi dalla struttura commissariale Ispra, in carica ormai da più di due anni, ai capi dipartimento dell'ente, e potrebbe paralizzare da subito, ad esempio, le attività di monitoraggio sulle piattaforme petrolifere in adriatico.

Il taglio dovrebbe servire a ripianare un bilancio in rosso, per sanare il quale basterebbe però, come denunciato con forza già in passato dai ricercatori, che il Mef (Ministero dell'economia) restituisse i 14 milioni di euro di fondi arretrati per cui l'Ispra è in credito, o che si trovi la maniera di utilizzare i 22,5 milioni che l'Istituto ha già su un conto corrente, assegnati in passato per l'adeguamento delle sedi ex Icram.

Tutto questo accade proprio mentre i ricercatori precari incontrano la regione Lazio per chiedere alle istituzioni territoriali fondi da investire su progetti, come promesso dalla giunta precedente durante l'occupazione del tetto dell'Ispra da parte dei lavoratori, tra novembre 2009 e gennaio 2010.

Devono infatti ancora essere attuati alcuni dei punti del protocollo d'intesa scaturito da quella lotta, in particolare quello relativo alla trasformazione a tempo determinato (mediante selezioni) dei contratti atipici, mentre gli stessi concorsi a tempo indeterminato già banditi (e in corso) sono stati dichiarati "al momento privi di fondi" dal capo del personale Ispra.

Mentre i ricercatori cercano fondi per nuovi contratti e attività, quindi, si rischia che non vengano assunti nemmeno quelli tra loro che vinceranno un concorso pubblico nazionale; a causa di tagli in teoria inutili, se si razionalizzassero le risorse esistenti, infatti i loro progetti potrebbero essere presto chiusi.

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